All'asta a Lugano la casa dell'accusatore di Daniela Santanchè

Un'occasione "imperdibile" - ma perduta - di aggiudicarsi un pezzo dello scandalo politico che da mesi scuote il governo Meloni, per gli appassionati del genere, si è presentata giovedì alla sala incanti del Palazzo di Giustizia di Lugano. Un quadrilocale sul Ceresio, quarto piano, ottantatre metri quadri (stima peritale: 357mila franchi) è stato messo all'incanto dalla Pretura di Mendrisio. L'asta si è tenuta alle 14.00 come da annuncio sul foglio ufficiale.
All’apparenza un appartamento come tanti. In realtà, il quadrilocale apparteneva a un nome noto alle cronache giudiziarie d’oltre confine: Giuseppe Zeno, imprenditore italiano con residenza alle Bahamas ma «di casa» sul Ceresio, è il grande accusatore della ministra del turismo Daniela Santanché. Come socio di minoranza nella casa editrice Visibilia, è stato lui a innescare l’inchiesta che rischia di costare il posto alla politica esponente di Fratelli d'Italia.
Visibilia chi?
Di tutto questo, buona parte dei curiosi e potenziali acquirenti presentatisi giovedì in Pretura non erano al corrente. «Ci sembrava una bella occasione e volevamo vedere come funziona», racconta una signora del Bellinzonese a cui il nome Santanchè dice qualcosa, Visibilia nulla, l’unica cosa che importa sono i metri quadri e il prezzo finale. «Ci sono diverse persone, vediamo come andrà».
La vicenda Santanchè interessa relativamente anche gli altri partecipanti, in buona parte condomini dell’imprenditore, per metà interessati all'affare e per metà preoccupati per il consistente «scoperto» ereditato dopo anni di spese condominiali non pagate e nonostante diverse diffide. La cifra è a quattro zeri. «Delle vicende legali non sappiamo molto - dicono - a parte quello che è uscito sui giornali». Ma giovedì i giornali italiani, mentre i funzionari dell’Ufficio esecuzioni battevano l’immobile - «uno, due, tre: il primo turno è aggiudicato» - erano occupati a riferire più grandi notizie: l’ennesima denuncia (diffamazione) sporta da Zeno contro la ministra, per le dichiarazioni rese da Santanchè in Parlamento a Roma sul caso Visibilia. Per l’incanto dell’appartamento di Lugano non si sono scomodati nemmeno Zeno e i suoi avvocati, assenti al momento dell’asta.
Tra Paradiso e Milano
Al secondo turno l’immobile è aggiudicato alla banca creditrice (che vantava parecchie rate arretrate dell’ipoteca). Nessuna offerta di rialzo. Nella sala incanti cala il gelo e la delegazione dei creditori se ne va con l’amaro in bocca:la cifra battuta non basta a coprire i debiti con l’amministrazione condominiale. «L’unica cosa certa - commenta un condomino - è che a rimetterci di tasca nostra siamo noi, che non abbiamo alcuna colpa».
Di chi è allora la colpa? Qualcuno tira in ballo la stessa ministra, le «trame romane» e chissà quali macchinazioni politiche - un po’ per scherzo, un po’ per disperazione - che alla fine pagano i cittadini, in questo caso nemmeno italiani ma ticinesi. Le circostanze si prestano a speculazioni. Il finanziere italo-caraibico non ha mai fatto mistero di avere subito un «ingente danno patrimoniale» dal pasticcio Visibilia. Anche se le morosità nel condominio di Lugano sarebbero iniziate già prima, diversi anni fa.
Le trame poi, in questo caso, eventualmente non sarebbero nemmeno romane ma milanesi - è la Procura di Milano che ha condotto l’inchiesta - e luganesi. A fine 2024 una fiduciaria di Paradiso è stata sospesa dall’autorità di vigilanza finanziaria - su segnalazione dello stesso Zeno - per un’operazione sospetta di acquisizione in extremis di Visibilia. Da aprile anche il Ministero pubblico indaga su possibili reati finanziari commessi in Ticino dalla banca - quale, ancora non si sa - da cui sarebbero transitati i soldi destinati all’esponente di Fratelli d’Italia: 2,7 milioni. Di questi, 600 mila sarebbero già pervenuti a Santanchè.
«Beghe» di condominio
In tutto questo i condomini di Lugano non hanno visto un franco (e nemmeno la Città e il Cantone, che - in misura minore - reclamavano imposte non pagate a partire dal 2017). All’avvocato Roberta Piffaretti, presente all’asta in rappresentanza del condominio, ora non resta altro che «rivolgerci al diretto interessato per chiedere un risarcimento» al suo domicilio alle Bahamas. Contattato dalla Domenica, il finanziere fa sapere che la vicenda dell’abitazione non ha «niente a che vedere»con le vicessitudini giudiziarie in Italia e che si è arrivati all’asta «a seguito di una lite con il condominio». Problemi di infiltrazioni e perdite d’acqua risalenti a diversi anni fa e mai risolti. Contro la decisione della Pretura, che ritengono illegittima, i legali del finanziere avrebbero già interposto ricorso. Una bega di condominio come tante insomma, e questa volta tutta ticinese.