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«Ecco perché Musk ha comprato Twitter, come mai lo ha scelto e come lo cambierà»
Giorgia Cimma Sommaruga
01.05.2022 06:00

Tra tutti i social media, Elon Musk, il patron di Tesla , SpaceX e The Boring Company, ne ha «assediato» solo uno: Twitter. La piattaforma digitale da 229 milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Un caso? Forse no, «dato che sulla media degli utenti attivi , un terzo di questi segue il profilo di Musk (attivo solo su Twitter con 89,2 milioni di followers, ndr): in poche parole lui ha acquistato una realtà in cui si sente già a casa», spiega Alessandro (Ale) Agostini, imprenditore digitale e fondatore di AvantGrade.com.

Perchè proprio Twitter?

Nella top 7 dei social network più utilizzati del 2021, quello dei «cinguetii» è indubbiamente quello che si presta maggiormente «ad un cambio di pelle - dice Agostini -. Ritengo sia l’unico sul panorama mondiale, ad essere utilizzato per la comunicazione istituzionale, dagli ambienti politici in generale, frequentato dai giornalisti e utile per le pubbliche relazioni». Dunque l’idea di Musk è chiara: «Vuole fare di Twitter un nuovo strumento di comunicazione, più affidabile, e risolvere una delle emergenze con cui si confrontano i social media 3.0: quello della veridicità delle notizie».

Tuttavia Elon Musk si proclama da sempre un paladino della libertà di parola. E quindi sorge spontaneo riflettere su questo valore. E dato che lo stesso Musk ha affermato: «Spero che anche i miei critici peggiori rimangano su Twitter, perché questo significa libertà di parola», resta da capire come si comporterà con Donald Trump o i No Vax (per esempio). Perché il nodo centrale è proprio questo: dove può arrivare, qual è il confine (se c’è) della libertà nel mondo social di oggi e di domani?

Un attento osservatore

Anche LinkedIn è un social mainstream in cui gli utenti possono scambiarsi opinioni, oltre che condividere le loro carriere e cercare lavoro ovviamente. Tuttavia «l’acquisizione di LinkedIn - spiega l’esperto - da parte di Microsoft è piuttosto recente, dunque sarebbe stato pressoché impossibile «rubarlo» al colosso fondato da Bill Gates: Twitter - di contro - si presta maggiormente ad un restyling, e ha registrato una fortissima crescita negli ultimi anni. Guardiamo alla Svizzera: se nel 2020 si contavano 1,6 milioni di utenti attivi, oggi il numero è salito a 1,8. Tenendo in considerazione che il nostro Paese conta quasi 9 milioni di abitanti, è un considerevole aumento».

Tra i segnali che evidenziano la crescita di Twitter, e che sicuramente non sarà sfuggito a Musk, «vi è un dato, fornito da We are social (una piattaforma di statistiche specializzata nello studio degli strumenti di comunicazione digitali), che lo indica nel 2021 nella top 20 delle parole più cercate su Google, più precisamente si trova al sedicesimo posto con +27 per cento «Yoy» (Year over Year, un indicatore sui dati di crescita confrontati anno dopo anno): inutile dire che in questi giorni è stata la parola più cercata».

Tra borsa e competizione

Da quando Jack Dorsey, informatico e imprenditore statunitense, ha fondato Twitter nel 2006, il social di strada ne ha fatta parecchia. Tant’è che il 3 ottobre 2013 ha fatto richiesta di quotarsi alla Securities and Exchange Commission (SEC). In vista del debutto in Borsa la società ha venduto 70 milioni di azioni, operazione che ha fruttato 1,8 miliardi di dollari.

E sorprendentemente, il 7 novembre 2013, le azioni Twitter, con un prezzo iniziale di 26 dollari, salirono rapidamente a 44,94 dollari durante il primo giorno di negoziazione a Wall Street. Una progressione del 72,84%.

In poche ore Dorsey è diventato miliardario grazie alle circa 23,4 milioni di azioni Twitter in portafoglio.

«La popolarità di un social è dovuta al numero degli utenti che interagiscono - avverte Agostini -. Questo spiega perché il capo di SpaceX e Tesla ha annunciato di voler togliere Twitter dalla Borsa: vuole «restaurare» il social, e per farlo non vuole avere vincoli legati al crescere o al decrescere delle quotazioni (che si collegano anche al numero di utenti)». Insomma, «chi mi ama mi segua», pare il nuovo motto di Musk.

I soliti nemici

«Oltre alla strategia - dice Agostini - c’è anche un po’ di competizione con Jeff Bezos, patron di Amazon: abbiamo visto le battaglie legali con Starlink (la costellazione di satelliti) e quelle sul lander lunare. Infatti non è giunto in ritardo il cinguettio di Bezos, «che il governo cinese abbia appena acquisito un pezzettino in più di influenza?». Ovviamente il riferimento va al business di Elon Musk in Cina, specie riguardo le vendite di Tesla e la fornitura di batterie.