Dopo la multa, il trenino riparte

Ora che ha ricevuto la nuova patente, Mario De Zorzi tira un sospiro di sollievo. «Avrò telefonato a Camorino un centinaio di volte» sorride. Adesso l’estate può finalmente iniziare, e lui la aspetta seduto al tavolino di un bar in centro a Bellinzona.
Anche il suo trenino «Artù» aspetta a pochi metri di distanza, ma è vuoto. È un mercoledì mattina e in piazza Collegiata c’è un certo via vai: i turisti però sono rari. La stagione 2024 è stata finora penalizzata dal maltempo, gli alberghi sono vuoti come il trenino Artù. Nessun biglietto venduto: De Zorzi deve cancellare la prima corsa della giornata.
La multa in arrivo
«Speriamo che cambi l’andazzo, mi sembra di essere perseguitato dalla sfortuna» sospira l’autista - e non ha tutti i torti. A metà maggio è stato fermato al volante di Artù dalla Polizia Comunale perché in possesso di una patente scaduta. Le immagini dell’intervento - «esagerato» secondo alcuni, l’Organizzazione turistica del Bellinzonese ha protestato per l’impiego di tre auto della polizia in pieno giorno - sono finite sulla stampa, diventando il simbolo di una stagione turistica partita male. Anzi bloccata ai box.
«Ho ricevuto tanta solidarietà dalla gente e mi ha fatto piacere, ma la polizia non c’entra - precisa De Zorzi -. È stata una mia dimenticanza». La settimana successiv a l’autista è incappato in un secondo controllo - «circolavo con la domanda di rinnovo, ovviamente» - e ora aspetta di ricevere la multa a casa «per sapere di che morte morire».
Incidenti di percorso
Ma la stagione è stata «sfortunata» anche per altri motivi. Questa mattina la versione elettrica di Artù ha avuto un problema al motore. Acquistato per abbattere l’impatto ambientale e sonoro sul centro-città, il trenino eco-friendly da circa un anno scivola tra Castel Grande, Montebello e Sasso Corbaro senza emissioni - quando funziona. Non è la prima volta che, a seguito di un guasto, il conducente deve riesumare dal garage il «vecchio» muletto a benzina, più rumoroso e inquinante (anche se più tipico) con i suoi quarant’anni di età.
De Zorzi di anni invece ne ha 72 e ha passato una vita al volante di bus turistici - «mai una sola multa, mi crede?» - per poi passare al trenino una volta in pensione. Per lui guidare «è sempre un piacere» e la lentezza non è un problema. La Turrita è la città ideale per circolare a 20km/h perché la gente, dice, non va di fretta come a Lugano o Milano.
«Mi piace lavorare in un clima rilassato - confida - sono sempre circondato da bambini, specie in questo periodo, è bellissimo». Anche perché se non fosse per le scolaresche - e le comitive delle case anziani «passeggeri fissi e sempre benvenuti» - il trenino sarebbe ancora più vuoto di questi tempi. E non per colpa della polizia, ma della meteo.
Alberghi semivuoti
A prendere come «barometro» del turismo il tasso di occupazione di Artù, ci sarebbe da preoccuparsi. «Fatti cento i passeggeri trasportati l’anno scorso, oggi se arriviamo a trenta è tanto» calcola De Zorzi a spanne. A livello cantonale le statistiche confermano che il calo è stato importante (- 13 per cento gli arrivi ad aprile, - 15 i pernottamenti) anche se per fortuna più contenuto.
Il problema come detto è la penuria di ospiti negli alberghi (occupati al 65 per cento ad aprile, ultimo dato disponibile) che si riflette sulle poltrone di Artù. Di norma «ci stanno anche quaranta passeggeri se sono magri», scherza l’autista. «Lo spazio non è un problema».Il giorno della Festa della Mamma - quello del famoso blitz - c’era il sole e il trenino era pieno. Ora De Zorzi la patente ce l’ha, ma non arriva nessuno.
«È un lavoro da prendere così, alla giornata, ci vuole pazienza» spiega il veterano. Ai turisti che si avvicinano al locomotore a riposo De Zorzi distribuisce volantini e informazioni. Il trenino turistico di Bellinzona è uno dei pochi in circolazione in Ticino - quattro in tutto, con Locarno, Ascona e Lugano - ed effettua cinque corse al giorno a pieno regime (dalle 10.00 alle 16.30). Ma se alla stazione di partenza (in piazza Collegiata) non si presenta nessuno la corsa salta. «È imprevedibile. Quest’anno è capitato già diverse volte».
Non è sempre andata così. Negli anni addietro, alle spalle alla locomotiva si sono seduti personaggi famosi, arrivati dalla vicina Italia e persino da Hollywood («uno, mi è stato detto, aveva vinto otto Oscar»), giornalisti, soubrettes, migliaia di turisti di tutte le età. «Nelle stagioni buone il trenino si riempiva anche nei giorni di pioggia. Quando non può fare il bagno, il turista vuole scoprire la storia del posto» riassume De Zorzi.
Anche Lugano e Locarno vanno a rilento
La stessa legge vale anche sul Ceresio, tedenzialmente: solo che se piove per settimane di fila «il turista non c’è proprio, non viene» sottolinea la direttrice del Trenino Turistico di Lugano Zaira Pronini. Anche qui la stagione sta facendo fatica a partire. Il servizio è più complesso - sette autisti, 14 corse al giorno e 24 nei weekend - e i trenini partono anche vuoti, perché possono caricare passeggeri anche a Paradiso e Cassarate. I numeri a stagione in corso sono difficili da dare - «ogni giorno è una lotteria» - ma il confronto con l’anno scorso è di sicuro infelice.
Da Locarno e Ascona, invece, arrivano segnali positivi. «È stata una partenza lenta ma finalmente negli ultimi giorni abbiamo iniziato ad ingranare» avverte ottimista Giancarlo Alborghetti, che gestisce i due trenini con la sua impresa familiare. La nuova fermata al debarcadero, dopo i lavori sul lungolago conclusisi a fine maggio, ha dato una mano. «Incrociamo le dita». Ora che De Zorzi ha anche ricevuto la patente rinnovata, non ci sono più scuse: che l’estate abbia inizio.