La Posta di Carlo Silini

Incomprensioni: il decalogo aiuta, il dialogo anche di più

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Carlo Silini
27.08.2022 06:00

Se chiedi ad un professore d’italiano cosa significa LA, ti risponderà che è un articolo determinativo. Se invece lo chiedi ad un maestro di musica, certamente ti dirà che è la sesta nota della scala musicale. Ad un americano poi è scontato che ti dica Los Angeles. Questa riflessione mi è venuta per cercare di capire come mai due persone non si capiscono e sono come cani e gatti (il gatto fa andare la coda quando è arrabbiato, mentre il cane quando è contento). Viviamo in una società fatta di delitti passionali tutti i giorni, di violenze, ma siamo sicuri che non bisogna rispolverare il proverbio «ferisce più la lingua della spada»? La donna viene sempre vista come vittima (e mi dispiace per tutte le violenze che le donne subiscono), ma c’è una stortura nel ragionamento della società. La donna ha ragione. L’uomo ha torto. La donna può umiliare, degradare, infangare e l’uomo deve pagare. Mater semper certa est… e anche qui c’è molto da riflettere. Vi lascio un po’ all’immaginazione. Penso che sia giunto il momento di rispolverare i 10 comandamenti. Se una persona li segue, non può sbagliare. Con la massima stima.

Mauro Antonio Pedroli
Lugano

Caro Mauro Antonio Pedroli, credo di capire che la riflessione verta soprattutto sul concetto di incomunicabilità e su quello che potremmo definire come una sorta di pregiudizio positivo sempre a favore delle donne. Parto da questo secondo spunto di riflessione. Fermo restando che una persona non ha ragione o torto a seconda del sesso di appartenenza, senz’altro esistono casi di donne che tiranneggiano gli uomini. Ed è vero che - a parte nelle barzellette - non viene praticamente mai tematizzato il fenomeno dei maschi bullizzati dalle femmine. Tuttavia, proprio rispolverando le cronache di molti delitti passionali, mi pare di poter dire che nella maggior parte dei casi succeda il contrario. Purtroppo sono soprattutto le donne a subire, ad essere umiliate, degradate e infangate. E lo sono non solo in termini di violenza domestica, ma anche in termini di cultura o subcultura maschilista, di convinzione ancora larvatamente diffusa che la donna sia in un qualche modo «proprietà» di un maschio. Finché questo tipo di mentalità non sarà smantellata, le vittime saranno molto più spesso donne che uomini. Passiamo al tema dell’incomunicabilità tra le persone. Sì, è vero, ognuno è un pianeta a sé. Tu dici rosso e un altro vede arancione. Trovi bella una cosa che io trovo brutta. Per tornare al tema precedente, sono state scritte milioni di pagine sulle differenze di percezione delle stesse cose tra uomini e donne, in parte esagerate, in parte oggettive. Che fare? Arrendersi all’impossibilità di incontrarsi, di spiegarsi a vicenda, di mettere le reciproche carte in tavola? Penso che la diversità di vedute e di percezioni possa spaventare e portare a incomprensioni e conflitti. Ma può anche essere un’enorme ricchezza, un’occasione di uscire dalla propria bolla per capire quella degli altri o delle altre. Il decalogo aiuta, certo; il dialogo ancora di più.