Il commento

Dalla crisi energetica al diamante del welfare

Le crisi economiche sono una sorta di stress test per i nostri sistemi di protezione sociale
Jenny Assi
04.09.2022 07:00

Le crisi economiche sono una sorta di stress test per i nostri sistemi di welfare (sistemi pubblici e privati di protezione sociale). Infatti, ogni crisi economica porta con sé il rischio di una crisi sociale. L’abbiamo sperimentato durante la pandemia. La capacità dello Stato di intervenire in tempi brevi - mediante la creazione di una task force, l’introduzione di misure di protezione della salute, la messa a disposizione di vaccini e lo stanziamento di un pacchetto di finanziamenti - ha permesso al sistema economico di «prendere fiato» e di poter affrontare l’emergenza sanitaria, evitando licenziamenti di massa. In generale, anche la reazione delle imprese è stata essenziale per evitare la crisi sociale. Mentre alcune aziende, di fronte alla crisi economica, hanno reagito semplicemente licenziando parte del personale, altre hanno gestito la pandemia rivedendo alcuni processi aziendali e di gestione delle risorse umane. In queste aziende, il concetto di protezione del collaboratore non si è limitato ai dispositivi di protezione individuale contro il Covid-19, ma si è concretizzato in modo ben più ampio ed articolato grazie all’offerta di servizi di welfare, come quelli di coaching e di supporto psicologico, di conciliazione vita-lavoro, di formazione, di supporto per la gestione dei figli e dei genitori anziani, ecc. Questi servizi di welfare aziendale, insieme a quelli offerti dai singoli cittadini attraverso le donazioni e i servizi di mutuo aiuto, sono fondamentali in tempi di crisi, poiché sono complementari al welfare pubblico e permettono di tutelare il benessere delle persone.

Il nostro sistema di welfare reggerà anche al test della crisi energetica? In che modo? Come si completeranno il welfare pubblico e quello privato? A causa dell’aumento generale dei costi, alcune aziende potrebbero essere costrette a ridurre i costi del personale. Pertanto, lo Stato dovrà scegliere tra due scenari. Primo, lo Stato potrebbe delegare l’assorbimento della crisi al sistema previdenziale e assistenziale, lasciando che aumentino i casi di disoccupazione, di inabilità lavorativa, di prepensionamento e di assistenza. Secondo scenario, lo Stato potrebbe gestire questa crisi, al pari dell’emergenza pandemica, decidendo di intervenire con ulteriori finanziamenti pubblici straordinari, sia creditizi sia di indennità per il lavoro ridotto. Affinché la crisi energetica non si trasformi in una crisi sociale, dovrà mobilitarsi anche il welfare privato, vale a dire quel variegato insieme di interventi e di misure messe in campo da aziende, associazioni, fondazioni e individui. In sociologia, Maurizio Ferrera raffigura il sistema di welfare di un paese come «un diamante» a quattro punte, le quali rappresentano le quattro aree del welfare: lo Stato, la famiglia, il mercato e il mondo associativo. Più questi attori sono in grado di collaborare nell’offrire servizi di welfare complementari, vale a dire servizi volti a tutelare il benessere delle persone, più è facile evitare una crisi sociale. In Svizzera, la pandemia ha messo in luce una buona capacità di reazione congiunta da parte di tutti questi attori del welfare. La crisi energetica produrrà la stessa ondata di coesione sociale e di iniziative solidali?