La piena maturità di Max Verstappen

Tra polemiche, ricatti, giustizie sommarie, reclami, la Formula 1 del 2022 ha il suo campione con quattro gare d’anticipo, che sono una enormità rispetto al titolo dello scorso anno deciso all’ultimo giro dell’ultimo GP. Il denominatore comune è Max Verstappen, sempre lui, protagonista o di un controverso Gran Premio di Abu Dhabi 2021, nel quale, ai più, è rimasta la convinzione di un Mondiale sottratto a Lewis Hamilton. Ma se allora il confronto tra Mercedes e Red Bull si era protratto sino al fotofinish, stavolta quello tra Red Bull e Ferrari si è deciso anzitempo per ko tecnico di Maranello. Così Verstappen ha avuto vita facile, anche se Charles Leclerc è stato un rivale ostico quanto velocissimo, come testimoniano le pole position (9) a ripetizione. Quello di Verstappen, con 12 affermazioni in 19 gare, è stato un dominio netto, senza discussioni, per un pilota cresciuto moltissimo, che pur giovanissimo sta vivendo una piena maturità agonistica. Ma chi è Max Verstappen, il fresco bi-campione del mondo? Quali sono le sue caratteristiche, le sue debolezze? Proviamo a fare il punto.
L’uomo
Cresciuto accanto al padre Jos, ex-pilota di F.1 di buon livello, Max ha avuto una scuola durissima, costellata anche, nel periodo giovanile dei kart, da sonori scapaccioni e bruschi rimproveri. Da due anni il padre ha fatto un passo indietro e accanto a Verstappen c’è Stella Piquet, figlia di Nelson e madre di un bimbo avuto dal pilota russo Daniil Kvyat. Stella, che ha 32 anni, quindi 7 più di Max, ha dato equilibrio al campione, facendogli scoprire che cosa sia il tempo libero fuori dai circuiti e la spensieratezza di chi ha sangue per metà brasiliano. Verstappen adesso sorride, è meno rigido nei rapporti, fa persino delle battute. Solo merito di Stella? Forse anche no: forse è semplicemente cresciuto…
Il pilota
Verstappen ha conquistato il primo titolo dopo 7 stagioni di F.1, che non sono poche. Poi nell’arco di 10 mesi ha replicato. Mentre prima era un pilota irruento, che voleva tutto subito e non mollava mai dalla prima curva, restando a volte vittima di evitabili incidenti, quest’anno la musica è cambiata. Max è diventato un pilota posato, che non fa più scorrettezze e capitalizza tutto, accontentandosi anche dei piazzamenti. Confrontarsi per anni con un campionissimo come Hamilton lo ha migliorato e lo ha fatto meditare su tante superficialità del passato, senza nulla togliere alla sua naturale aggressività.
I successi
Aveva cominciato male, Verstappen, il campionato. Due ritiri in tre gare e una dichiarazione neanche troppo sottovoce: «La Ferrari è molto forte, il titolo lo vincerà Leclerc». Nulla di più sbagliato. Dal GP di Imola in poi, Max ha cominciato a vincere e nessuno lo ha più fermato, grazie a una Red Bull-Honda molto veloce, molto stabile (grazie all’aerodinamica) molto delicata nel consumo delle gomme. Difficile stabilire la vittoria più bella. Probabilmente quella di domenica perché ottenuta nelle condizioni peggiori di aderenza.
Punti deboli
Zero momenti difficili né sbavature per Max. Una sola gara sguaiata, quella di Singapore, dove a causa del cambio di motore partiva lontano ed ha pasticciato più del dovuto, giungendo settimo. Stesso piazzamento di Silverstone, dove era primo ed era arretrato per una foratura.
Rivali
La Mercedes, spauracchio delle ultime stagioni, non si è mai vista per cui la principale antagonista della Red Bull è stata una Ferrari velocissima nelle prime cinque gare, poi arretrata a causa di guai di motore ma soprattutto per un’aderenza mai sufficiente - dovuta a gomme che si degradavano o consumavano - per battagliare per il primo posto. Avvincenti i duelli tra Verstappen e Leclerc, stranamente senza scorrettezze.
La prodezza
La partenza al rallentatore a Suzuka ma poi la successiva rimonta in rettilineo con sorpasso all’esterno ai danni di Leclerc. Roba da antologia. E poiché mancano ancora 4 gare, Max potrebbe deliziarci con altro ancora. Perché tra le sue qualità c’è quella di non abbassare mai l’asticella.