La posta di Carlo Silini

Basta rimpianti: spesso è la vita a decidere per noi

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Carlo Silini
28.03.2022 06:00

Ah! Se potessi tornare indietro... Quante volte, nell’età dell’esperienza di una vita vissuta, abbiamo pensato questa frase? Quante volte la pensiamo? Forse per rimediare allo studiare che non abbiamo fatto nelle scuole primarie o per non avere seguito studi superiori per diplomi che avrebbero permesso impieghi meglio retribuiti? O magari a livello privato, matrimonio sbagliato, decisioni non appropriate o il mancato coraggio nell’affrontare qualche progetto? È quando ci si trova avanti con gli anni e ci si confronta con il bilancio della vita che si fa sentire questo rammarico che quasi tutti abbiamo. Certo, negli anni Cinquanta la visione era diversa come anche le prospettive, gli impieghi e le possibilità di lavoro. Chi, come me, appartiene a questa era, non ha avuto tante scelte. Oggi è tutto diverso. È cambiata anche la gente, il modo di vivere, il concetto della vita. Il volere tutto e subito è diventato il desiderio di tutti. Si sono moltiplicate le possibilità ma anche le nostre pretese. E molto cambierà ancora. Lei, signor Silini, si allinea sul mio pensiero, crede che basterebbe poter tornare indietro per poter considerarsi soddisfatti? La nostra natura umana non lo permette, purtroppo la vita è per una volta sola.

Giacomo Realini, Caslano

La risposta

Caro Giacomo Realini, credo che non sia necessario sfondare il muro dei Settanta per sperimentare questo strano – e in fondo assurdo – sentimento del rimpianto. Le scelte di cui poi ci si pente non hanno età e conosco persone che vivono nel loro tormento fin da giovanissime: ogni volta che superano un bivio (cosa che, se ci pensiamo, succede quasi quotidianamente) si macerano nel dubbio di aver imboccato la strada sbagliata. Naturalmente non è assurdo ponderare tutti gli aspetti legati a una scelta, anzi. È sacrosanto ragionare sui pro e sui contro, sulla capacità che abbiamo di portare avanti una decisione o meno, sulle conseguenze per la nostra vita, eccetera. Ma non serve a molto crucciarsi per ciò che si è deciso di non essere o di non fare. Prima di tutto perché il passato è passato e non abbiamo alcun potere di modificarlo a posteriori. Poi perché non abbiamo nessuna prova che la scelta alternativa a quella che abbiamo fatto sarebbe stata la migliore. Infine perché è una grande illusione pensare di poter controllare la vita, programmando ogni minuto col bilancino delle nostre convenienze, preferenze e possibilità. A volte è la vita stessa che decide per noi e dietro l’angolo della strada che col senno di poi non avremmo preso ci fa incontrare qualcosa di ancora più importante: una possibilità insperata, un colpo di scena esagerato: per esempio l’amore. Viceversa, la «scelta migliore» a volte si rivela la meno fortunata. I passeggeri che non hanno fatto in tempo a imbarcarsi sul Titanic hanno sicuramente stramaledetto il destino che li aveva privati della possibilità di viaggiare su quel transatlantico da sogno. Si sa come è finita. In conclusione, visto che non siamo in grado di cambiare il passato, non ci resta che benedire il presente, che è poi il risultato di tutte le scelte, giuste e sbagliate, che hanno fatto di noi quello che siamo.