Il commento

Lupi, orsi e turismo montano

Bisogna ricuperare apertamente la consapevolezza del fatto che l’uomo è l’unica presenza consapevole nella Natura, e che nei suoi confronti nessun animale ha dei diritti
Robi Ronza
Robi Ronza
24.08.2024 06:00

Lo scorso 16 luglio un turista francese quarantatreenne, che stava correndo su un sentiero nel comune di Dro in Trentino (una provincia alpina che è una delle maggiori mete di turismo montano in Italia), è stato aggredito da un’orsa che l’ha ferito seriamente alle gambe e alle braccia. Il turista è riuscito a sfuggire all’orsa, diversamente da quanto il 5 aprile 2023 era purtroppo toccato ad Andrea Papi, un giovane del luogo attaccato e ucciso da un orso mentre stava correndo in un bosco di Caldes, sempre in Trentino.

Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che ha fatto abbattere l’orsa, registrata con la sigla Kj1, è stato poi atteso per strada e circondato da animalisti che in coro lo accusavano a gran voce di essere perciò un «assassino». Sui «social» si trovano inoltre dichiarazioni di persone che gli augurano di venire ucciso a fucilate al pari dell’orsa, oppure di venire costretto da un domatore a ballare nelle fiere come accadeva un tempo agli orsi addomesticati, e così via. Colpisce il fatto che a dichiarazioni del genere non corrispondano proporzionate manifestazioni di sostegno per Fugatti. Inoltre ovunque, anche in Trentino, il grosso della stampa non si schiera e riferisce senza criticarli gli eccessi degli animalisti.

Nello scorso aprile è stato fondato in Italia il Conapi, un accordo tra sette associazioni di allevatori e di pastori di altrettante diverse regioni dal Piemonte al Molise e alla Campania per la costituzione del primo coordinamento nazionale per la lotta alla diffusione incontrollata dei grandi carnivori. Niente di tutto questo invece per quanto concerne il turismo montano, che pure sta subendo grossi danni.

Per quanto concerne i grandi carnivori, oltre che con la Convenzione di Berna del 1979, l’Italia deve oggi fare i conti con Habitat, una direttiva ossia una legge dell’Unione Europea che mira a «salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (…)». Le autorità italiane danno alla direttiva un’interpretazione particolarmente rigida. Nel quadro della medesima direttiva in Italia vengono abbattuti soltanto i singoli grandi carnivori che è accertato abbiano aggredito degli uomini, mentre in Francia la pericolosità può venire stabilita anche in altri modi. E in un altro Paese dell’Ue, la Romania, di recente hanno deciso di abbattere 500 dei loro circa 8.000 orsi dopo che il 10 luglio scorso una ragazza di 19 anni, che insieme al fidanzato stava percorrendo un sentiero turistico, è stata azzannata, trascinata via, uccisa e poi smembrata da un orso che dei soccorritori hanno dovuto abbattere per ricuperare ciò che restava del corpo della vittima.

Evidentemente, oltre agli impegni presi internazionalmente, pesa in Italia, persino in ambienti che ne hanno direttamente danno, l’estremismo ambientalista e animalista che si ispira alle teorie degli eredi di James Lovelock (Gaia. A New Look at Life on Earth, 1979) secondo cui Gaia, la Terra, è un essere vivente, la cui buona salute viene insidiata dalla presenza infettante e distruttiva dell’uomo sulla sua superficie. Secondo questa teoria l ’uomo sulla Terra è un intruso, che deve limitare il più possibile la propria presenza e la propria devastante «impronta» (footprint). In questo quadro gli orsi e i lupi sono sempre a casa loro; gli uomini invece sono sempre in casa d’altri.

Contro una tale convinzione a mio avviso la resistenza passiva non basta. Queste idee vanno contestate a livello culturale, altrimenti la sconsiderata resa dell’uomo contemporaneo nei confronti dei grandi carnivori e degli altri animali selvatici aggressivi non potrà essere fermata. Bisogna ricuperare apertamente la consapevolezza del fatto che l’uomo è l’unica presenza consapevole nella Natura, e che nei suoi confronti nessun animale ha dei diritti. I diritti sono il corrispettivo dei doveri che, essendo inconsapevole e totalmente determinato dagli istinti, nessun animale ha. Anche con riguardo agli animali i doveri sono un’esclusiva dell’uomo. Diversamente da quel che pensano i darwinisti estremi, gli animali non sono uomini prossimi venturi. L’uomo ha un’anima e una capacità di ragionare che non si acquisiscono per evoluzione ma – personalmente ne sono ben convinto arrivano belle fatte direttamente da un altro. È nella misura in cui di questo ci si dimentica che si giunge oggi ad aberrazioni come la manifestazione animalista contro il presidente trentino ricordata più sopra.