Calcio

Antipasto finale

La sfida di oggi tra Lugano e San Gallo che anticipa la partita di Coppa Svizzera vista dal doppio ex Stefano Razzetti
Marco Ortelli
24.04.2022 07:33

Bianconero per quattro stagioni tra il 1999 e il 2003 e da un decennio nello staff tecnico del club calcistico più antico della Svizzera (1879), per Stefano Razzetti la partita odierna – e quella del 15 maggio nella finale di Coppa Svizzera a Berna - tra San Gallo e Lugano è un po’ «la sfida tra freschezza ed esperienza. Con Maric, Ziegler, Sabbatini il Lugano dispone di giocatori smaliziati, a cui aggiungerei anche Lovric, più giovane ma con tanti minuti nelle gambe. La squadra di Croci-Torti ha un’eccellente organizzazione difensiva e davanti ha giocatori che ti possono castigare in ogni momento. Noi siamo una squadra votata all’offensiva, che punta sul pressing e… siamo giovani».

Una partitella?

Reduci dalle vittoriose partite di Coppa di giovedì 21 aprile contro Yverdon e Lucerna, oggi al Kybunpark, alle 14:15 assisteremo a una partitella d’allenamento per mascherare le carte? Razzetti sorride. «Il campionato conta sempre, i punti bisogna farli. Diciamo che potrà essere una partita un po’… così. Il Lugano arriva da 120’ di Coppa, noi ne abbiamo giocati 90’ ad alta intensità. Abbiamo giocatori che non hanno giocato o che sono stati impiegati meno che magari potranno scendere in campo».

Un San Gallo che dopo la pausa invernale ha racimolato punti su punti e oggi ha due spiragli che lasciano intravedere l’Europa, il terzo posto in campionato, e la vittoria della Coppa Svizzera… «La nostra prima parte di stagione non è stata sinceramente esaltante – osserva Razzetti -, terzultimi con pochissimi punti, ci siamo trovati un po’ in emergenza. Alcuni colpi del mercato invernale (il ritorno di Quintillà, Van Moos, Maglica, ndr) ci hanno permesso di trovare nuovi equilibri e per fortuna adesso navighiamo in acque tranquille e ce la giochiamo».

Capitolo portieri

Con quali portieri? Entriamo nel mestiere di Stefano Razzetti. «A inizio stagione, con l’allenatore Peter Zeidler ci siamo parlati e abbiamo deciso che in Coppa Svizzera avrebbe sempre giocato Lukas Watkowiak, anche nel caso fossimo arrivati in finale. Penso che per un secondo portiere questo sia importante, sentirsi un protagonista. Per mantenere il ritmo partita e una buona preparazione mentale Lukas ha così giocato tutte le amichevoli della seconda parte di stagione e alcune partite della Under 21. Abbiamo cercato di metterlo nelle migliori condizioni possibili. E il campo lo ha premiato».

E cosa dire del nazionale ghanese e titolare Lawrence Ati-Zigi? «È molto reattivo e veloce, tecnico, bravo negli uno contro uno e anche con i piedi non è male. Certo, si può sempre migliorare, ma sono molto contento dei miei portieri».

La preparazione

Arrivato in Svizzera a Lugano a inizio secolo XXI, come è cambiata la preparazione dei portieri in questo ventennio? «Forse adesso si lavora meno fisicamente - osserva Stefano Razzetti - o almeno io lavoravo maggiormente su questo aspetto. Da allenatore preferisco che i portieri siano maggiormente integrati con la squadra, certo, conduco allenamenti specifici, ma questo non occupa tutto il tempo dell’allenamento. Li faccio giocare molto, in questo modo vivono più situazioni che si potranno presentare durante la partita. E poi il gioco del portiere è cambiato, oggi occorre essere anche bravi a impostare l’azione con i piedi».

Torniamo alla sfida contro il Lugano. «Con i bianconeri ho vissuto momenti straordinari; giovedì sera, mentre stavamo tornando a casa col pullman da Yverdon, guardando i momenti finali della partita di Cornaredo in TV ho sperato che vincesse il Lugano».

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