Lo spunto

Spesa pubblica? Basta strapparsi le vesti

In pochi giorni, solo sul Corriere del Ticino e sulla Regione, abbiamo letto quattro articoli su come sarebbe ora di smettere di sperperare il danaro pubblico
Alberto Siccardi
22.05.2025 06:00

Si può dire, con tutto il rispetto, che abbiamo capito, anche perché lo sapevamo prima, quanto sia riprovevole la situazione del debito, con relativa spesa corrente, e che ci piacerebbe adesso sentir parlare dei rimedi possibili, visto che ci sono? In pochi giorni, solo sul Corriere del Ticino e sulla Regione, abbiamo letto quattro articoli sull’argomento; su come sarebbe ora di smettere di sperperare il danaro pubblico, che i nostri figli e nipoti in futuro dovranno passare alla cassa e pagheranno gli errori che noi abbiamo fatto, che non ci saranno più i fondi per gli investimenti produttivi, che le tasse saranno aumentate e così via. Sono le solite litanie, che in tanti abbiamo cantato nei decenni scorsi fino ad oggi. Adesso siamo veramente un po’ stufi, oltre che spaventati. E non ci sentiamo affatto in colpa, perché non abbiamo altra responsabilità se non quella di aver lasciato fare, limitandoci a criticare quando le informazioni ci arrivavano, quando ci arrivavano. Qualcuno potrebbe anche dire, giustamente, che questa è comunque una colpa. Quella di non fare nulla.

Le decisioni in ogni caso le prendono gli uomini politici, specialmente quelle importanti. Giusto chiedersi se siano responsabilizzati e quali siano le conseguenze per loro per gli errori che fanno. Di solito sono poche o nessuna. Nelle aziende private, giusto ricordarlo, quelle che sono creatrici del benessere economico collettivo, gli uomini che investono, lavorano e prendono le decisioni quando sbagliano pagano; sia quando lo fanno per incapacità che per disonestà.

In democrazia quando uno è eletto fa letteralmente quello che vuole nei limiti della legge, ma non sempre nei limiti della buona amministrazione. La creazione di debiti smisurati è quasi una gara, sia effettuando investimenti piccoli e grandi che non si giustificano, come quelli cha hanno portato Lugano ad un debito attorno ad un miliardo, sia gonfiando la gestione corrente molto oltre la media svizzera. Giusta quindi la volontà politica di ridurre il numero di impiegati pubblici a livelli più ragionevoli. È anche impellente instaurare delle regole di controllo sulla correttezza degli investimenti. Non basta la legge sulla trasparenza, occorre avvalersi di organismi che stimano la correttezza delle voci di ogni investimento, come è successo durante la costruzione del LAC. Esistono delle Ditte che offrono questo servizio. Alla prossima puntata.