Pensieri dal battellino

Tempo di papere

Lugano è specializzata in piani innovativi
Bruno Costantini
09.11.2024 06:00

Super Norman ha ragione. Asia, che entra sempre nella vasca da bagno con delle paperelle di gomma, conferma che se «l’acqua è poca la papera non galleggia», proprio come ha affermato il direttore del Dipartimento delle istituzioni in riferimento ai conti pubblici che vanno male per tutti e alle tensioni fra i livelli istituzionali. Dunque, la mia amica microinfluncer del lago e content creator certifica che Super Norman non racconta balle, anche se una macchia identitaria pesa su di lui: «Se l’acqua è poca la papera non galleggia» è un tipico detto napoletano, «terronico» insomma, che dovrebbe far «ribollire le busecche» a un genuino «enfant du pays» metà leghista e metà democentrista già gagliardamente in pista per raggiungere il traguardo dei vent’anni in Governo («Achtung culo di pietra», avrebbe avvertito nella preistoria il Mattino). Sarebbe stato più coerente se avesse citato un nostro detto dialettale: «Quand ghè nè pü crepa l’asan e quel che ghè sü». Che è poi quello che succederà nel Paese politico del fare e disfare a somma zero. Tanto è sempre colpa di qualcun altro. C’è chi invoca idee forti per uscire dal pantano e fare gli interessi della collettività. Però bisognerebbe metter lì qualche esempio di idea forte (che non è detto sia sempre buona, soprattutto se, per disgrazia, ha dietro l’«uomo forte» mandato dalla provvidenza). Al porto della foce, mentre stavo caricando sul battellino il Barbera fatto col mulo da trasportare dall’altra parte del golfo per allietare alcune castagnate, Asia s’è messa a discutere con degli operai della Città sulla decisione del Municipio di abolire l’aperitivo di Natale per i dipendenti comunali dopo che era già stato spedito a tutti l’invito «per concludere l’anno in bellezza».

Non è molto elegante, ma nel ballo del qua qua anche a Lugano la papera non galleggia. Da qualche parte bisognava pur cominciare con i risparmi. L’aperitivo depennato è allora un’idea forte o debole? Il sindaco leghista Michele Foletti e il responsabile democentrista delle finanze cittadine Marco Chiesa avevano già messo le mani in avanti sul fatto che bisognerà tirare la cinghia, visto inoltre che lo spropositato progetto di Super Norman di rivedere oneri e flussi finanziari tra Cantone e Comuni ha fatto la fine della papera, «nun galleggia», porco sciampin! Anche il sindaco rosso di Bellinzona Mario Branda comincia a sclerare e a dire che è ora di finirla di voler far galleggiare la papera prendendo l’acqua nella piscina degli altri. La mia amica suggerisce comunque una soluzione per evitare un triste Natale ai dipendenti luganesi: l’aperitivo digitale. Tutti si collegano da remoto così non si perde il caldo senso di comunità, la lodevole municipalità si palesa attraverso l’intelligenza artificiale e ognuno beve del suo davanti allo schermo di casa «per concludere l’anno in bellezza». Noè Ponti, che a galla ci sa stare, direbbe che è una «figata pazzesca». Lugano è del resto specializzata in piani innovativi. Dieci anni fa sull’orlo del baratro finanziario varò il coraggioso Plan WC con la chiusura dei gabinetti pubblici; successivamente, tornato il sereno e riaperti i cessi, s’è buttata nel quasi mistico Plan B per diventare capitale delle criptovalute (a Palazzo Civico avranno brindato al ritorno al potere del Trumpone che ha fatto impennare il valore dei Bitcoin); adesso può lanciarsi nel Plan A(péro), utile forse per far galleggiare la papera ma non per salvarsi dal ridicolo.  

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