Musica

Il festival dei giovani

Terza edizione, dal 17 al 19 giugno a Locarno, del Connection Festival con Blanco, Ultimo e le nuove realtà del rap
Mauro Rossi
16.06.2022 18:17

È la rassegna più «giovane» della Svizzera italiana, non tanto a livello anagrafico ma in quanto la più abile ad intercettare i gusti e le tendenze dei giovanissimi. È il Connection Festival che dopo due anni di pausa pandemica, da venerdì 17 a domenica 20 giugno, tornerà ad animare il centro di Locarno con un tris di serate in grado non solo di rinverdire i fasti delle sue prime edizioni (che, lo ricordiamo, ospitarono nel 2018 il deejay tedesco Robin Schulz e l’anno seguente Salmo e Ultimo) ma addirittura di amplificarlo. Merito anzitutto della sua struttura che, rispetto al passato, si amplia: alla piazza Grande l’organizzazione ha infatti affiancato un ulteriore location, la piazza Magnolia (tra via della Posta e Largo Zorzi) dove la grande struttura normalmente utilizzata da Moon & Stars e dal Locarno Film Festival fungerà per tutto l’arco della rassegna da «base» per i deejay di Radio 3i che proporranno animazioni e musica da ballare prima e dopo i concerti e dove, grazie alla presenza di vari «trucks», sarà garantito un ampio servizio di ristorazione.

Il trio Shiva/Paki/Rhove

Per quanto riguarda i concerti, le tre serate del «Connection» saranno all’insegna di altrettante correnti della nuova musica italiana. Si partirà infatti venerdì 17 con il trio Shiva/Paki/Rhove, esponenti di punta della nuova scena «urban» lombarda. Rhove (Samuel Roveda all’anagrafe) è un ventunenne di Rho, fattosi conoscere con un rap positivo e propositivo, che punta a comunicare speranza e incoraggiamento ai propri coetanei. Uno stile musicale atipico e innovativo il suo, che attinge da influenze urban francesi e che l’ha portato a risultati da record con singoli quali Blanc Orange (na na na), Provincia, Corso Europa, Montpellier fino al recente Shakerando, singolo tra i più venduti in Italia durante questa primavera. Più o meno lo stesso discorso vale per il legnanese Shiva (Andrea Arrigoni) che a 22 ha già all’attivo tre album e una lunga lista di singoli di successo, alcuni realizzati in coppia con illustri colleghi come Soldi in nero (con Sfera Ebbasta), Calmo (con Tha Supreme) e La mia Storia. Arriva da Rozzano, infine, Paky (Vincenzo Mattera) che ha preso il suo nome d’arte dal termine lituano «pakartas» (impiccato) e che dopo un esordio con Rozzi, brano dedicato alla sua cittadina che gli ha aperto le porte a collaborazioni importanti come quella con Shiva e con big del rap italiano quali Marracash (Sport + Muscoli), Guè (Ti levo le collane), Sfera Ebbasta (TikTok RMX) ha definitivamente sfondato con il suo primo vero album, Salvatore, dedicato allo zio con cui è cresciuto, scomparso in un incidente stradale.

Da Sanremo ecco Blanco

Dal rap lombardo della prima serata il Connection Festival passerà, la sera seguente, al più recente fenomeno della scena musicale italiana, Riccardo Fabbriconi, in arte Blanco, che i più conoscono come il trionfatore a Sanremo 2022 assieme a Mahmood con Brividi ma la cui scalata repentina al successo è iniziata l’anno prima con i singoli Notti in Bianco, La canzone nostra, Mi fai impazzire (con Sfera Ebbasta), Blu celeste che hanno superato il milione di unità vendute trasformandolo da perfetto sconosciuto in un’autentica superstar in grado di far registrare clamorosi «sold out» in tutte le sue apparizioni live», ivi compresa quella locarnese.

Piano e voce con Ultimo

La rassegna si chiuderà poi con un graditissimo ritorno: a due anni di distanza dal pienone fatto registrare nella sua precedente apparizione, domenica 19 salirà sul palco di piazza Grande Niccolò Moriconi, alias Ultimo, con l’unica tappa elvetica di quel «Tour negli Stadi» programmato per il 2019, rimandato causa COVID e che sta facendo registrare un’impressionante sequenza di «tutto esaurito» a testimonianza del fatto che il giovane cantautore romano – a Locarno protagonista di un’inedita performance piano & voce – è tutt’altro che una meteora bensì uno dei pochi in grado di unire le nuove tendenze con la grande tradizione cantautorale in una sorta di trait d’union tra Claudio Baglioni, Tiziano Ferro e le atmosfere «urban».

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