La Posta di Carlo Silini

Quant'è rilassante sapere di non sapere

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Carlo Silini
30.09.2022 06:00

Ciao, buon tutto Carlo. Mi sono messo davanti allo specchio e mi sono detto: non imparerai mai nulla dalla vita se credi di aver sempre ragione. Così mi sono promesso di cercare, provare, che sarebbe cosa buona diventare più umile e imparare. Spero metterci impegno e che non resti un vacuo desiderio, promessa. «Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere - scriveva Luigi Pirandello - mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io».

Graziano Carnielli
Bellinzona

Caro Graziano Carnielli, in un mondo di tromboni patologici ed esimi cattedratici del bla bla è consolante che qualcuno sappia coltivare intelligentemente i dubbi e le incertezze e riscopra il sano suggerimento evangelico del «non giudicare». Su quest’ultimo concetto mi inchino a Gesù Cristo e anche a Pirandello: ubi maior minor cessat.

Sull’altro aspetto, un tempo credevo che quei signori che esibivano granitiche certezze in qualsiasi campo dello scibile umano - dalla politica allo sport, dalle relazioni umane alle scienze «dure», dal mondo del lavoro alla soluzione dei più acuti o frivoli dilemmi come la fame nel mondo o le reciproche cornificazioni tra Totti e Ilary Blasi - fossero straordinariamente sicuri di sé. Oggi tendo a credere l’esatto contrario, penso che se uno sa sempre tutto da qualche parte bluffa, e se bluffa probabilmente è perché non vuole mostrare agli altri le proprie carenze - ergo, detto senza giri di parole - la propria monumentale ignoranza e insicurezza. Invece trovo così rilassante la consapevolezza di non sapere! Non solo per questioni di umiltà e onestà intellettuale e morale (virtù che fanno onore a chi le pratica), ma per semplicissimo quieto vivere. Se sai di non sapere e non lo nascondi agli altri, non ti senti costretto a pantomime arroganti e antipatiche che, tra l’altro, si traducono molto spesso in solenni figure da imbecille (perché di qualsiasi argomento tu disquisisca, fra i tuoi interlocutori c’è inevitabilmente qualcuno che ne sa più di te). Il mio consiglio ai lettori, quindi, è di fare proprio come Graziano: mettersi davanti a uno specchio e dirsi che è piuttosto stupido pensare di avere sempre ragione.

Attenzione, però. C’è un’umiltà intelligente che ti spinge a non dare nulla per scontato, a vagliare ogni cosa con il filtro del ragionamento e, se possibile, delle prove «scientifiche» prima di avallarlo come un dato certo e incontrovertibile. Ma c’è un’umiltà autodiscreditante che paralizza il cervello e spinge a credere che il vero, per te, non sia mai raggiungibile. Non è senso critico, è critica senza senso, mortificazione della propria intelligenza, sfiducia nei propri mezzi cognitivi e intuitivi. Invece, dobbiamo dirci che dentro ognuno di noi c’è un piccolo Einstein, che la fatica dello studio e del ragionamento porta sempre buoni frutti. E che pensare con la nostra testa, con tutti i suoi limiti, è sempre meglio che pensare con la testa degli altri.

Buon tutto anche a te.