Ad Airolo c'è anche chi sorride

Le conseguenze del dramma della Mesolcina si riverberano a decine di kilometri di distanza. Davanti ai tavolini del ristorante Cristallina ad Airolo sfilano di fretta auto tedesche, olandesi, italiane. La gerente lancia un’occhiata alla coda da dietro il bancone. «Eccole lì. È così da sabato scorso» dice con un’espressione indecifrabile.
L’effetto collo di bottiglia
Era prevedibile. L’autostrada del Gottardo è diventata l’unico collegamento tra Svizzera tedesca e Ticino dopo la frana che settimana scorsa si è «mangiata» duecento metri di A13 tra Lostallo e Mesocco. In piena stagione estiva il flusso turistico sull’asse nord-sud non ha alternative: deve passare dall’A2. Ad Airolo sanno per esperienza ciò cosa significa.
Il traffico «parassitario» ha iniziato ad aumentare già il weekend scorso, come per una legge fisica. Mentre le code al portale sud del tunnel si allungavano fino a Quinto, i turisti di ritorno dall’Italia hanno provato a deviare - come al solito - attraverso l’abitato per poi salire al passo, o reimmettersi in autostrada.
«Ormai ci siamo abituati» dice Mary, che abita a Quinto e ha approfittato di un pomeriggio infra-settimanale per fare scorta di alimentari in uno dei due supermercati del paese. «Nel weekend è meglio non muoversi: è già un inferno di solito, figuriamoci in queste condizioni». Dietro alla cassa ancora blindata dai pannelli anti-Covid la commessa Carmen passa i prodotti con la velocità delle auto in zona 30. «Non è che gli affari andassero male anche prima» assicura. «Gli automobilisti da sempre passano qui davanti e molti si fermano a rifornirsi da noi». Molti invece passano oltre, non sempre rispettando i limiti di velocità.
Carmen tende a guardare il lato positivo: gli incassi aumentano con il traffico. In un comune di 1.500 anime i «trasfughi» della A2 sono importanti come gli operai che lavorano alla seconda canna del Gottardo. «Ma sia chiaro che siamo dispiaciuti per quello che è successo a Lostallo» prosegue Carmen. «È una tragedia terribile. E poteva succedere benissimo anche nelle nostre valli».
I disagi creano indotto
L’intasamento invece non è una tragedia, ma ad Airolo non piace a nessuno e gli automobilisti «autoctoni» sono abituati a cercare soluzioni creative. Mary, ad esempio, esce dall’A2 già a Biasca nei momenti di punta - anche se le è già capitato di «farsi fregare» e rimanere incastrata nella colonna, che arriva anche fino a Faido - e non nega un certo fastidio. Al vicino Caseificio del Gottardo l’umore è diverso: «Abbiamo lavorato come matti nelle ultime due settimane, con le scolaresche e le case anziani» spiega lo chef Michele Ferracin. Il flusso dei clienti va «a ondate» come quello delle auto in colonna, e fino a poche settimane fa era regolato da un addetto alla security che, ogni ora, alzava e abbassava una sbarra per permettere ai «parassiti» di rientrare in A2 dopo aver fatto shopping in paese. «Adesso la barriera è chiusa ed è un peccato, con tutta questa coda» sospira Ferracin.
Un primo sobbalzo del traffico c’era già stato, come ogni anno, con l’apertura del passo del Gottardo agli inizi di giugno - rimandata quest’anno di due settimane causa neve - ma negli ultimi giorni l’aumento della clientela mordi-e-fuggi è legato probabilmente all’effetto-Lostallo. «Il lavoro in effetti è aumentato sensibilmente in questi giorni e non possiamo lamentarci» ammette Elena, gerente del ristorante Cristallina. Il dosaggio «a singhiozzo» del traffico in ingresso nel tunnel - che l’USTRA ha deciso di mantenere nonostante la chiusura dell’A13 - è una misura «odiata da tutti» sorride Elena «ma oggettivamente per noi è un vantaggio».
Il paese diviso in due
Tra sorrisi e mugugni la popolazione ad Airolo sostanzialmente si divide in due: e non da ieri né da sabato scorso. «Chi non vive di turismo vuole godersi la vita di paese e magari la meritata pensione, lontano dal traffico e dallo smog» sottolinea il municipale Renato Beffa, con delega all’economia. «Chi invece ha un’attività in proprio in genere auspica che sia data libertà agli automobilisti di transitare per il paese e creare indotto».
Anche il Municipio sul tema è combattuto. Beffa appartiene alla categoria dei piccoli imprenditori - si occupa di trasporto di materiale edile - e «indirettamente» beneficia della situazione del traffico come la maggioranza di chi lavora ad Airolo. «Il cantiere alla seconda canna del Gottardo in particolare ha generato un indotto importante sui servizi e le piccole imprese della Valle» ricorda. «E il cantiere non ci sarebbe, se non ci fosse il problema del traffico».
Quanto all’effetto-Lostallo il municipale si mantiene prudente. Anzitutto per ragioni etiche - «di fronte a un morto e due dispersi, direi che possiamo tollerare un po’ di disagio anche noi» - e poi perché, a occhio, per il momento l’esplosione di traffico «dirottato» non è ancora preoccupante, e forse è inferiore alle attese. L’estate - meteorologicamente - è appena iniziata e il grosso verrà alla fine del mese prossimo. Se non dovesse essere rispettato il termine del 5 luglio, allora sì, concede Beffa, ci sarà da preoccuparsi. «Staremo a vedere».