L'editoriale

Ultima chiamata per evitare il peggio

Per evitare di portare il sistema al collasso servono pragmatismo, coraggio e concretezza – In caso contrario, essendo in una democrazia diretta, le soluzioni potrebbero essere forzate dall’esterno
Giovanni Galli
27.09.2023 06:00

Con tutti i segnali d’allarme partiti negli ultimi mesi, la nuova stangata sui premi di cassa malati non può essere definita uno shock. Ma è comunque destinata a far male – soprattutto per il ceto medio basso che ha poco o punto accesso ai sussidi – perché erode un potere d’acquisto già intaccato dall’aumento dei prezzi dei beni di consumo, degli affitti e dell’energia. Per il Ticino, dove il premio medio crescerà del 10,5%, è il secondo grosso rincaro consecutivo, dopo il 9,2% di quest’anno. Trattandosi di una media, per un numero non irrilevante di assicurati il salasso potrà essere ancora superiore. Fatti due conti, per una famiglia tipo di quattro persone, composta da due adulti e due minorenni, il maggior onere per il 2024 sarà di 1.400 di franchi. Quanto basta per condizionare in misura ancora maggiore, rispetto al passato, i bilanci e le scelte di consumo.

Le cause sono essenzialmente tre. La principale e onnipresente è il continuo aumento dei costi. Sarebbe troppo facile puntare l’indice contro i «cassamalatari». In realtà, si paga di più perché si consumano più prestazioni sanitarie, fra ospedali, medici, farmaci, Spitex e fisioterapia. La popolazione invecchia e il progresso medico avanza. Più ci si cura in un sistema sanitario di qualità, più si spende. Di qui non si scappa. Le altre due concause sono contingenti. Una è la diminuzione delle riserve, dovuta all’abbattimento del deficit delle attività assicurative per il 2022 (1,7 miliardi di franchi) e alle perdite patite dalle casse malati sui mercati dei capitali (1,8 miliardi). Un’erosione complessiva di 3,5 miliardi, che alla resa dei conti sono mancati per contenere i premi. L’altra causa, un po’ paradossale, sono i massicci cambiamenti di cassa malati e/o la scelta di franchigie più elevate avvenuti dopo l’annuncio dei premi del 2023. Gli assicuratori hanno incassato meno del previsto e hanno dovuto includere queste minori entrate nel calcolo dei premi del 2024.

Queste sono le cause «tecniche». Ma la sensibile crescita dei costi – un’evoluzione contenuta è fisiologica nella Sanità – e quindi dei premi, è anche il prodotto della mancanza di adeguate risposte politiche. Dal 1996 ci sono state una quarantina di revisioni della LAMal, una nuova legge sulla vigilanza e 150 modifiche di ordinanze. Non tutti questi interventi sono stati efficaci. Diversi si sono tradotti solo in maggiori oneri amministrativi. Una riforma importante, come quella del finanziamento unitario delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie, non è ancora in porto. A rallentare la ricerca di soluzioni per affrontare il nodo dei costi contribuiscono i contrasti fra gli attori del sistema e le resistenze palesi e striscianti ai cambiamenti. Eppure, secondo Santésuisse, c’è un potenziale di risparmio di 1,4 miliardi di franchi intervenendo su farmaci e laboratori. Curafutura reclama, fra le altre cose, l’introduzione del nuovo tariffario concordato con la Federazione dei medici svizzeri e un dibattito sulle prestazioni dell’assicurazione di base. Sulle responsabilità della situazione prevale uno scaricabarile che coinvolge istituzioni, partiti, assicuratori, medici, ospedali e industria farmaceutica. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino, ma il cosiddetto «blocco delle riforme» non può continuare. Oltretutto, ci sono anche due grossi nodi da affrontare. Uno è il federalismo, che assegna ai Cantoni molte competenze in ambito sanitario, ma che può costituire un limite, soprattutto se si riflette nella mancanza di una pianificazione ospedaliera sovraregionale. L’altro è l’invecchiamento della popolazione, che prima o poi richiederà di pensare a un sistema di finanziamento separato per la presa a carico delle malattie croniche; pena il rischio di uno scontro generazionale.

Il vuoto realizzativo, come mostra la cronaca di questi giorni, lascia spazio a proposte di varia natura, dalle assicurazioni budget alla cassa malati unica, passando per i premi in base al reddito. Intanto, per evitare di portare il sistema al collasso servono pragmatismo, coraggio e concretezza. In caso contrario, essendo in una democrazia diretta, le soluzioni potrebbero essere forzate dall’esterno. Finora gli assicurati hanno risposto con le buone, respingendo alle urne le soluzioni più radicali e sfruttando le possibilità offerte dal sistema (cambio di cassa, modelli alternativi, franchigie) per attenuare l’impatto dei premi. Ma se la politica non si assumerà in fretta le sue responsabilità, rischierà seriamente di trovarsi con le spalle al muro. Il voto popolare sull’iniziativa del PS per aumentare i sussidi di cassa malati (che costerà miliardi) sarà un primo test. Il forte aumento dei premi deve suonare a Berna come un’ultima chiamata per darsi una mossa.  

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