L'editoriale

La crisi del '73: tutti a piedi, anche Joan Baez

La crisi petrolifera provocata dalla guerra dello Yom Kippur, scoppiata il mese precedente tra Israele e una coalizione composta da Egitto e Siria, mandò in tilt l’economia internazionale
Prisca Dindo
05.08.2022 06:00

Lo spettro di una crisi energetica che si aggira per l’Europa riporta alla mente di molti boomer ticinesi i ricordi di una giornata particolare. Era il 25 novembre 1973 e su strade e autostrade ticinesi la gente faceva festa. Armati di gessetti, i bambini coloravano l’asfalto scuro e i genitori osservavano spensierati i loro scarabocchi discutendo tra di loro. Alcuni erano giunti inforcando la bicicletta (la pedalata assistita non era ancora stata inventata), altri a piedi. Qua e là, spuntavano tende d’accampamento pronte per gli ospiti di picnic improvvisati.

Io, che allora avevo otto anni, sfrecciavo con il mio go kart a pedali lungo la Cantonale tra Bellinzona e Cresciano. Ero la padrona della strada: di auto e camion, neppure l’ombra.

Nel frattempo sul lago Lemano Joan Baez si recava a cavallo dal suo albergo alla sala dei congressi a Montreux, dove aveva in programma due spettacoli.  

Nessun taxista avrebbe potuto accompagnarla. Quella domenica d’autunno, come ricorda il sito amag.ch, la cantante folk americana visse in prima persona le ripercussioni della prima delle tre domeniche con divieto assoluto di circolazione decise dal Consiglio federale. E insieme a lei, l’intera popolazione del Paese.

La crisi petrolifera provocata dalla guerra dello Yom Kippur, scoppiata il mese precedente tra Israele e una coalizione composta da Egitto e Siria, mandò in tilt l’economia internazionale. Il costo del barile di petrolio schizzò alle stelle e l’Occidente fu costretto a introdurre drastiche misure immediate per ridurre i consumi di carburante. Berna poteva contare su riserve di petrolio sufficienti per soli sei mesi. Per resistere, si accodò al resto del mondo e promulgò le famose «domeniche senz’auto».  

In tutto il Paese furono banditi camion automobili e motociclette. Uniche eccezioni, i trasporti pubblici, le ambulanze, i pompieri e il trasporto di alimentari freschi. Chi sgarrava era punito con multe salate: da duecento a quarantamila franchi. Non proprio bruscolini.

Contrariamente ai presagi, pochi vissero la decisione con insofferenza. Anzi: le domeniche senz’auto si trasformarono in momenti di festa. L’entusiasmo era tale che un anno dopo fu lanciata un’iniziativa per l’introduzione di dodici domeniche all’anno senza veicoli e aerei a motore.

L’iniziativa popolare viene accolta, ma poi bocciata alle urne nel 1978 con quasi il 64 percento di No. 

L’iniziativa fallì. Tuttavia qualcosa nel mondo dei motori cambiò. Le case automobilistiche iniziarono a puntare sui modelli che consumavano meno. L’epoca dei motori ecologici era iniziata.

A distanza di quasi cinquant’anni, ci risiamo. In autunno gas ed elettricità potrebbero scarseggiare e Berna è di nuovo alla ricerca di soluzioni d’emergenza.

Ospite a Sessa per i festeggiamenti del primo d’agosto, il Consigliere federale Guy Parmelin ha invitato la popolazione a reagire alle difficoltà con ottimismo e fermezza. «Si prospettano tempi meno sereni, anzi turbolenti» – ha ammonito. «Tuttavia – ha subito aggiunto - la paura deve essere vinta e trasformata in una risorsa per reagire contro le difficoltà».

Chissà se riusciremo di nuovo a trasformare i momenti di crisi in opportunità di crescita, fornendo prova di buonsenso in vista di un autunno difficile.