L'editoriale

Scherrer, l'ingegnere che parla al cuore della gente

Il sindaco di Locarno non si ripresenterà in aprile (è l’unico timoniere dei poli a non farlo), mettendo la parola fine agli anni «più soddisfacenti» della sua vita
Alan Del Don
28.09.2023 15:16

Una frase, in particolare, colpì chi non lo conosceva il giorno in cui dichiarò fedeltà alla Costituzione: «È necessario mettere da parte visibilità e successi personali». Festeggiava cinquant’anni, Alain Scherrer, il 28 luglio 2015, quando diventò sindaco dopo essere subentrato a Carla Speziali in corso di legislatura. In quelli che saranno poco meno di nove anni da primus inter pares, ha capovolto quanto sosteneva Voltaire, ossia che c’è chi in seconda fila brilla e in prima s’eclissa. Lui, ingegnere elettrotecnico prestato alla politica e cantante per passione, ha dimostrato le sue capacità sia quale municipale sia, soprattutto, quando si è seduto sulla poltrona più ambita di Locarno.

Le Finanze dapprima, poi la Sicurezza e la cultura ed infine l’Amministrazione generale ed il turismo. Si è assunto la responsabilità di dicasteri tosti e dossier complessi pur essendo praticamente un neofita, dato che è entrato a Palazzo Marcacci dopo un solo quadriennio nel Legislativo. Non è impresa facile essere contemporaneamente il «sindaco di tutti» ed il «sindaco che piace a tutti». La differenza non è così sottile come si può credere, e non vuol dire dover fare i ruffiani per accaparrarsi le simpatie degli altri schieramenti oppure scendere a compromessi per non scontentare nessuno. Alain Scherrer, esponente PLR, grazie alla sua innata umanità ed al sorriso smagliante è riuscito a farsi volere bene da tutti.

Forse perché ha sempre parlato al cuore della popolazione. Fateci caso: in quasi ogni discorso c’è il riferimento all’amore per Locarno. Quel desiderio verso il bene, la bellezza e la vita buona tanto caro a Platone. Non ha mai nascosto le emozioni, i dubbi, le speranze e le titubanze. Come quando, nel dicembre 2015, quindi dopo appena cinque mesi che era entrato in carica come sindaco, convocò la stampa per illustrare le riflessioni personali che l’avevano portato a decidere di correre per un nuovo mandato. Sarebbe stato scontato per chiunque, non per lui, che ha cercato fin da subito di conciliare vita privata e pubblica nel miglior modo possibile. L’impegno per il bene collettivo non avrebbe dovuto essere anteposto a quello per la moglie Emma ed il figlio Mattia. Non si ripresenterà in aprile (è l’unico timoniere dei poli a non farlo), mettendo la parola fine agli anni «più soddisfacenti della mia vita», come ha ricordato nella lettera trasmessa ai media. Ogni giornata è stata «splendida, sempre con il cuore in gola fino a sera finché la sera non arriverà», come canta il suo idolo Vasco, di cui è l’alter ego ticinese.

Alain Scherrer prima di essere un politico è un uomo. E in quanto tale si è scontrato con le reticenze degli altri colleghi sindaci del Locarnese, ad esempio sul tema delle aggregazioni. Quanto avrebbe voluto condurre in porto una fusione. Più di ogni altra cosa. Rimarrà un cruccio. Per lui, ma probabilmente anche per chi prenderà il suo posto, almeno per i prossimi 6-8 anni. Il delfino è l’ex primo cittadino del Cantone Nicola Pini, tanto più alla luce della non ricandidatura del terzo municipale liberale radicale, Davide Giovannacci. La rinuncia di quest’ultimo, unitamente a quella di Scherrer e del vicesindaco Giuseppe Cotti (il Centro), mette ulteriore pepe alle elezioni. Il PLR dovrà presentare una lista forte per difendere i tre seggi e per ovviare alla defezione di una locomotiva come quella del 58.enne, che ha raccolto quasi 4.000 voti nel 2021 ed oltre 4.250 nel 2016. Idem faranno gli altri partiti, sperando, chissà, nel raddoppio in seno all’Esecutivo. Quello che andrà in scena in piazza Grande domenica 14 aprile 2024 sarà un film inedito e, può darsi, con i titoli di coda.

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