Quale futuro per l’Europa?

Oggi l’Europa è sempre più sminuita e denigrata da Trump e Putin per dividerla e renderla debole politicamente ed economicamente.
Trump intende delegare all’Europa la sua propria difesa futura mettendo in discussione la Nato, obbligando gli Stati nazionali europei a difendersi da sé ma ad acquistare materiale bellico e gas dagli Usa (non importa a che prezzo!) e imponendo dazi doganali come strumento di ricatto.
Putin intende allontanare dai suoi confini eventuali vicinanze altrui viste come minacce (nell’era nucleare!) dell’UE e della Nato.
Netanyahu sospende il «cessate il fuoco» in Palestina a suo piacimento, riprende il conflitto e il genocidio per allargare Israele e distogliendo i suoi cittadini dalle sue questioni giudiziarie.
La Cina e l’India si rivolgono sempre più ai mercati non-europei dove intravedono commerci a buon mercato per approvvigionarsi di risorse essenziali per il proprio popolo e per esportare beni a basso costo di produzione.
Il gruppo dei cosiddetti «Volenterosi» (UK inclusa) cerca di ritagliarsi un ruolo sulle decisioni di politica estera al di fuori di Onu, UE e Nato.
L’impasse dell’Onu dove i 5 Stati che siedono permanentemente al Consiglio di sicurezza, con diritto di veto, nulla fanno per cercare di risolvere con diplomazia e mezzi pacifici le ardenti questioni internazionali, comprese le centinaia di guerre nel mondo, le migrazioni e il traffico internazionale di esseri umani, di armi e di droga.
Il diritto internazionale viene sempre più calpestato svolgendosi più sui socials che nelle sedi diplomatiche appropriate.
E noi europei? Noi cittadini (UE e non) che viviamo molti di questi suddetti scenari ogni giorno sulle nostre teste, tra minacce nucleari e deficit energetici, tra incertezze e preoccupazioni, cosa stiamo facendo mentre altri decidono per noi?
Siamo impotenti e deboli perché non abbiamo una vera e propria politica estera comune che parli ad una sola voce e capace di agire e perché siamo senza una difesa comune europea per difendere i propri confini Ue, senza oltrepassarli.
I singoli Stati membri europei credono di avere più forza dividendosi politicamente e fanno a gara a chi riesce più a «ruffianarsi» (per non usare qui un termine scurrile di Trump) ai vari Trump, Putin, o Xi Jinping?
L’Europa è sotto scacco e incapace di agire insieme nelle varie questioni internazionali, perdendo così la sua forza unitaria.
L’Europa, inoltre, è in grave ritardo in cruciali settori industriali, tecnologici e della sicurezza, mentre abbandona sempre più il perseguimento del benessere sociale futuro e investe sempre meno nella sanità, nel cambiamento climatico e nel progresso.
È necessario e urgente, quindi, realizzare un diverso assetto politico-istituzionale e di funzionamento dell’UE (o almeno, per incominciare, di parte di essa) al fine di renderla una potenza (alla pari con le altre potenze mondiali) purtuttavia democratica, ma capace di agire e in grado quindi di dotarsi di effettive risorse finanziarie, consistenti e autonome dagli Stati-membri, come pure di un’unica politica estera e di sicurezza e di una reale difesa comune.
Ora, o mai più, è necessario costruire un’Europa federale, democratica e unita, capace di agire per la pace, la democrazia, la prosperità, il benessere e la giustizia, per sé e per il mondo.
Serve, con decisione e convinzione, intraprendere la strada dell’Unità politica dell’Europa avviando assieme ad altri Stati (con chi ci sta!) un’azione per una riforma dell’UE che attribuisca alle sue istituzioni poteri, competenze, risorse proprie e una sua Costituzione federale; in tutto questo pure Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Andorra, San Marino, Islanda, ecc. devono svolgere un ruolo da protagoniste.
Fino a qualche anno fa noi europei eravamo fiduciosi di andare verso anni sempre migliori grazie anche alla lungimiranza della nostra classe politica, oggi come siamo messi?
L'opinione di Franco Oriti, dottore in Scienze Politiche Internazionali, consulente in Proprietà Industriale e membro del Comitato ticinese del Movimento Europeo Svizzero (MES)

