L'opinione

Un sì compatto al Locarnese

Nodo intermodale della Stazione di Locarno-Muralto, un'opera strategica per l’intero Cantone
Filippo Lombardi
Filippo Lombardi
02.06.2025 06:00

Non a caso i presidenti delle altre quattro Commissioni Regionali dei Trasporti (Andrea Rigamonti, Mattia Lepori, Massimo Ferrari ed il sottoscritto) sono unanimi nel sostegno al collega Nicola Pini, presidente della CRT Locarnese, nella battaglia per il Nodo intermodale della Stazione di Locarno-Muralto, un’opera strategica per l’intero Cantone. Il problema non è infatti locarnese, ma è una sfida cantonale: quella di riuscire a collegare in modo competitivo i nostri centri urbani tramite la ferrovia, sgravando gli assi stradali che ormai soffocano sotto il traffico individuale motorizzato di cui tutti si lamentano, dimenticando di essere spesso parte del problema. A questo scopo Berna ha stanziato nel 2019 oltre 5 milioni nell’ambito del Programma d’agglomerato di terza generazione (PALoc3), che andranno persi se i lavori non inizieranno quest’anno, un autogol finanziario oltre che tecnico per il Ticino. Le FFS hanno fatto e stanno facendo la loro parte, con lo sviluppo impetuoso della rete TILO (collegamento Lugano-Locarno, aumento delle corse e degli orari) accompagnato da importanti investimenti per  stazioni sempre più accoglienti e funzionali, con relative piazze finanziate dai comuni a Mendrisio, Bellinzona, Lugano e, si spera, finalmente anche Locarno…

Ma la maggiore offerta e il miglioramento di treni, stazioni e piazze non bastano: affinché il trasporto pubblico possa sgravarci da quello individuale (dando spazio anche a chi invece l’auto la deve usare per forza) dobbiamo renderlo davvero competitivo sull’insieme del territorio. Mi spiego: non basta che Locarno sia ora raggiungibile da Lugano in mezz’ora di TILO, perché la gran parte della gente non vive né lavora nelle stazioni o accanto ad esse. Se uno viaggia ad esempio da Pregassona ad Ascona e dunque continua ad avere bisogno di quasi due ore di trasporto pubblico, continuerà probabilmente a usare l’auto, sperando di cavarsela più in fretta salvo poi ritrovarsi incolonnato…  È dunque fondamentale non solo accorciare la durata del percorso in treno, ma «incollare» il treno agli altri vettori. All’automobile o alle due ruote, con Park&Rail capienti e al posto giusto, rispettivamente con centri intermodali per il passaggio comodo e rapido dal TILO ai bus, tram o treni locali, senza tempi d’attesa e lunghi camminamenti, magari sotto la pioggia. In questo moderno «sistema Ticino» che guarda avanti per diventare più vivibile (ma anche economicamente più efficace) la competitività del sistema integrato dei trasporti non è proprio più un problema di campanile (perché spendere i soldi a Locarno se vivo a Mendrisio?). Siamo tutti sulla stessa barca, e la solidarietà delle cinque Commissioni Regionali dei Trasporti – confrontate ai medesimi problemi e pronte a sostenersi a vicenda anche sui futuri progetti rispettivi – deve essere un segnale forte all’attenzione dei cittadini: è finito il tempo degli scherzi reciproci in cui si votava stupidamente contro ciò che interessava un’altra regione. I centri intermodali attorno alle principali stazioni servono a far respirare tutta la «città Ticino», e vanno sostenuti da tutti i ticinesi.

Dimentichiamo poi la solita stucchevole sinfonia secondo cui «basta respingere questo progetto per averne uno migliore fra un paio d’anni». Chi si occupa di infrastrutture pubbliche sa purtroppo quanto ciò sia falso. Quando finalmente, dopo un lunghissimo iter preparatorio, un progetto è maturo e autorizzato, con il suo complesso mosaico di finanziamenti intrecciati (locali, cantonali, federali e ferroviari) abbatterlo all’ultimo ostacolo referendario vuol dire davvero darsi la zappa sui piedi. Ricominciare da zero significa perdere non anni ma decenni. Forse i Locarnesi stessi si ricorderanno della votazione del 2007 sulla «variante 95» per il collegamento Locarno-A2. Abbondavano anche allora gli imbonitori secondo cui in due anni avremmo avuto un progetto migliore. Ne sono passati ormai quasi venti, e la soluzione per ora non si scorge ancora all’orizzonte… Votiamo quindi un «sì» deciso il 15 giugno alla porta d’accesso del Locarnese.