La posta di Carlo Silini

Il Real Madrid e quell'immanicato di Benzema

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Carlo Silini
19.05.2022 06:00

Caro Carlo Silini, è aberrante il modo superficiale, disinvolto e distorto con cui si tira in ballo la categoria di «discriminazione». Discriminazione è un torto che patisci senza che tu abbia fatto niente, solo per il fatto di appartenere a una categoria o per qualche caratteristica fisica o psicologica. Poi ci sono i comportamenti, fatti, pensieri, parole, opere e omissioni: tutte decisioni che possono essere gravide di conseguenze. Scegli di fare o di non fare. Di dire o di non dire. In ogni caso, te ne assumi le conseguenze. Non si chiama discriminazione. Si chiama «assumersi la responsabilità delle proprie scelte». Forse il fatto che ci siano in giro così tanti adolescenti disagiati e problematici deriva dal fatto che ci sono tanti adulti che non sono mai diventati tali.
Francesco Mazzucotelli, Bergamo

Caro Francesco Mazzucotelli, non vorrei che per sottolineare che cosa non sono le discriminazioni si finisse col ritenerle inesistenti: in troppi ambiti assistiamo a palesi ingiustizie che penalizzano individui che meriterebbero molto di più. Ciò detto, è vero che il mondo pullula di «sedicenti discriminati», cioè di persone che confondono i diritti reali coi diritti immaginari. Spesso la percezione di essere vittime di ingiustizia scaturisce da un’erronea concezione dell’uguaglianza. Sei discriminato quando ti trattano in modo diverso o ti escludono da un’opportunità o da un servizio a cui hai diritto in base alla tua nazionalità, al sesso, al colore della pelle, all’ascendenza o origine nazionale, etnica o sociale, a caratteristiche genetiche, di lingua, di religione o convinzioni personali, di opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, di appartenenza ad una minoranza nazionale, di patrimonio, di nascita, per disabilità, età, orientamento sessuale o identità di genere eccetera. Sei hai diritto a determinate prestazioni mediche non conta il colore della pelle o della bandiera del partito, ne hai diritto e basta. Non ti vengono corrisposte? Non ci sono santi: sei stato discriminato e fai bene a rivendicare giustizia. Così come se hai tutte le qualifiche per partecipare a un concorso di lavoro è profondamente ingiusto che ti scartino perché sei donna, gay o credi in Allah.

Questo però non significa che tu abbia automaticamente diritto a tutto quello che desideri. Oltre ai diritti, che vanno sempre rispettati, esistono infatti le capacità personali, l’impegno, il talento, in una parola: i meriti personali. Su questo a volte si fa un po’ di confusione, arrivando a rovesciare i concetti. È un po’ come a scuola. Può essere che ci sia il professore che fa passare i suoi pupilli e blocca i ragazzi che gli stanno antipatici. Ma è più ragionevole pensare che se uno viene bocciato in otto o nove materie non è perché non sorride, ma perché non studia a sufficienza. Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non siamo tutti uguali tra di noi. Anch’io avrei tanto voluto essere l’attaccante di punta del Real Madrid, invece - chissà perché - hanno preso quell’immanicato di Benzema.