La posta di Carlo Silini

Saresti disposto a farti sbranare da un leone?

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Carlo Silini
30.08.2022 06:00

Tutte le forme di vita, umana, animale, vegetale, microbica eccetera, sono sistemi digestivi interdipendenti. Ergo: vita mia, morte tua. L'aumento sfrenato dell'umanità è a scapito di tutte le specie, umanità compresa. Medicina e religioni sono tra le cause del problema.La medicina prolunga la speranza di vita, un bene egoista ma nocivo per le collettività di vita. Le religioni promuovono le nascite facendo credere per di più a una superiorità umana. Un esempio di «superiorità» umana? Per andare da A a Z l’essere umano moltiplica il suo peso per 21 (essere umano medio: 60 kg; macchina media: 1.300 kg). Ma non basta il peso, bisogna pure asfaltare, cioè distruggere forme di vita da cui dipendiamo. Già sentito parlare di studi per una mobilità differente? Io no. Già sentito parlare di studi per nuove strade e gallerie? Io sì.

César-Louis Floris, Caslano

La risposta

Caro César-Louis Floris, prometto di informarmi meglio sulla «mobilità differente» e sugli «studi sulle nuove strade e gallerie», perché al momento mi sento scarso in materia e rischierei di parlare a vanvera. In attesa di saperne di più, mi concentro sulle sue riflessioni di partenza. Mi ricordano alcune frasi che in gioventù mi avevano dato parecchio da pensare: «L’uomo è un tubo digerente che predica saggezza da una parte ed ha scarsa responsabilità dall’altra», scriveva l’illuminista francese Denis Diderot. Se siamo tubi digerenti, aggiungeva il suo collega tedesco Ludwig Feuerbach «l’uomo è ciò che mangia». E con questa espressione intendeva dire che «i cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello, in materia di pensiero e di sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore». Mi sembrano idee non troppo diverse dalle sue. Sono chiare e oggettive, ma secondo me peccano di eccesso di materialismo.

Sono visioni che ho ritrovato, qualche anno fa, nelle tesi di un certo ecologismo radicale che considera – anche qui: in parte a ragione – la razza umana come il più grande parassita del pianeta, l’animale dominante che usa le altre specie, animali e vegetali, solo per soddisfare i propri biechi interessi. Le coltiva o le alleva, le mangia e le sfrutta, ponendosi automaticamente al di sopra di loro.

Ora, è vero che spesso l’uomo è ingordo e tiranno con le altre forme di vita e perfino con la propria, ma ogni volta che sento qualcuno dire che l’uomo dovebbe sparire a vantaggio dell’equilibrio della natura mi chiedo a che squadra appartenga: a quella degli esseri umani o a quella delle blatte o dei cetacei? E mi vien voglia di chiedergli se è disposto a lasciarsi divorare da un leone o dalle termiti per rispettare il ciclo alimentare dei grandi felini o degli insetti. Io tifo per l’ambiente, per la fine di uno sfruttamento folle e indicriminato delle risorse, per l’empatia verso tutti i viventi. Non per l’annullamento della specie a cui io e anche lei apparteniamo.