Ventisei Cantoni

In dubio pro natura

Lupo, l’UFAM conferma: branchi stabili e predazioni in calo dopo l’introduzione dei tiri preventivi – Fa discutere uno studio del professor Raphaël Arlettaz, capo del Dipartimento Biologia della conservazione dell’Università di Berna
Moreno Bernasconi
28.10.2025 06:00

Da quando, nel 2022, il Parlamento ha votato la revisione della Legge sulla caccia che autorizza i tiri preventivi sui lupi, l’incremento esponenziale del numero di lupi si è fermato, il numero dei branchi si è stabilizzato e quello delle predazioni è diminuito. A dirlo è l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM: nel 2019 c’erano solo 7 branchi e una quarantina di lupi; nel 2022 c’erano 35 branchi e 320 lupi; nel 2019 le predazioni erano 449, nel 2022 sono schizzate a 1.798 mentre un anno dopo, nel 2023 (alla fine della prima fase regolatoria), sono scese a 1.260; alla fine della seconda fase regolatoria, nel 2024, sono tornate ai livelli del 2020 (926). L’UFAM ne conclude che «la regolazione del lupo sulla base della normativa adattata mostra i primi effetti».

Forti di questo risultato rallegrante, sei Cantoni hanno inoltrato nuove richieste di ampliamento dei tiri regolatori preventivi: Vallese, Vaud, San Gallo, Svitto, Grigioni e Ticino. Nel Canton Vallese, il cambio di paradigma ha avuto i risultati seguenti. A fine 2023 c’erano 13 branchi di lupi; 11 a fine 2024. Nella prima fase di tiri preventivi (2023-2024) sono stati abbattuti 27 lupi ; nella seconda fase (2024-2025) 34 lupi. Il numero di predazioni si è contratto significativamente: nel 2023 ci sono stati 150 attacchi e 401 predazioni; nel 2024, 112 attacchi e 341 predazioni. Visti i risultati, in Vallese fa discutere uno studio del professor Raphaël Arlettaz, capo del Dipartimento Biologia della conservazione dell’Università di Berna. Esso afferma infatti che «Le predazioni sono sì diminuite in Vallese fra il 2023 e il 2024, ma non è possibile sapere se ciò è dovuto ai tiri regolatori. Ci vorranno anni per vederci più chiaro (…). Mentre le misure incisive di protezione delle greggi - afferma lo studio - funzionano in ogni modo (…), in particolare se esiste una concomitante presenza del pastore, di un cane pastore e di recinzioni elettriche. Nel regime di regolazione attuale, una stabilizzazione o riduzione degli effettivi è illusoria malgrado l’intensità dei tiri letali effettuati. La ragione è un intervento troppo limitato sul segmento riproduttore (10-12%)». Il Rapporto Arlettaz conclude che «l’intensificazione dei tiri letali voluta dai politici aggraverebbe la situazione, produrrebbe uno sforzo sproporzionato e aumenterebbe i costi».

Il ricercatore suggerisce quanto segue: 1. «Anziché intensificare i tiri preventivi, aumentare il monitoraggio e la raccolta di campioni genetici» (non vengono indicati i costi) 2. «Rafforzare il lavoro di reporting e perizie di specialisti e istituire una Task force lupo Vallese» (non vengono indicati i costi). Il professor Arlettaz ha inoltre preso posizione sulla stampa, esprimendo critiche al Governo vallesano e indicando di essere in sintonia con la Mozione 142 adottata dal Congresso mondiale per la protezione della natura ad Abu Dhabi il 14 ottobre scorso che punta il dito contro la Svizzera. Il Rapporto Arlettaz contiene dati interessanti, fra gli altri la bassa percentuale di tiri effettuati sui riproduttori. Ma, a ben guardare, cerca soprattutto di confutare l’utilità dei tiri preventivi in quanto tali. La lettura della mozione 142 del Congresso mondiale per la protezione della natura spiega parecchie cose: «Inquieto del fatto che la regolamentazione svizzera sulla caccia autorizza l’abbattimento su larga scala del lupo; Constatando che è provato che la destabilizzazione dei branchi di lupi aumenta le predazioni; Preoccupato del fatto che i Cantoni svizzeri autorizzano i tiri notturni al lupo con apparecchi termici, ciò che pone problemi di legalità e di benessere degli animali (…), il Congresso mondiale della natura 2025 chiede urgentemente alla Svizzera di modificare la regolamentazione della caccia affinché la gestione del lupo rispetti le conoscenze scientifiche e gli obblighi internazionali e applichi in modo coerente il principio di precauzione “In dubio pro natura”».

Una domanda sorge spontanea: «In dubio pro natura significa In dubio pro lupo?». Per quale ragione cerbiatti, vitellini e agnelli devono essere esclusi dall’applicazione del principio «In dubio pro natura?». Come direbbe Orwell: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni (i lupi) sono più uguali degli altri».