Manifestare è un diritto, ma ci sono delle regole

Ormai è divenuta una consuetudine: settimanalmente vengono organizzate manifestazioni politiche, che le autorità indicano esser “senza autorizzazione ma tollerate”.
La Costituzione svizzera garantisce la libertà di riunione (art. 22 CF), ovvero il diritto di svolgere manifestazioni, a condizione che siano pacifiche e promuovano questioni di carattere ideale (non economico). Quando le stesse si svolgono su suolo pubblico, come piazze o strade, le autorità cantonali e comunali possono condizionarle al rilascio di un’autorizzazione, affinché possano essere coordinati i molteplici interessi pubblici e privati nell’uso dello spazio pubblico (DTF 132 I 256, DTF 127 I 164). Il Tribunale federale ha stabilito che esiste un diritto di principio ad ottenere tale autorizzazione. Le autorità possono però imporre condizioni e restrizioni, purché siano proporzionate. In casi eccezionali, l’autorizzazione può essere negata se la manifestazione mette seriamente a rischio l’ordine pubblico e prevale l’interesse alla sicurezza. Nel valutare la richiesta, l’autorità deve restare neutrale e basarsi su criteri oggettivi, senza considerare il contenuto ideale o politico dell’evento. Dall’altra parte però una manifestazione non autorizzata è chiaramente illegale.
A Lugano, il regolamento sui beni amministrativi richiede un’autorizzazione preventiva per l’uso temporaneo del suolo pubblico. Queste autorizzazioni hanno il pregio di poter stabilire chi sono gli organizzatori, quale sarà il suolo pubblico toccato, gli orari, ecc. Vi è da chiedersi se una ripetitività settimanale di questi eventi sia compatibile con il principio della proporzionalità. In tale ambito, è infatti imperativo considerare da un lato, il diritto dei manifestanti di esercitare la libertà di riunione e, dall’altro, le esigenze di tutela della libertà di movimento dei cittadini non partecipanti, dei negozianti, nonché il regolare funzionamento della viabilità stradale e non da ultimo gli aggravi amministrativi correlati a tali eventi. È quindi legittimo chiedersi perché il Municipio tolleri manifestazioni illegali, creando precedenti dannosi per la collettività, e creando un incentivo a manifestazioni che, divenendo sempre più frequenti e organizzate dalle medesime persone, rischiano di compromettere i diritti fondamentali dei terzi non partecipanti.
È chiaro che non è per nulla facile per le forze di polizia, sempre più limitate da un eccesso di garantismo, intervenire quando la manifestazione illegale è già in corso, e ancor meno capire chi sono le persone che colgono l’occasione per atti di vandalismo, che sono sotto gli occhi di tutti. Per tale motivo, a mio avviso, non basta chiedersi come recuperare i costi, ma si deve agire sistematicamente con delle inchieste mirate nei confronti chi organizza le manifestazioni illegali. Con un minimo di impegno non è sicuramente difficile arrivare ai promotori che organizzano le manifestazioni illegali, ovvero senza autorizzazione. Promotori che vanno fermamente sanzionati con le pene previste dal diritto amministrativo e dal codice penale.
È infatti inammissibile che il normale cittadino venga multato se sbaglia ad imboccare una strada a traffico limitato, mentre vengono tollerati coloro che fanno strame di tali regole abusando dei diritti fondamentali che sono pur sempre il rispetto dei valori democratici.

