Editoriale

Il progresso della mobilità e il mondo là fuori

Domani, in allegato al Corriere del Ticino, un numero di Illustrazione ticinese tutto dedicato alla mobilità e ai motori
Michele Castiglioni
21.04.2022 06:00

In poco più di un secolo siamo passati dai cavalli e i treni a vapore alle compagnie private che sviluppano programmi per il turismo spaziale. Ma anche solo pensando agli ultimi decenni i fotogrammi scorrono veloci dall’edonistico Concorde agli spiccioli per fare Europa-USA e ritorno last minute. Non solo: alle soglie della prossima estate mi recherò a Roma per una piccola vacanza in compagnia di amici. La sera conviviale nella quale abbiamo deciso di andare - per alcuni tornare - a vedere la città eterna, me ne sono uscito con un intraprendente «dai che guardiamo i voli», istantaneamente congelato da sguardi tra il pietoso e il divertito. «Va che in treno ci si mette meno». Ed è vero: ormai, con l’alta velocità sdoganata, fare quello che ai tempi delle mie gite scolastiche era una mezza odissea adesso è – finalmente – una vera gita di piacere. E questo se pensiamo al viaggiare, perché immersi nel nostro quotidiano ormai non facciamo neanche più caso alla molteplicità di forme che la mobilità ha assunto, soprattutto in relazione alle preoccupazioni ambientali che premono, giustamente, sullo sviluppo della rete pubblica e sulle sfumature di verde della mobilità privata.

Poi c’è ancora un’altra questione: che senso ha oggi «spostarsi»? In fondo gli ultimi due anni ci hanno insegnato che anche restare in pigiama (dalla vita in giù, così non si vede nei meeting online) sul nostro divano non impedisce il lavoro produttivo e le aziende non vanno in malora. Acquisti? Online anche quelli, visto che pure la spesa te la portano a casa, volendo. Viaggiare? Il mondo è talmente mediatizzato che (quasi) ogni suo angolo può essere visto in video, immagini, documentari, diari di viaggio, blog. Non è la stessa cosa che vederli dal vivo, però si suda meno.

Certo, guardando allo stato delle nostre strade ogni giorno, la percezione è quella di uno scollamento tra il possibile e la realtà. E, d’altra parte, è innegabile che un territorio come il nostro sia molto difficile da «addomesticare» in un approccio sostenibile ed efficace: non si possono spostare montagne e laghi a piacimento. Ma la via è quella e i nostri nipoti si muoveranno tra Malcantone e Zurigo rapidamente e con la possibilità di tenere gli occhi ben saldi sullo schermo che avranno davanti agli occhi.

E allora, forse, il viaggiare, lo spostarsi sarà libero di tornare ad essere quello che era una volta, quando c’erano i cavalli e i carri: un’avventura. Per fare qualcosa di diverso, torneremo a guardare fuori dai finestrini e scopriremo che c’è pur sempre un mondo da scoprire. Di persona.

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