La posta di Carlo Silini

Ma quanto costa all'ambiente la posta elettronica?

Si parla tanto del fatto che in Svizzera ci sarà una carenza di energia elettrica, ma come sempre ci si chiede cosa fare per averne di più e non come consumarne di meno
Carlo Silini
17.05.2022 06:00

Caro Carlo, ho cercato risposte in Internet, ma sicuramente non nei posti giusti. Mi rivolgo a te. Si parla tanto del fatto che in Svizzera ci sarà una carenza di energia elettrica, ma come sempre ci si chiede cosa fare per averne di più e non come consumarne di meno. Possiamo spegnere le luci quando si esce da una camera, spegnere gli interruttori inutilizzati, non lasciare in stand by televisori e quant’altro, ma quanto costa, in watt, inviare una, dieci, cento mail? Stare in una chat mezz’ora o un’ora? Quanti kw spendiamo quando giochiamo per una ora o tre o più? E quanto costa, sempre in watt, una ricarica del nostro cellulare? E quanti kw in un mese o un anno lasciando il nostro portatile allacciato in rete giorno e notte? Cellulari, iPad, iPod, PC, Mac e altri marchingegni elettronici di uso quotidiano consumano elettricità, non funzionano ad aria… Sono diventati come l’acqua corrente che esce dai nostri rubinetti: ce n’è sempre. La consapevolezza dei nostri consumi ci aiuterebbe, forse, a essere più parsimoniosi?

Isa Regazzoni, Manno

La risposta

Cara Isa Regazzoni, non mi ero mai posto queste domande. Non entro nel tecnico perché non ne sarei all’altezza e mi limito solo al traffico di posta elettronica. Consultando fonti che mi sembrano attendibili, scopro che un’email è dannosa per il clima quanto una busta di plastica. Lo evinco da un comunicato del 2019 del Verbraucher Service Bayern (VSB, servizio per i consumatori bavarese) che prende in considerazione le emissioni e i gas serra emessi dai server che alimentano la posta elettronica. «Lo scambio globale di dati 24 ore su 24 - spiegano - è possibile solo perché 45 miliardi di server sono costantemente in uso nei data center globali, che, oltre all’energia, consumano elettricità e acqua per il raffreddamento». Costi destinati a crescere, secondo le stime dello studio «Cisco Visual Networking Index: Forecast and Trends, 2017 to 2022», secondo il quale il traffico dati globale crescerà da 46.600 gigabyte al secondo nel 2017 a 150.700 gigabyte nel 2022 (più del triplo, quindi). Questo fenomeno poco noto è indicato col nome suggestivo di «inquinamento dormiente». «Dormiente» come le cellule terroristiche di cui nessuno si accorge fino a quando non decidono di uccidere. Aggiungo che, spulciando tra le informazioni online, ho trovato che l’emittente francese France Télévisions ha calcolato che un dipendente ogni giorno invia in media 55 email e ne riceve 33. Tutto questo produrrebbe tanti gas serra quanto 11 km di spostamento in auto. A cui vanno aggiunti i costi per i 12 litri d’acqua che raffreddano i server che memorizzano i dati. L’allarme, quindi, è del tutto pertinente. Soluzioni? Ripeto pappagallescamente quelle del VSB: eliminare le email regolarmente, allegare solo foto in bassa risoluzione, svuotare spesso il cestino e impostare un filtro anti spam per ridurre al minimo la conservazione e lo scambio di dati. Oppure, consiglio mio, torniamo a mandarci (poche) lettere di carta, un metodo che ci obbliga a spedire solo i messaggi che contano davvero, tra l’altro.