L'editoriale

Lugano tra paure e nuove chance

Lunedì prossimo nel Consiglio comunale di Lugano vi sarà la discussione generale sul tema del Plan B e delle criptovalute partendo da un’interpellanza dell’area rosso-verde molto critica sull’argomento
Bruno Costantini
02.02.2023 06:00

 Lunedì prossimo nel Consiglio comunale di Lugano vi sarà la discussione generale sul tema del Plan B e delle criptovalute partendo da un’interpellanza dell’area rosso-verde molto critica sull’argomento («In che mondo opaco e speculativo si è ficcata la Città?») che è invece portato avanti con determinazione dal Municipio, già sollecitato sulla questione negli scorsi mesi dal gruppo liberale. Non sempre nei Legislativi le discussioni generali servono a qualcosa, se non agli schieramenti per posizionarsi politicamente tanto più in momenti elettoralmente caldi. Mancano due mesi al rinnovo dei poteri cantonali e per i partiti del principale centro ticinese è una prima occasione per contarsi in vista poi delle Comunali del prossimo anno quando in particolare su Lega, PLR e PS, per ragioni diverse, peseranno diverse incognite. Quella di lunedì, però, non è una discussione inutile, sempre che non la si voglia rendere tale. In primo luogo, perché tocca un tema che per molti e per buona parte della popolazione resta ancora una cosa fumosa, inafferrabile, incomprensibile, una specie di (cripto)setta. In secondo luogo, perché le preoccupazioni e i dubbi sollevati da chi teme che la Città si sia gettata con eccessivo entusiasmo in un mondo oscuro (sennò che cripto sarebbe?) senza regole di controllo a differenza del sistema valutario e finanziario tradizionale, con accentuati rischi speculativi e truffaldini, con un partner per alcuni assai poco rassicurante come Tether e un bislacco accordo di collaborazione con El Salvador, non possono essere semplicemente scopati sotto il tappeto come fastidioso intralcio a un cammino luminoso. È vero che il sindaco Michele Foletti ci mette la faccia, ma ciò non basta per fugare tutti i legittimi dubbi su un settore che a livello internazionale ha subito anche clamorosi rovesci. Ben venga allora la discussione generale in Consiglio comunale se permetterà di chiarire questi aspetti, benché vi sia da presumere che, a dipendenza della capacità municipale di convincere, i timori non finiranno lì.

C’è tuttavia anche da non dimenticare che quella avviata dalla Città sulla digitalizzazione e sull’innovazione è soprattutto una campagna di marketing territoriale, che quest’anno avrà a disposizione mezzo milione di franchi, per trasformare Lugano, grazie alla creazione di ambienti adatti, nella capitale europea della blockchain, cioè, in parole povere, della tecnologia per gestire in modo sicuro le monete virtuali. Non bisogna dunque confondere il partner del Plan B con la nuova tecnologia e le conoscenze che la Città, insieme al sistema accademico, vuole creare in questo campo; una realtà che non si può ignorare, con la quale, piaccia o non piaccia, ci dovremo confrontare e che la capitale economica del cantone fa bene a coltivare ritrovando l’ambizione di proiettarsi verso il nuovo e di riaffermare il proprio spirito d’apertura, alla faccia di certo primanostrismo «tra da nüm» che alberga anche sulle rive del Ceresio (dove comunque convivono 142 nazionalità e l’uso della lingua inglese è sempre più diffuso). L’idea di attrarre a Lugano società e giovani da diversi Paesi con la voglia di creare qualcosa di nuovo in una prateria tecnologica dai grandi orizzonti va valutata positivamente, pur mettendo in conto che nello «startuppismo» e nella retorica dell’innovazione ci sono inevitabilmente anche la fuffa e i Tewanna Ray. D’altra parte, l’immagine che Lugano cerca di costruirsi in questo ambito qualche risultato lo porta. Per esempio, proprio lunedì pomeriggio gli appuntamenti internazionali del Festival dell’economia di Trento del Gruppo 24 Ore faranno tappa all’USI con un convegno sulla transizione ecologica tra finanza digitale e sfida energetica. La Città e la sua classe politica dovranno dunque avere la capacità di salire sul treno dei cambiamenti tecnologici evitando di sbagliare i compagni di viaggio.