Il personaggio

«Dimitri Vegas ha suonato la mia musica in una diretta radio»

A tu per tu con Suark: da Lugano al Tomorrowland
Giorgia Cimma Sommaruga
04.09.2022 07:00

Nonno direttore d’orchestra e compositore. Sorella cantante. Insomma, quando si dice buon sangue non mente. Alessandro Kraus, in arte Suark, nasce in una famiglia dove la musica è quotidianità, è un componente a tutti gli effetti. E ben presto si rende conto che «suonare, comporre ed esibirmi mi rende felice, per questo è diventata la mia vita». Suark è un DJ, ed è il primo ticinese ad essersi esibito in uno dei festival di elettronica più importanti: Tomorrowland. A La Domenica ha raccontato il percorso che l’ha condotto sin lì.

Quando inizia la voglia di diventare un DJ

Tutto comincia quando Suark inizia a utilizzare «Virtual Dj, uno dei primi software che permetteva di trasmettere una canzone dopo l’altra», spiega. E poi, giovanissimo, la prima esibizione. «Se si può chiamarla così - ironizza -. Ero un ragazzino di 13 anni che con un amico partecipava ad un festa di ferragosto in Sardegna in compagnia ovviamente dei nostri genitori. La cosa esilarante è che il DJ che era stato ingaggiato per intrattenere i partecipanti, all’ultimo momento non si è presentato». E così complice l’euforia e l’incoscienza dell’adolescenza, «quando gli organizzatori della festa mi hanno detto: Alessandro, perché non lo fai tu?. Non ci ho pensato due volte, ed è andata alla grande».

Contento per la serata Suark ci fa un pensierino, ma è ancora troppo presto. Il suo desiderio di diventare DJ inizia a concretizzarsi quando si trasferisce a Zurigo per i suoi studi universitari. «Avevo acquistato una piccola consolle da amateur. Suonavo per conto mio, non mi esibivo non mi era neanche venuto in mente. Poi per caso ho conosciuto il direttore dell’associazione degli studenti ticinesi a Zurigo, e mi ha proposto di suonare ad una festa. Poi ad un’altra. Progressivamente mi sono innamorato di questo lavoro».

«Voglio creare la mia musica»

Tuttavia, dopo varie esibizioni a Zurigo, tra queste Suark vanta anche la Notte Bianca, c’è un periodo di pausa. «Mi sono trasferito a Milano per continuare i miei studi, avevo smesso con le serate in discoteca, fino a quando alcuni PR che lavoravano nei locali della movida milanese, vedendo qualche mio scatto su Facebook, mi hanno chiesto: perché non suoni anche qui?. E allora mi sono rimesso in gioco». Quello milanese è stato un periodo di grandi soddisfazioni. «Mi fa sempre sorridere - racconta - quando ci penso. Prima poche serate, poi sempre di più. Sino a lanciare addirittura una serata studentesca il martedì sera, che è diventata un appuntamento fisso ed esiste tutt’ora».

È però altresì vero, come si dice, che le cose belle prima o poi finiscono, e così anche per il DJ è arrivato un momento in cui «mi sono stufato, e ho realizzato che se volevo diventare protagonista nel campo della musica non potevo limitarmi alle performance, la musica dovevo comporla io, era quello che mi rendeva davvero felice».

Ci sono artisti che sono nati per fare i performer e sono bravissimi. Io ho capito che non mi sentivo un vero artista solo nell’esibizione

Un nuovo percorso

Come per i cantanti e cantautori, si parla di DJ e produttori. «Ci sono artisti che sono nati per fare i performer e sono bravissimi. Io ho capito che non mi sentivo un vero artista solo nell’esibizione, cosa che invece sento quando riesco a mettere del mio in ciò che suono».

Tuttavia, prima di arrivare a questo momento «ho iniziato a produrre musica per altri DJ». E poi, quel contatto che ha fatto la differenza. «Il mio manager ha mandato un disco che ho composto per la Universal Olanda (casa di produzione), e ha chiesto se qualche artista da loro rappresentato era interessato a suonare i miei brani. Alla major è piaciuto molto, hanno addirittura scelto di tradurre i testi in olandese». Il disco parla di una storia d’amore, «lo scrissi mentre mi trovavo a Los Angeles». Ma, riavvolgendo i fili del discorso, «dopo un anno di lavoro, la casa di produzione non aveva più budget, e quindi mi hanno chiesto di firmare il brano con un nome, e lo avrebbero distribuito». Alessandro, che fino a quel momento aveva sempre firmato le sue produzioni con il suo nome completo, si è firmato Suark (Kraus al contrario), forse per gioco. Ed è questo il vero inizio.

Mi hanno offerto un contratto

«Dopo poco mi è stato chiesto di produrre un remix per Inna, e poi tanti altri…». A quel punto, forte della sua nuova firma, decide di spingersi oltre «e inviare in giro la mia musica. Nel febbraio 2020 ho mandato una mia traccia ad una nota casa di produzione. L’hanno distribuita e poi l’hanno inserita in una lista di canzoni da far suonare al DJ di fama mondiale Dimitri Vegas durante una diretta in radio», racconta emozionato Suark. «Quando Vegas ha iniziato a suonare il mio pezzo, si è mostrato molto interessato e ha subito chiesto informazioni su di me. A quel punto quell’etichetta - Smash the house - mi ha offerto un contratto».

Il Tomorrowland? Chi non si emoziona a suonare la propria musica, per la prima volta, davanti a tutte quelle persone?

Una estate da urlo

Questa estate Suark ha marcato presenza con performance di altissimo livello a due eventi iconici, prima nella celebre discoteca di Ibiza, l’Ushuaia, dove hanno suonato nomi come David Guetta, Calvin Harris, Martin Garrix e tanti altri ancora e poi in uno dei festival musicali più famosi al mondo: Tomorrowland. «Devo dire che è stato per me estasiante. Durante la prima esibizione ero molto teso, era la prima volta in cui - dopo il Covid-19 - tornavo su un palco, e poi - siamo onesti - chi non si emoziona a suonare la propria musica, per la prima volta, davanti a tutte quelle persone? È stato unico». Dopo qualche settimana l’evento più ambito, «una di quelle occasioni che capitano poche volte nella vita. Al Tomorrowland ero più tranquillo, l’esibizione di Ibiza mi ha dato la giusta energia». E nel backstage dell’Ushuaia, «ho conosciuto moltissimi artisti. Ad esempio sono entrato molto in sintonia con Paris Hilton che poi ho incontrato di nuovo al Tomorrowland, è davvero simpaticissima!»

«Emozioni a parte...»

Ma oggi, forte di un contratto, di feedback positivi e di tanti progetti in cantiere, come vedrà la musica? «La musica è infinita, non ci sono limiti», spiega. Non hai paura di essere ripetitivo? «Per me il bello di un artista è quando ha il suo stile. Che quindi è composto da una serie ripetizione di determinati elementi o forme. Pensiamo a Fontana: quando vediamo un quadro con i tagli pensiamo a lui. Io non so se alla fine lui si sia annoiato, perché io quando vedo le sue opere penso invece che sia andato sempre più a fondo del concetto che ha voluto esprimere».

Calendario caldo

Fresco dell’uscita del brano estivo «Temple» con Yasmin Jane, Suark torna con un numero deep house in uscita il 23 Settembre: «Questa volta assieme a Ginta, cantante, produttrice e autrice, abbiamo realizzato una interpretazione dance del classico mozzafiato di Leonard Cohen, Hallelujah».