A Sessa la diatriba non è finita

Non è ancora tempo di mettere la chiave sotto lo zerbino, alle scuole elementari di Sessa. I cittadini che si oppongono alla chiusura dell’edificio scolastico hanno infatti deciso di presentare ricorso al Tribunale cantonale amministrativo contro la mancata concessione dell’effetto sospensivo ai loro due ricorsi e parallelamente di chiedere la ricusa di colui che ha firmato la risoluzione, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi.
A detta dei cittadini di Sessa, Gobbi non si sarebbe limitato a pronunciarsi sulla richiesta di concessione dell’effetto sospensivo. Nelle tredici pagine che costituiscono la sua risoluzione, il presidente del Consiglio di Stato avrebbe espresso delle considerazioni sul merito del ricorso che, secondo i cittadini di Sessa, metterebbero in dubbio l’imparzialità che dovrà mostrare quando la questione approderà sul tavolo del Consiglio di Stato. Da qui la richiesta, che verrà formulata domani, lunedì, di ricusare Norman Gobbi.
Al più tardi mercoledì è prevista invece la presentazione del ricorso al Tribunale cantonale amministrativo contro la risoluzione firmata lo scorso 9 maggio da Norman Gobbi, che negando l’effetto sospensivo ha di fatto spianato la strada alla messa in atto della riorganizzazione scolastica voluta dall’Esecutivo guidato da Piero Marchesi.
Tesi contrastanti
Una riorganizzazione che, ricordiamo, prevede la chiusura definitiva delle scuole elementari di Sessa e lo spostamento di tutti gli allievi del Comune di Tresa nell’istituto scolastico Lüsc, situato nel quartiere di Croglio, già a partire dal prossimo anno scolastico.
Contro questa riorganizzazione sono stati presentati due ricorsi, uno da parte di 42 genitori di Sessa, l’altro dalla maggioranza degli ex municipali dell’ex Comune aggregato, secondo i quali sarebbero state disattese le promesse avanzate in fase aggregativa. I genitori, dal canto loro, accusano il Municipio di Tresa di aver basato la sua decisione su dati incompleti, che non tengono conto della presenza attualmente alle scuole dell’infanzia di Sessa di 22 bambini, a loro modo di vedere sufficienti a garantire la continuità delle scuole elementari del quartiere. Il calo del numero di bambini nel Comune di Tresa, sostengono, riguarderebbe gli altri quartieri e non Sessa. Tesi che sono state spazzate via dal Municipio di Tresa e in seguito da Gobbi. «I cittadini di Sessa contestano il fatto che il presidente del Consiglio di Stato abbia considerato solo la versione del Comune e minimizzato, se non ridicolizzato, quella dei cittadini», spiega l’avvocato Marco Garbani, legale dei ricorrenti.
La palla passa quindi ora in mano ai giudici del TRAM, per quanto riguarda la richiesta di concessione dell’effetto sospensivo, e del Consiglio di Stato, per quanto riguarda il merito del ricorso. Con o senza Gobbi, dipenderà dall’esito della domanda di ricusa.
Il caso di Melide
Intanto anche a Melide continua a far discutere la decisione del Municipio, motivata con un calo delle iscrizioni, di spostare a Morcote la prima classe delle scuole elementari già dal prossimo anno scolastico. Contro la decisione si è sollevata la protesta da parte di un gruppo di 14 famiglie, che in varie forme e con una lettera al Corriere del Ticino ha chiesto al Municipio di valutare meglio le alternative che permetterebbero di restare a Melide, dove ci sono biblioteca e palestra e dove i bambini non sarebbero costretti a effettuare tragitti in pulmino.