Istruzione

Che lingue sai?

Scuola dell'obbligo poliglotta: «L'hanno proposto i genitori, italiano e tedesco in prima battuta»
Giorgia Cimma Sommaruga
28.08.2022 07:00

Colui che parla una lingua è un uomo, ma colui che ne parla tante è un uomo che abbraccia tutta l’umanità, cita un celebre proverbio africano. E la Svizzera, una Paese dove le lingue nazionali sono ben 4, lo sa bene. Tuttavia, quanti sono i cittadini svizzeri che parlano tutte e quattro le lingue nazionali? Oltre i due terzi della popolazione residente in Svizzera di almeno 15 anni di età usano regolarmente più di una lingua, a confermarlo è il report annuale dell’Ufficio federale di statistica. La lingua più parlata dagli svizzeri è il tedesco, dal 64% della popolazione, poi c’è il francese francese (20%), l’italiano (6,5%) e infine il romancio (0,5%). Domani inizia la scuola, e anche nuove opportunità. «Il nostro Progetto di scuola elementare bilingue nasce da un esigenza riscontrata tra le famiglie che si sono spesso rivolte a noi richiedendo il tedesco come lingua d’insegnamento, e non solo come materia dalla seconda media», racconta a La Domenica Alessandro Magrassi, Direttore scolastico dell’Istituto Sant’Anna.

Utile o no?

L’insegnamento bilingue nasce in Canada negli anni Sessanta ed è stato successivamente esteso in diversi paesi del mondo. «Le esperienze di insegnamento bilingue in Ticino sono concentrate nel settore del postobbligo – spiega Emanuele Berger, Direttore di divisione, coordinatore DECS -, si possono citare come esempi la Scuola cantonale di commercio, dove viene offerto un curriculum bilingue o in lingua francese o in lingua tedesca, oppure il Liceo cantonale di Locarno dove viene offerto un curriculum di maturità bilingue con lingua di immersione tedesco». Nessuna offerta per i bambini, perché, spiega Berger: «la priorità nella scuola dell’obbligo è di insegnare ad allieve ed allievi tre lingue seconde. Inoltre, l’introduzione di un insegnamento bilingue nella scuola elementare renderebbe necessaria la scelta di una sola lingua a scapito delle altre». Da notare che, continua il direttore, «dalle esperienze realizzate in Svizzera e all’estero per l’immersione alla scuola elementare ci sono condizioni di riuscita particolari: più si scende di età, più grande dovrebbe essere la parte di immersione per ottenere degli effetti significativi, normalmente l’insegnamento viene impartito metà in una lingua e metà nell’altra, possibilmente da docenti madrelingue o con una competenza linguistica molto alta».

Per la prima volta in Ticino…

Piu propenso al bilinguismo scolastico sin dalle elementari è invece Alessandro Magrassi, Direttore dell’Istituto Santanna di Lugano, che confida: «Io vengo da una famiglia bilingue: sin da piccolo, in casa parlavo il tedesco e a scuola l’italiano. Tuttavia esistono anche famiglie in cui la seconda lingua è meno usata, o si pratica magari solo oralmente, quindi una scuola bilingue aiuta i bambini a praticarle entrambe allo stesso modo». Magrassi assieme al suo istituto ha scelto di fare per quest’anno scolastico un passo in avanti. «Abbiamo pensato ad una esperienza bilinguistica basata sul concetto di ’due lingue, due insegnanti’: con uno si parlerà in italiano e con l’altro in tedesco. Questo metodo permette di affrontare tutte le materie in entrambe le lingue, dando così modo di sviluppare un vocabolario specifico in ognuna di esse. Come previsto dalla legge le lezioni verranno svolte per il 33% in tedesco per il 66% in italiano». E perché proprio il tedesco? «Per ora abbiamo ricevuto richieste soprattutto per questa lingua, ma se il progetto funzionerà come speriamo, estenderemo il programma anche alle scuole medie, e magari introdurremo anche il francese».

Abbiamo pensato ad una esperienza bilinguistica basata sul concetto di ’due lingue, due insegnanti’: con uno si parlerà in italiano e con l’altro in tedesco
Alessandro Magrassi

Abbattere le barriere linguistiche

Oggigiorno le conoscenze linguistiche sono fondamentali sia nel contesto professionale che in quello privato. «Ma iniziare un percorso bilingue sin dalle elementari è la prima volta che accade in Ticino», continua Magrassi, «anche perché ho spesso notato che tanti diplomati dopo il liceo scartano l’opzione di studiare nella Svizzera interna a causa di una barriera linguistica: io ho studiato tante lingue, e non ho mai sentito un tale ostacolo, pertanto desidero che anche i miei ragazzi si possano buttare nelle piu svariate esperienze accademiche o professionali scavalcando senza fatica le barriere linguistiche».

«Sono bravi»

Tuttavia, al di là dell’interessante offerta bilingue delle scuole private durante la scuola dell’obbligo, Emanuele Berger ritiene che per quanto riguarda le scuole pubbliche al momento non sia necessario «estendere il ricorso a forme di insegnamento bilingui nella scuola dell’obbligo. In Ticino, gli allievi di questo ordine scolastico sono infatti confrontati con l’apprendimento di 3 lingue seconde (e non solo 2 come accade per gli allievi svizzero tedeschi e romandi)». Ma esistono degli aspetti da migliorare nel sistema scolastico ticinese, e i livelli linguistici raggiunti dai giovani sono soddisfacenti? «Premesso che in ambito scolastico non ci si possa mai dire pienamente soddisfatti - continua Berger -, e che quindi la ricerca di miglioramenti negli apprendimenti di allieve e allievi è un’occupazione costante, per rispondere alla domanda, potrei citare il dato che indica come il Canton Ticino presenti un tasso di diplomi ottenuti nelle università e politecnici tra i più alti in Svizzera (con tassi di riuscita altrettanto elevati). E visto che la maggior parte dei Ticinesi intraprende gli studi accademici nella Svizzera tedesca o francese, credo che la loro preparazione linguistica possa essere considerata buona. Sono infatti del parere che i livelli di competenza in questo campo vadano verificati in età adulta, non a 8, 13 o 17 anni. D’altra parte, senza anche senza ricorrere alla statistica, sappiamo che per necessità i Ticinesi parlano generalmente più lingue».