Approfondimento

La crescita dei figli: dai percentili allo sport

Crescita fisica, cognitiva, motoria... sono tanti gli aspetti da tenere sotto controllo quando un bambino cresce – Ne parliamo con due esperti
Benedetta Consonni
18.08.2022 12:12

Quando nasce un bambino nasce anche un genitore. Occuparsi dei propri figli è un compito che viene svolto naturalmente, con competenze che non si pensava nemmeno di avere, ma che al tempo stesso richiede di imparare moltissimo. Come destreggiarsi nelle diverse fasi dello sviluppo del bambino e dove trovare le risorse informative e di aiuto? «Le famiglie possono rivolgersi ai pediatri per valutare la crescita del bambino da tutti i punti di vista. A volte ci si fa troppe domande, magari nel confronto con lo sviluppo del proprio figlio con quello di amici o parenti, ma bisogna sapere che ogni bimbo è unico, c’è una grande variabilità nella crescita! È l’occhio allenato del pediatra che riconosce le situazioni particolari che vanno sostenute» spiega il Dr. Med. Giacomo Nobile, pediatra a Tesserete e presidente dell’Associazione Pediatri della Svizzera Italiana (APSI).

Per prima cosa informarsi
Alla nascita del bebè i genitori ricevono il «Libretto della salute», ideato dalla Società Svizzera di Pediatria per dare le informazioni fondamentali sullo sviluppo del bambino, oltre a marcare le visite regolari raccomandate. Ci sono poi per esempio le «Lettere ai genitori» della Pro Juventute, fascicoli dedicati a ogni età fino ai 6 anni, consegnate gratuitamente ai genitori da alcuni comuni oppure da comandare sul sito della Pro Juventute. Sul portale di Infofamiglie inoltre si ha accesso a moltissime informazioni utili per i genitori. Associazioni e consultori genitore-bambino fanno un prezioso lavoro di accompagnamento delle famiglie sul territorio. Martina Flury Figini, pedagogista e coordinatrice dell’Associazione Progetto Genitori del Mendrisiotto e Basso Ceresio, racconta: «la nostra associazione esiste dal 2006 e si occupa di prevenzione per genitori di bambini tra 0 e 3 anni, a cui promuoviamo una riflessione educativa. All’interno dell’associazione c’è anche il progetto PAT, esteso a tutto il Cantone, che accompagna individualmente a domicilio i genitori che stanno vivendo situazioni di vulnerabilità».

I parametri della crescita del bambino
«Lo sviluppo evolutivo psichico e organico viene monitorizzato negli anni dal pediatra attraverso determinati parametri dal punto di vista fisico, sociale e cognitivo. Nella crescita in senso stretto si misurano regolarmente peso, altezza e circonferenza cranica che si riportano sulle curve di crescita, le cosiddette ‘percentili’. Un genitore non deve allarmarsi se il bambino è posizionato su un percentile basso, la cosa importante è che continui a crescere regolarmente secondo la sua linea» prosegue il Dr. Med. Giacomo Nobile. «Tra le altre è fondamentale la visita di controllo dei tre anni, dove il pediatra somministra il ‘Viva la ricre’, uno screening ideato dalla Società Svizzera di pediatria dello sviluppo, sezione Ticino in collaborazione con l’APSI e l’ufficio cantonale di medicina scolastica. Questo test valuta le competenze motorie, sociali, cognitive e di comunicazione e ha per obiettivo l’individuare i bimbi che hanno difficoltà e vanno supportati da subito, per permettere loro di cominciare la scuola dell’infanzia nella maniera migliore possibile. Mi preme sottolineare che non si tratta di un test del quoziente intellettivo, ma di uno screening dello sviluppo».

Cosa influenza la crescita del bambino?
Risponde il dottor Nobile: «Genetica, famiglia e ambiente sono fattori essenziali che influenzano la crescita del bambino. Un bimbo ha tutte le chance di svilupparsi adeguatamente in una famiglia che si prende cura di lui, con una figura materna e una figura paterna che lo accudiscono ciascuno in modo diverso». All’inizio i genitori devono occuparsi soprattutto dei bisogni primari: «è centrale la figura materna di cura, protezione e accoglienza incondizionata. Dal secondo anno di vita la figura paterna rivendica il suo ruolo: prende per mano il bambino e lo porta a scoprire il mondo, traghetta il figlio dal territorio materno a quello della società». La genetica non ha a che fare solo con occhi chiari e capelli scuri, come spiega il medico di Tesserete: «La genetica influenza anche lo sviluppo sociale e psicologico. Infatti i nostri comportamenti e caratteristiche sociali sono in parte dati dalle caratteristiche dei nostri genitori».

Quando chiedere aiuto
«Un genitore ha un sesto senso e un istinto importante riguardo la salute del proprio bambino, anche per quel che riguarda lo sviluppo. Quando si ha il sentore che qualcosa non va, il pediatra sarà sempre disponibile per un confronto. Nelle visite di prevenzione ravvicinate dei primi anni di vita il pediatra è consulente privilegiato della famiglia anche per capire e accompagnare la crescita del figlio» spiega il Dr. Med. Giacomo Nobile. A volte si tratta di acquisire qualche competenza in più sul mestiere del genitore e condividere la propria esperienza con altri. «Tra le nostre attività ci sono gli incontri del venerdì nella nostra sede di Chiasso, a cui i genitori possono partecipare anche insieme al bambino» racconta Martina Flury Figini, «Favoriamo la comunicazione tra genitori sui diversi temi e ciascuno porta la propria competenza. Crediamo nella valorizzazione del sapere genitoriale e partiamo dal presupposto che il genitore è la persona più competente sul suo bambino. Questo non significa che non vada messa a tema la difficoltà della genitorialità e il senso di solitudine di molti. Cerchiamo quindi di aiutare le mamme e i papà ad accettare il proprio ruolo e a non sentirsi sbagliati. Lo specialista conosce molto bene quello che il bambino dovrebbe fare in una determinata fase dello sviluppo, ma non quel bambino. Ad esempio ci sono bambini che non stanno seduti quando dovrebbero, ma in realtà è perché gattonano sempre. Questo lo può dire solo il genitore. Ognuno ha le proprie competenze e quelle affettive che ha il genitore non le ha nessun altro». Come vivono i genitori la crescita dei figli? Ecco la testimonianza di Cristina Castellazzi, mamma di otto figli a Torricella: «Si parte da una cura dei bisogni primari del bebè fino ad arrivare a una cura meno legata a igiene e fame, la cura dell’aspetto del cuore di un figlio. Man mano che un bambino cresce va accompagnato a scoprire la realtà, affrontando tutti i suoi dubbi, le sue paure e i suoi perché, introducendolo sempre di più a un senso e al perché uno è al mondo. Più un figlio cresce più la presenza del genitore si fa discreta. Con i piccoli si tratta di fare tanti gesti, quando crescono le parole iniziano ad essere uno strumento. Quando diventano più grandi la mia esperienza è che le parole divengono sempre meno per lasciare spazio a dei fatti che parlano e al loro diventare grandi».

Consigli per la quotidianità
«Gli incontri dell’Associazione Progetto Genitori si svolgono in luoghi pubblici. Durante la pandemia abbiamo anche attivato un canale Youtube. I temi riguardano tutto ciò che è utile tra gli 0 e i 3 anni del bimbo e spesso sono i genitori stessi che propongono la questione da affrontare, spaziando dai capricci all’inizio della scuola dell’infanzia, o ancora le abitudini del sonno e imparare a dire di no» prosegue la coordinatrice dell’Associazione Progetto Genitori. Cosa può fare un genitore quando si trova senza risorse invece di urlare? Risponde la pedagogista: «Deve per prima cosa imparare a rispondere ai bisogni del bambino. Noi programmiamo, i piccoli invece vivono il momento. Il bimbo quando fa una sfuriata è perché non si sente ascoltato, per questo occorre fare attenzione ai suoi bisogni». L’Associazione Progetto Genitori organizza anche il progetto «Genitori Risorsa», un percorso per imparare ad aiutare gli altri. «Individuiamo tra i genitori sensibili verso la comunità, quelli che hanno una particolare predisposizione per aiutare l’altro e li rinforziamo nell’essere risorsa per altri genitori e su come aiutare l’altro senza che si senta giudicato». La cultura della condivisione è vantaggiosa sotto tutti i punti di vista. Passeggini usati poco possono essere d’aiuto per altri, così come vestiti smessi ma in buono stato. Sono da scoprire anche le ludoteche e le biblioteche che aderiscono al progetto «Nati per leggere», con una sezione dedicata da 0 a 6 anni. «Nei primi anni si spende troppo per i giocattoli. Fino a 4 anni il bambino vuole fare quello che fanno mamma e papà. Una pentola e un mestolo sono più interessanti dei giochini che riceve in regalo. All’inizio basta poco, gli oggetti di casa sono una ricchezza da esplorare. Meglio prendere un libretto in più e un gioco in meno» conclude Martina Flury Figini.

Alimentazione e sport
L’alimentazione del bambino è fondamentale per la crescita e cambia a seconda dell’età. Spiega il Dr. Med. Giacomo Nobile: «Fino al 4°mese il bebè si nutre solo di latte materno o latte artificiale per lattanti, dal 5° mese può iniziare lo svezzamento. Al più tardi al 9° mese arriva a mangiare tutte le categorie alimentari, ad eccezione di spezie, ricotta e formaggio che prenderà idealmente solo dopo l’anno. Questo per evitare un eccessivo apporto di proteine e sale. Il mio consiglio per l’alimentazione è di non forzare mai il bambino a mangiare, ma di sfruttare la sua naturale curiosità». Lo sport in tenera età è funzionale alla crescita? «L’attività fisica nei bambini è fondamentale, naturale e va sostenuta. Ogni età avrà giochi e attività a lei congeniali. Occorre accompagnare i bambini nei loro desideri di movimento, sempre con buon senso e facendo attenzione a non proporre attività per cui non sono ancora pronti, per prevenire incidenti. Ogni giorno i bambini saranno felici di muoversi, correre, saltare e giocare all’aperto. Gli sport sono utili ma consiglio di rispettare non solo le capacità motorie del bambino ma anche le sue competenze sociali. Uno sport proposto dal bambino ne aumenterà la motivazione. Un’attività vicino a casa faciliterà l’organizzazione ai genitori. E non da ultimo nell’infanzia sarà bene che l’aspetto ludico sia preponderante, per le attività agonistiche il bambino ha tutta la vita davanti» conclude il medico. 

La pedagogista Martina Flury Figini. ©TiPress/Gianinazzi
La pedagogista Martina Flury Figini. ©TiPress/Gianinazzi
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