Il commento

Meglio marmellate che guai

I limoni del giardino californiano di Meghan sono diventati vasetti di marmellata segnando l’ingresso della ribelle nuora reale nel mercato dei cibi «firmati»
Antonio Caprarica
24.04.2024 23:30

Che Meghan l’abbia effettivamente pensato oppure no, di certo la sua nuova attività rispecchia l’antico motto: se la vita ti regala limoni (veri e metaforici), mettili in un cestino e mandali agli amici. Possibilmente numerati, che è precisamente quello che ha fatto lei, perché così il dono sembra più raro. I limoni del suo giardino californiano sono diventati vasetti di marmellata segnando l’ingresso della ribelle nuora reale nel mercato dei cibi «firmati».

È l’America, bellezza. L’unico posto al mondo in cui se non hai altri talenti ma sei per qualche ragione famosa, puoi sempre decidere di lanciare un marchio di lifestyle, che sarebbe quella cosa per ricchi che ti suggerisce cosa mangiare, come curarti, con cosa vestirti in modo da non confonderti assolutamente con il volgo fuori del tuo castello. O meglio ancora, della tua villa di Montecito, dove i Sussex conducono la loro dorata esistenza, con un unico neo: assicurarsi i milioni di dollari necessari perché la festa continui.

L’ultima trovata della duchessa è reinventarsi come nuova versione di «home goddess», la dea della casa, titolo che negli USA viene periodicamente attribuito a signore famose per dispensare consigli (a pagamento, si capisce) su come ricevere o preparare la tavola o scegliere il vino, e altre amenità, dal bon ton al giardinaggio. L’originale americano, prima di finire travolta da disavventure giudiziarie, è stata la famosa conduttrice Martha Stewart. Ora, la più recente autorità in materia è l’ex attrice Gwyneth Paltrow, proprietaria di un marchio di wellness - Goop- che grazie alla sua fama ha trasformato in un business multimilionario. Che sarebbe poi l’obiettivo (o il sogno) di Meghan con il suo ARO, acronimo già stampato sull’etichetta dei suoi prodotti (non solo marmellate ma anche posate, arredi della tavola eccetera) e che sta per American Riviera Orchard.

American Riviera è il nome alquanto pretenzioso, sul modello della molto più famosa Riviera francese, che negli States viene dato al tratto di costa californiana attorno a Santa Barbara, dove si trova per l’appunto la villa dei Sussex. E l’Orchard è giusto il frutteto di casa, che dovrebbe assicurare - si suppone- provenienza genuina ed esclusiva delle conserve di Meghan. In tema di cibi organici, del resto, la duchessa americana avrebbe a portata di mano uno dei massimi esperti del ramo: il suocero Carlo. Ma appare improbabile che l’abbia consultato in merito. Per quanto se ne sa, Sua Maestà non figura nemmeno nell’elenco dei 50 privilegiati ai quali l’aspirante nuova «dea domestica» si è premurata di inviare i primi vasetti finto-casalinghi della sua «jam». Compaiono solo celebrities e magnati americani.

Gli exploit pasticceri di Meghan, con tanto di pubblicità sulle pagine Instagram dei destinatari, sono in realtà un classico metodo di lancio soft del vero business di famiglia, ovvero il mega-contratto con Netflix. Finita la stagione del lavaggio in pubblico dei panni sporchi Windsor, i Sussex sono stati sollecitati a produrre altro per guadagnarsi la restante parte dei 100 milioni di dollari concordati. Ed ecco lei «ospitare» sulla piattaforma un programma su come essere una perfetta padrona di casa, mentre lui ne fa un altro sull’unica cosa di cui s’intende (oltre a sparare ), ovvero il polo. Sport, notoriamente, alla portata di tutti. Di certo l’annuncio non pare avere prodotto un’impennata delle azioni Netflix.

Per lanciare il suo show, la duchessa invece si è esibita ai fornelli con grembiule, e subito dopo in salotto in abito lungo da gran sera, dichiarando che la nuova serie «celebrerà le gioie della cucina e del giardinaggio, dell’intrattenere e dell’amicizia». «Ne ho viste a centinaia di tipe come lei», ha reagito irritata la decana Martha Stewart quando qualcuno l’ha paragonata a Meghan. «Se pensa di replicare ciò che ho fatto io, senza nessuna esperienza ma solo perché è sposata a un principe, le consiglio di pensarci due volte». A Buckingham Palace tengono le dita incrociate: «Meglio che Meghan faccia marmellate piuttosto che guai», è il commento unanime dei cortigiani. Dovesse andar male, come farebbero i Sussex a mantenersi se non tornando a vendere segreti di famiglia? Per evitarlo, non resterebbe forse che concedere alle marmellate di Meghan il Royal Warrant, la licenza reale che arricchisce chi la può esporre. Tanto valeva, allora, restarsene a Palazzo.