Troppo facile ingannare i giovani

Ogni genere di dipendenza s’insinua nel nostro «io» sfruttando una debolezza, una predisposizione, quel senso di imitazione e l’effimero benessere che, nella fase d’euforia, sembra produrre su corpo e mente. Ma è tutto illusorio, perché per cadere nella trappola basta poco e uscirne non è sempre possibile. Non tutti ce la fanno. Quando si parla di dipendenza la mente ci porta immediatamente all’alcol e alle sostanze stupefacenti, ma ve ne sono tante altre, corroborate dall’era digitale che ha ormai pervaso tutto e tutti. Il gioco d’azzardo è vecchio quanto il mondo, ma la diffusione conosciuta con l’era digitale costringe a suonare l’allarme.
Oggi il problema non sono più solo i Casinò, all’interno dei quali molto è cambiato nel corso degli anni. La vera perversione è data da siti che spuntano come funghi e che, nonostante la buona volontà delle autorità costrette sempre a rincorrere, sono in grado di rigenerarsi e reiventarsi con grande facilità. È tutto fin troppo chiaro: l’ingegno laddove si fanno soldi a palate con la tattica dell’inganno è sempre alla massima potenza. Bastano un paio di click e si può giocare e scommettere su tutto, spesso ci si trova ingolositi e ingannati dal termine «gratis». Ma basterebbe fermarsi un momento e ragionare: tutto ha un costo, nulla è gratuito.
Men che meno quanto proposto da chi promuove gioco e scommesse. Vincere qualcosina? Può accadere, ma, stiamone certi, a «sbancare» non sarà mai il giocatore. D’altronde, in questo periodo di vacanze, m’interrogavo in un luna park di fronte alla vetrina piena di pelouche con bambini euforici e che facilmente convincevano il genitore ad inserire il «soldino». Puntualmente l’argano scendeva, le «ganasce» metalliche si chiudevano, sfioravano l’ambita vincita sfavillante e colorata, magari la sollevavano qualche centimetro, il bimbo sogna che finisca nel cesto e presto nelle sue mani. Ma, sul più bello, tutto sfuma. Al piccolo resta una smorfia di delusione, al papà un «soldino» in meno. In questa banale, ricorrente e intramontabile scena che vedevamo nella nostra infanzia e che si perpetua, sta il vero senso di quello che appare un gioco, ma che con il passare degli anni, si può trasformare in una trappola infernale. Spiegarlo al bimbo non è cosa facile, ma con la disponibilità spesso già in giovanissima età di uno smartphone, diventa tardiva ogni spiegazione.
E ci si trova costretti a rincorrere. Quando un problema puntuale sfugge, si trasforma con estrema velocità in un problema sociale. Ed è quanto accade non solo con il gioco d’azzardo, ma che coinvolge anche l’indebitamento giovanile, diventato a sua volta un gioco, perché stimolato dal soldo digitale e immateriale. Risulta tremendamente difficile fare comprendere ai giovani il vero valore dei soldi, quelli che tocchi con mano, anche la moneta spiccia. Pure questa è una questione di valori, andati persi per l’eccessiva velocità alla quale siamo sottoposti sin dalla nostra tenera età.