Il personaggio

«L’educazione delle donne è la chiave del progresso»

Imprenditrice, mamma, nonna, bisnonna: Marie-Jeanne Bosia, l’età della pensione superata da un po’, è ancora in piena attività
24.03.2022 06:00

Marie-Jeanne Bosia è una forza della natura: «Ho in mano tutto io. Decido io. Mi occupo del personale dell’azienda, della gestione degli immobili, della farmacia, sono impegnata nel sociale, da sempre attenta soprattutto alle tematiche femminili… Mi dica lei come potrei andare in pensione!». L’età della quiescenza superata da un bel po’, continua la sua attività di imprenditrice. Tutti i giorni siede alla sua scrivania. Attenta, concentrata, meticolosa… mai nessuna imprecisione o sbavatura. Soltanto negli ultimi anni ha acconsentito a farsi aiutare da qualche fidato collaboratore. Una vita di lavoro la sua, senza però rinunciare alla famiglia. Quattro figlie, sette nipoti e, da qualche mese, una bisnipote. Ha festeggiato i sessant’anni di matrimonio, un’unione in cui ha condiviso tutto. «Abbiamo iniziato da zero - racconta -. Sempre assieme, a sostenerci, supportarci. Oggi mio marito ha 95 anni, ha qualche problema di salute e quindi ha bisogno di me. Per fortuna io sono ancora in forze, sto bene. Ma amo il mio lavoro e ora che la nostra vita sociale si è un po’ ridotta mi fa bene uscire e avere altro da fare».

È importante aiutarci tra noi. Proprio stamattina una signora che abita in uno dei miei appartamenti mi ha fermata per parlarmi

Gli impegni

Altro da fare, in realtà, Marie-Jeanne Bosia l’ha sempre avuto. Non s’è mai accontentata di essere ‘solo’ imprenditrice, moglie, mamma. Ha sempre avuto un occhio di riguardo, anche dentro la sua azienda, alle tematiche femminili. «L’educazione delle donne è la chiave del progresso - afferma -. È importante aiutarci tra noi. Proprio stamattina una signora che abita in uno dei miei appartamenti mi ha fermata per parlarmi. Mi ha raccontato che sta attraversando un momento di difficoltà. L’ho ascoltata, l’ho tranquillizzata. Una soluzione si trova sempre, basta volerlo». Ha fondato il Gruppo donne Piccole Medie Imprese. «Un’esperienza bellissima - ricorda -. Abbiamo lavorato bene. Poi, come spesso capita, le donne hanno il brutto vizio di farsi la guerra e così questa bella avventura è terminata». Ma tante altre sono iniziate e continuano tutt’ora. Nel 1977 ha creato il club Soroptimist International Lugano, che è stata la prima sezione in Ticino di questa organizzazione mondiale che mira a migliorare la vita di donne e ragazze a tutti i livelli della società. Dal 1982 al 1984 ha presieduto la Soroptimist International Union Switzerland (di cui è diventata presidente onorario nel 2004). Successivamente, la sua carriera in Soroptimist l’ha portata agli incarichi di Presidente della Federazione Europea di Soroptimist International (1987-1989), presidente mondiale di Soroptimist (1993-1995) e collegamento dei rappresentanti Soroptimist all’ONU (1995-2000). E l’elenco di impegni, onorificenze, cariche è ancora lungo.

La famiglia

Quattro figlie, sette nipoti, una bisnipote arrivata da poco... L’azienda di famiglia, l’impegno per le donne, per i bambini del terzo mondo. E poi c’è l’amore per la musica, che l’ha portata alla presidenza di Sorato, fondazione che sostiene giovani musicisti, soprattutto ragazze, nel debutto delle loro carriere. Un piccolo grande mondo quello che Marie-Jeanne Bosia e il marito hanno costruito. Riuscendo anche a ritagliarsi degli spazi tutti per loro, per condividere interessi e passioni. «Abbiamo viaggiato moltissimo. Anche con Soroptimist le occasioni non sono mancate». Insomma, Marie-Jeanne Bosia è un esempio di come una donna possa riuscire a fare tutto. E molto bene. «Basta volerlo, basta non accontentarsi mai», suggerisce. E quanto le calza bene questa affermazione lo dimostra una delle sue ultime grandi ‘imprese’, portate a termine neanche cinque anni fa: un cantiere di 34 appartamenti. «Ne vado fiera - conclude -, è stato un lavoro immenso, un impegno grande. Ma alla fine questo progetto è diventato una realtà. Ripeto, mai mollare, crederci sempre». 

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