La posta di Carlo Silini

Non c'è tempo da perdere, basta con gli sprechi

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Carlo Silini
08.09.2022 06:00

Egregio signor Silini, ho letto con attenzione lo scritto del sig. Claudio Boër e la risposta data. Da quando ho finito il tirocinio a oggi, mi occupo di radiocomunicazioni. Ho vissuto l’evoluzione dei mezzi tecnici da 60 anni a questa parte partecipando, con il mio modesto contributo, alla straordinaria storia delle telecomunicazioni. Il lavoro era sempre quello di migliorare rendendo un servizio sempre migliore agli abitanti del globo. Cosa possiamo dire oggi nel poter conversare con una persona lontana vedendola, di poter chiedere aiuto in qualsiasi occasione di bisogno, di poter comunicare, come in questo caso, senza inquinare cercando un miglioramento? Tante volte mi sono chiesto se la stupidaggine di certi programmi TV possa essere compensata da documentari e programmi scolastici. Ma se certe cose esistono è perché qualcuno le frequenta. Non è certo colpa del mezzo. Nel concreto penso proprio che nessun produttore di tecnica sia in grado di rispondere alla domanda del signor Boër. Il vero inquinatore non è il produttore che ha investito studi e fatiche per produrre comodità ai benpensanti. Il vero inquinatore è colui che dei meravigliosi mezzi a disposizione fa cattivo uso. Dall’educazione in famiglia e nella scuola ci aspettiamo molto. Purtroppo, con gli esempi che stiamo dando oggi ai nostri giovani il compito è alquanto arduo. Ma dobbiamo farlo, per il bene di tutta la società di oggi e di domani.

Renato Ramazzina, Bellinzona

La risposta

Caro Renato Ramazzina, se potessi lascerei volentieri campo libero a lei e all’ingegner Boër per un confronto tra esperti. Come attesta anche il suo Museo della Radio sul Monte Ceneri, lei conosce molto bene lo sviluppo delle telecomunicazioni da oltre mezzo secolo a questa parte. Il discorso avviato col professor Boër commentava una precedente lettera di Isa Regazzoni sugli sprechi invisibili legati alle email. Pochi, infatti, si rendono conto dell’immane consumo di energia legato allo scambio globale di dati 24 ore su 24 reso possibile da 45 miliardi di server accesi nei data center di tutto il mondo, che per funzionare richiedono elettricità e acqua per il raffreddamento dei macchinari. Gli studiosi hanno definito il fenomeno con la suggestiva espressione di «inquinamento dormiente». Lei sostiene che i primi responsabili degli sprechi siamo noi utenti finali quando facciamo un cattivo uso di questi strumenti. Possiamo fare molto per ridurli e nella lettera alla signora Regazzoni indicavo alcune accortezze, come cancellare i vecchi messaggi di posta elettronica, allegare solo foto in bassa risoluzione, impostare un filtro antispam. Claudio Boër, invece, è dell’idea che i maggiori responsabili degli sprechi siano i produttori di cellulari, iPod, iPad e PC, che sanno esattamente dove noi consumiamo di più e potrebbero indicarcelo chiaramente, ma non lo fanno. Non so chi di voi due abbia ragione sul maggior colpevole degli sprechi (produttori o consumatori?). Ma con la guerra in Ucraina che minaccia le nostre capacità energetiche, sia i primi che i secondi devono fare tutto ciò che è in loro potere per risparmiare anche solo una scintilla di elettricità.