Il commento

L’unione di intenti e il riccio

L'Ambrì Piotta punta sulla compattezza contro tutto e tutti: sarà la decisione giusta?
Flavio Viglezio
25.04.2023 06:00

Dopo sei settimane di un silenzio per certi versi assordante, l’Ambrì Piotta è tornato a parlare. Timori, voci e speculazioni si erano a dire il vero evaporati con 24 ore di anticipo, quando Luca Cereda aveva candidamente confermato la sua permanenza sulla panchina dell’Ambrì Piotta anche per la prossima stagione. La telenovela è dunque terminata: il club biancoblù prosegue sulla via tracciata sei anni fa, quando proprio all’hotel Unione di Bellinzona – dove si è tenuta l’attesa conferenza stampa – era ufficialmente cominciata l’era targata Cereda e Paolo Duca. E proprio l’unione – di intenti – è stato il fulcro del lungo discorso pronunicato da Filippo Lombardi. L’Ambrì Piotta va avanti e raccoglierà le sue nuove sfide sulle fondamenta di una compattezza a prova di bomba tra la dirigenza e la direzione tecnica: è questo il succo del messaggio del presidente biancoblù.

Non ci sono dubbi: la stagione terminata con la conquista della Coppa Spengler, ma anche con l’esclusione dei pre-playoff, ha lasciato il segno. Ed allora Lombardi – abilissimo comunicatore – ha scelto di avvicinarsi alla prossima annata agonistica lasciando intendere che niente e nessuno potrà mettere in dubbio il lavoro di «Luke & Duke». Che godranno – qualsiasi cosa accada – del sostegno incondizionato della dirigenza. «Chi non è contento – ha tuonato il presidente – può anche abbonarsi ad una delle altre tredici squadre di NL». Più che una frecciatina, un missile destinato a quella frangia di tifosi che – durante e al termine della scorsa regular season – avevano espresso un certo malcontento per i risultati della squadra leventinese.

Lo sport insegna però che i proclami possono trasformarsi in un’arma a doppio taglio. L’unità di intenti sbandierata a Bellinzona ha vacillato durante la scorsa stagione, tanto che le parti si sono prese più di un mese e mezzo per analizzare la situazione e prendere una decisione. Le parole al miele di Lombardi nei confronti di Cereda e Duca sono insomma sembrate un po’ forzate. O meglio: hanno lo scopo di togliere pressione dalle spalle di coach e direttore sportivo. Va allora letta in questo senso l’analisi a 360 gradi promessa dal club e presentata ieri: l’Ambrì Piotta deve continuare a ricordarsi da dove viene e quella passata è stata una buona stagione. Si poteva fare meglio, ma sono le aspettative ad essere troppo elevate.

Nulla di nuovo sotto il sole della Leventina, insomma. Nonostante una situazione finanziaria notevolmente migliorata e – soprattutto – sotto controllo, ad Ambrì non si è ancora pronti ad accettare una pressione fisiologica, figlia di obiettivi un po’ più ambiziosi della semplice salvezza. Che è ciò che in fondo chiede quella parte di tifoseria che Lombardi ha invece voluto simbolicamente «bacchettare». Forse un pizzico di autocritica in più – solo Duca ha ammesso e citato alcuni errori commessi –sarebbe stata benvenuta ed invece il club ha scelto di chiudersi a riccio. Contro tutto e tutti. La prossima stagione dirà se è stata la decisione giusta.

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