Ma le rondini sono rosso-verdi?

E improvvisamente ci scopriamo estremisti sostenendo l’iniziativa per la biodiversità come trecentonovanta accademici svizzeri. Ficedula, Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana, è comunque in buona compagnia con le due altre associazioni nazionali con gli stessi obiettivi, Ala e Nos Oiseaux e, in Ticino, la società di scienze naturali, quella entomologica e quella botanica. Anche la Stazione ornitologica svizzera di Sempach, che in cento anni non si era mai espressa su temi cosiddetti “politici”, ha una posizione netta sulla biodiversità e a sostegno dell’iniziativa.
La migrazione degli uccelli, la genetica delle popolazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del limite superiore del bosco sono temi da estremisti? Certo che no come non lo erano i pionieri degli studi naturalistici e coloro che, per restare in Ticino, hanno fatto battaglie epocali per gli spazi di sopravvivenza della natura. Graziano Papa, Argante Righetti, Giacomo Bianchi, Marzio Rondelli, Pietro D’Alessandri, Piergiorgio Vanossi, Guido Cotti, direttore emerito del Museo cantonale di Storia naturale, solo per citare alcuni nomi di area non rosso-verde. Flavio Cotti è stato uno dei principali attori e mediatori alla conferenza di Rio sulla biodiversità nel 1992 quando per la Svizzera ha preso impegni precisi che sono purtroppo rimasti in un cassetto del Consiglio Federale fino al 2012. Il Piano d’azione Biodiversità arriva in fretta e furia nel 2017 solo dopo che una delle associazioni proponenti dell’attuale iniziativa (BirdLife Svizzera) ne aveva inoltrato una sua al CF. Da allora la situazione a livello nazionale non è migliorata con l’introduzione di misure inadeguate. Da qui la richiesta popolare di affrontare seriamente la situazione diventata difficile. Vale ricordare l’iter parlamentare dell’iniziativa. Il controprogetto ragionevole del CF e del Parlamento, che sarebbe stato accettato dai proponenti dell’iniziativa, è stato stroncato definitivamente da una non entrata in materia dagli Stati. Oggi si assiste al tentativo di fare passi importanti indietro sugli aspetti che riguardano la natura a Berna, a iniziare dai tagli alle risorse.
Le associazioni hanno fatto i loro compiti, ora tocca ai cittadini il 22 settembre. È un’occasione epocale da non perdere per dare nuovo slancio anche alle regioni periferiche in crisi, con rinnovate basi scientifiche e operative!
Roberto Lardelli, a nome del comitato di Ficedula