Attualità

Diritto di risposta

«La giustizia è lenta, è un dato di fatto, ma tuttavia arriva»
© CdT Archivio
Brigitta Cavegn
18.09.2022 09:59

In relazione al servizio pubblicato domenica 4 settembre sui ritardi della giustizia (Centinaia di cause bloccate da anni. «Restituitemi i miei risparmi») si citava anche l’inchiesta su Paolo Clemente Wicht. Il servizio era accompagnato da una lettera di Alessandro von Wyttenbach, cliente di Wicht, il quale affermava di aver affidato una parte del suo patrimonio all’imputato e che a quattro anni dall’apertura dell’inchiesta (si attende la decisione del giudice dopo il reclamo contro il decreto del procuratore pubblico Daniele Galliano del 27 settembre 2021 presentato dalla ex moglie di Wicht che con una denuncia, dove lo accusava di avergli sottratto quasi sette milioni di franchi, aveva dato avvio all’inchiesta nell’agosto 2018) non ha ancora riavuto i suoi soldi.

E proprio la ex moglie di Wicht, Brigitta Cavegn, in una richiesta di «diritto di risposta», attraverso il suo avvocato Filippo Ferrari, che pubblichiamo integralmente qui sotto, ha voluto precisare - dal suo punto di vista, naturalmente - alcuni aspetti della vicenda.

«In tutti questi anni mi sono astenuta dall’intervenire sulla stampa, malgrado i toni pesantemente infamanti e i contenuti inveritieri proposti con qualche regolarità da parte di Paolo Wicht e poi anche da parte del Signor Von Wyttenbach (infine messosi a sua disposizione), ora con pubblicazione sul vostro giornale di tesi ben diverse dalle dichiarazioni da lui rilasciate agli inquirenti. Ho sempre ritenuto, con il mio avvocato, che la Giustizia si fa nelle sedi opportune.

Che la Giustizia sia lenta, è un dato di fatto; tuttavia, arriva. È necessario dare retta a tante voci. Gli errori della giustizia sono gravi e si può solo avere compassione per le vittime. Poi c’è, come Paolo Wicht, chi si intrufola, mentitore, in trasmissione televisiva dedicata a chi è stato arrestato per essere infine assolto, malgrado sia invece stato condannato per reati assai gravi, nel tentativo di riscrivere la storia e farsi passare per innocente. Il che è un autentico affronto alle vere vittime.

Il vostro giornale, senza verifiche, si è infine messo a disposizione per pubblicare il frutto di manipolazione: anche altri ci sono passati: inquirenti, banche, clienti, autorità di controllo sull’attività fiduciaria, fisco, moglie e televisione, tramite sistema creato ad arte. I fatti pubblicati dal Signor Von Wyttenbach e perfino commentati sul CdT sono falsi (per questo ho rimesso al giornalista la copia dei verbali da costui resi).

Sono pendenti reclami e ricorsi, per cui il giudizio non è ancora definitivo. Continuo a confidare nelle Istituzioni e nella ricerca da parte loro della verità, in modo imparziale, apartitico con esecuzione di indagini e gli accertamenti necessari».

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