La Posta di Carlo Silini

Riviste scientifiche al di sopra di ogni sospetto?

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Carlo Silini
02.05.2022 06:00

Caro Silini, lei ha scritto che è meglio fidarsi della scienza in tempo di pandemia, ricordando che ogni scoperta viene pubblicata su importanti riviste perché possa essere verificata, confermata o smentita, da altri scienziati. Sono stato attivo in un ramo molto teorico della ricerca. Eppure, come mi fece notare un ricercatore con un’ottima carriera, spesso la pubblicazione di risultati interessanti non è solo legata alla rilevanza della materia, ma a dinamiche poco scientifiche. Nel processo di peer-review gli autori sono conosciuti dai revisori, ma non viceversa. L’ambiente è piccolo e specialistico, la possibilità che un articolo venga giudicato da uno o più rivali accademici è alta. Se la rivista è prestigiosa, ci sono concrete possibilità che rivali abbiano interesse a far sì che l’articolo rivisto non sia pubblicato. Ora, prendiamo la medicina, che in parte è scienza, in parte arte (nel senso aristotelico). Il metodo scientifico si può applicare fino ad un certo punto alla medicina. Alla base di molte affermazioni ci sono test statistici randomizzati. Un conto è estrarre da dei dati informazioni come medie, mediane ecc. Un altro è stabilire relazioni fra fenomeni attraverso l’analisi di dati statistici, ovvero rilevare delle correlazioni: su questo punto gioca un ruolo non secondario il modo in cui i test sono condotti ed i dati analizzati. Infine, nella ricerca medica girano molti soldi: la possibilità che soldi per brevetti, farmaci ecc. portino a privilegiare, non sempre a ragione, delle strade piuttosto che delle altre nella ricerca va considerata.
Carlo Antonio Rossi, Locarno

Caro Carlo Antonio Rossi, la mia fiducia nei confronti della scienza medica - non solo in tempo di pandemia - non è fideistica: non adoro il feticcio della medicina ufficiale e non considero i professionisti che vi operano come dei sacerdoti che distillano verità assolute. Tutto quello che lei scrive mi sembra ragionevole. In realtà, non ho gli strumenti per contestare le affermazioni del suo collega ricercatore, ma le sue osservazioni appaiono credibili. Anche gli scienziati, i medici e i ricercatori sono esseri umani e, in quanto tali, sono fallibili e soggetti alle più comuni tentazioni di fama, successo economico e affermazione sociale. Perfino nel «tempio sacro» delle riviste specializzate. Non mi stupisce, quindi, che anche tra di loro possano esserci sgambetti che noi comuni mortali non possiamo o non vogliamo vedere. Non dobbiamo essere così ingenui da pensare che l’ambiente scientifico sia al di sopra delle pressioni e delle seduzioni del dio soldo. Anzi. Ciò detto - indipendentemente dal grado di correttezza e/o onestà delle persone chiamate ad applicarlo – mi fido, come ho già scritto, del metodo scientifico come sistema razionalmente più affidabile rispetto alle alternative (che vanno dalle pseudo scienze al complottismo paranoico) per avvicinarsi alla verità sulle faccende materiali. Non disprezzerei, poi, la statistica quando ci dice, per esempio, che i vaccini omologati anti-COVID sono efficaci in una forchetta che varia tra il 70 e il 95% dei casi. E sarei felice di affidarmi a chi applicasse l’arte medica nel senso aristotelico del termine e cioè come frutto maturo dell’esperienza e punto di incontro fra molte competenze empiriche.