L'editoriale

Un polo turistico in attesa di decisioni

Votando i due crediti quadro da 42 milioni di franchi complessivi per il comparto turistico nel periodo 2022-2025, il Gran Consiglio, nel mese di febbraio dello scorso anno, aveva posto tre obiettivi
Bruno Costantini
28.04.2023 06:00

Votando i due crediti quadro da 42 milioni di franchi complessivi per il comparto turistico nel periodo 2022-2025, il Gran Consiglio, nel mese di febbraio dello scorso anno, aveva posto tre obiettivi: non perdere i turisti svizzeri conquistati durante la pandemia, tornare a essere attrattivi sui mercati internazionali e riattivare il turismo congressuale, d’affari e degli eventi bloccato dal coronavirus. Per il raggiungimento di quest’ultimo obiettivo l’Agenzia turistica ticinese negli scorsi giorni ha attivato il Ticino Convention Bureau (un «centro di competenza», come si dice nel linguaggio pomposamente corretto della repubblica dell’iperbole) in collaborazione con le quattro organizzazioni turistiche regionali, le Città e il Cantone. Come un anno fa, anche oggi, mentre a livello cantonale si cerca di spingere questo segmento che può contribuire a destagionalizzare l’offerta, a Lugano si tenta di far ripartire il progetto di Polo turistico e congressuale nell’area del Campo Marzio Nord, secondo una visione pianificatoria che era già stata definita nel Piano regolatore del 1984 e che, negli indirizzi sui poli di sviluppo cittadini, è tuttora considerato un elemento centrale insieme al LAC e al costruendo PSE. Ma le cose si sono rivelate più complesse del previsto negli ultimi vent’anni e più recentemente anche la pandemia ci ha messo del suo, costringendo ad adeguare i propositi iniziali alle nuove forme del turismo congressuale.

Nella Commissione della pianificazione del Consiglio comunale è sempre fermo il messaggio approvato lo scorso mese di settembre dal Municipio per riattivare il progetto dopo lo stop del 2021. Allora delle sette offerte giunte alla prima fase del concorso ne erano rimaste solo due (quelle di Implenia e di Halter) fra le quali non è tuttavia stato possibile scegliere il vincitore perché nessuno aveva pienamente rispettato il bando. Di qui il nuovo messaggio municipale per le modifiche pianificatorie e per continuare l’iter assieme ai due investitori elvetici giunti in finale nel 2021, ai quali assegnare un incarico diretto per definire poi un accordo di partenariato pubblico-privato sul finanziamento. Dopo sette mesi la Commissione non si è ancora espressa e la prossima settimana incontrerà nuovamente il Municipio. A quanto sembra il clima non è idilliaco. Il rapporto pubblico-privato, svanita l’illusione di costruire a costo zero per la Città, è sicuramente un delicato tema di riflessione e dal Legislativo dovrà venire un’indicazione sulla strada da seguire anche per evitare certe polemiche che hanno accompagnato il PSE sino al voto popolare. Il percorso sarà in ogni caso ancora lungo. La realizzazione di un moderno Polo turistico e congressuale è importante per la capitale economica del cantone, magari con il prolungamento del tram-treno fino al Campo Marzio, ma realisticamente l’orizzonte per arrivare ad avere le nuove infrastrutture è quello di un decennio (durante il quale il mercato del turismo congressuale potrebbe ancora cambiare). D’altra parte, oggi Lugano è già impegnata con la gestione del gigantesco cantiere del PSE e con quello della nuova sede della Divisione spazi urbani al Piano della Stampa (in lista d’attesa ci sarebbe anche il progetto Matrix per l’area dell’ex Macello di cui però si sono perse le tracce). Il Consuntivo 2022 della Città presentato ieri conferma la buona tenuta dei conti pubblici e il rispetto dell’obiettivo di investimento netto chiesto dal Consiglio comunale (una sessantina di milioni all’anno) con un grado di autofinanziamento vicino all’80%, ma le variabili sono sempre molte. È quindi importante decidere quale strada di finanziamento si vuole imboccare per il Polo turistico.

Nel frattempo, sarebbe comunque utile se la repubblica dell’iperbole e dell’improduttiva moltiplicazione dei pani e dei pesci riuscisse a elaborare un’offerta cantonale di turismo congressuale coordinando le infrastrutture pubbliche e private (comprese quelle alberghiere) già esistenti in tutte le regioni ticinesi, ognuna con le sue specificità. È un compito prioritario che ora dovrà svolgere il neonato Ticino Convention Bureau assieme ai centri urbani. I sindaci di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno sono già stati coinvolti nella discussione anche dal gruppo di lavoro creato per delineare lo sviluppo cantonale nell’era delle gallerie ferroviarie di base del San Gottardo e del Monte Ceneri che hanno cambiato la mobilità. È un altro campo su cui misurare se la Città Ticino è davvero nascente oppure se resterà solo un sogno.