Un inutile secondo giorno festivo

Il 1. agosto è l’unico giorno festivo nazionale e molto probabilmente continuerà ad esserlo. La proposta di istituirne un secondo, il 12 settembre, per commemorare la fondazione dello Stato federale, nel 1848, sembra destinata ad avere vita breve. In maggio, a sorpresa, il Nazionale aveva detto sì con 94 voti contro 82, ma negli scorsi giorni la Commissione delle istituzioni politiche degli Stati ha gelato gli entusiasmi con un verdetto contrario, quasi unanime. Siccome la Camera dei Cantoni, che ne discuterà in settembre, è spesso la tomba delle proposte provenienti dall’altra ala del Parlamento, specialmente di quelle più audaci, il pollice verso appare scontato. E questa volta ci starebbe, perché si può commemorare degnamente una data di indiscutibile importanza per la fondazione dello Stato moderno anche senza farne un ulteriore giorno festivo. L’idea era maturata nel 2021 in vista delle commemorazioni per il 175. anniversario della Costituzione federale, che si sono svolte quest’anno. Nel 1848, da Confederazione di Stati la Svizzera era diventata uno Stato federale. Erano stati introdotti la democrazia diretta, lo Stato di diritto, la separazione dei poteri e il federalismo. «I nostri predecessori hanno creato un gioiello democratico», ha scritto l’autore della mozione, il deputato bernese del Centro Heinz Siegenthaler, secondo cui il 12 settembre, la data di entrata in vigore della Carta fondamentale, va considerato un «giorno memorabile». Sono considerazioni di principio che i contrari all’istituzione di un altro giorno festivo non contestano. Il Consiglio federale giudica la Costituzione del 1848 «una pietra miliare» ma tiene a precisare che il 12 settembre non è l’unica data importante per la fondazione dello Stato federale. Dal canto suo, la Commissione degli Stati ha detto no essenzialmente per due motivi: per i considerevoli oneri di un ulteriore festività - la «NZZ» ha stimato un costo medio di 600 milioni di franchi - e perché ritiene semplicemente non necessaria una seconda data, visto che la coesione nazionale viene ampiamente celebrata il 1. agosto e non è il caso di aggiungere eventi che potrebbero fargli concorrenza.
Sono motivi più che plausibili, ma non gli unici. Il 1. agosto è diventato festivo in tutto il Paese solo nel 1994, a seguito di un’iniziativa popolare. La ricerca del consenso per una data riconosciuta in tutta la Svizzera risale alla seconda metà dell’Ottocento e non è stata semplice. All’epoca c’erano opinioni diverse sulla data in cui ricordare l’atto fondativo. Il Consiglio federale fece celebrare la fondazione della Confederazione per la prima volta nel 1891, a Brunnen, per commemorare il patto siglato 600 anni prima sul Grütli da Uri, Svitto e Untervaldo; un documento dall’alto valore simbolico ma la cui reale importanza storica è stata parecchio relativizzata. Quella commemorazione, voluta da un governo monocolore liberale-radicale erede del 1848, doveva essere un’occasione di unità nazionale e un segno di riconciliazione con i cattolico-conservatori usciti sconfitti più di quarant’anni prima dalla guerra del Sonderbund. Detto altrimenti, è stato proprio lo Stato del 1848 a «generare» il 1291. Indirettamente, questa data ha già un posto nella memoria nazionale. Una contrapposizione fra 1848 e 1291, magari invocando una sostituzione del mito con la storia (come pensa qualcuno), non avrebbe senso. Non solo. Con un secondo giorno festivo nazionale si creerebbe anche un eccesso di ricorrenze concentrato in poche settimane, visto che la terza domenica di settembre, da tradizione, si celebra la Giornata federale di ringraziamento. L’approvazione del secondo festivo darebbe anche la stura ad altri tentativi per istituire giornate non lavorative a carattere storico-politico. Come quando, alcuni anni fa, i Verdi avevano proposto un giorno festivo per celebrare l’introduzione del suffragio femminile.
Il 1. agosto basta. Fra svago, occasioni d’incontro e discorsi, già offre ampie possibilità di festeggiamento e riflessione. Il 1848 ha certo segnato una svolta fondamentale e fa bene la commissione degli Stati a studiare la possibilità di istituzionalizzare certe attività commemorative. Ma ci sono mezzi migliori per onorarlo che istituire una festività di fine estate; durante la quale, di là degli intenti pedagogici di chi la promuove, fra bel tempo e ponti infrasettimanali la gente avrebbe ben altro a cui pensare che alla fondazione dello Stato moderno. Una data importante può essere commemorata degnamente anche senza farla diventare giorno festivo