L'intervista

«Ecco quali saranno le collaborazioni tra Milano e il Ticino sull'innovazione»

Abbiamo incontrato Igor De Biasio, amministratore delegato del Milano Innovation District meglio noto come MIND
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
24.07.2022 06:00

«Stiamo iniziando a conoscerci, a costruire ponti». Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo - la società che ha portato alla nascita del Milano Innovation District (MIND) - è appena tornato da Bellinzona. Un caso? No.

La sua visita fa seguito alla firma della lettera d’intenti tra Fondazione AGIRE e MIND?
«Sì, dopo quella firma abbiamo inziato una serie di incontri. Il direttore del Dipartimento finanze ed economia (DFE), Christian Vitta è ad esempio venuto più volte a Milano e dopo l’estate saremo noi a venire di nuovo a Bellinzona per incontrare questa volta il vicesindaco».

Quali sono gli scopi di questi incontri?
«Prima di lasci dire una cosa sul consigliere di Stato, Vitta».

Prego.
«È un onore lavorare con lui. Era già stato da noi nel 2019 e ha sempre dimostrato grande interesse per quello che stava nascendo a Milano. In lui c’è davvero la comprensione e la consapevolezza che la collaborazione tra MIND e il Ticino possa giovare strutturalmente al vostro Cantone».

Ora può rispondere alla domanda?
«Vogliamo cominiciare a conoscerci per iniziare a costruire dei ponti e delle sinergie».

Può fare qualche esempio?
«Le idee sono molte. Vorremmo ad esempio far incontrare le aziende presenti nel MIND e quelle che noi chiamiamo ancore pubbliche, penso all’Human Technopole, al campus dell’Università Statale di Milano e all’ospedale Galeazzi con i centri d’eccellenza del Ticino».

Alla base vi è comunque il progetto di fare rete perché non è possibile fare innovazione in un contesto chiuso, ma bisogna aprirsi al contesto internazionale

E poi?
«Un’altra possibilità è quella di promuovere le reciproche attività. Alla base vi è comunque il progetto di fare rete perché non è possibile fare innovazione in un contesto chiuso, ma bisogna aprirsi al contesto internazionale».

Come MIND avete quindi stretto altre collaborazioni oltre a quella con il Ticino?
«Certamente, abbiamo accordi con gli Stati Uniti, il Canada, gli Emirati Arabi e il Giappone».

Il MIND si è installato nell’area dell’ex Esposizione universale del 2015. È soddisfatto del cammino fin qui intrapreso per rilanciare l’area?
«Sono molto contento. Anche perché il progetto ha dovuto fare i conti con la pandemia da coronavirus e anche con una guerra e nonostante ciò non si è fermato. Anzi. È andato spedito. Tre anni fa l’ospedale Galeazzi non esisteva. Oggi non solo è finito ma verrà messo in esercizio a settembre. Ma non è tutto. Siamo orgogliosi anche di altro».

Di cosa?
«L’Human Technopole, il più grande istituto di ricerca pubblico italiano, tre anni fa non aveva neppure una sede, mentre oggi ospita 300 ricercatori. Buona parte di loro arrivano dall’estero. Ma non sono tutti stranieri. Molti sono anche italiani che sono tornati a fare ricerca nel loro Paese».

E poi ci sono le aziende.
«Nel MIND c’è Astrazeneca che ha trasferito la sua sede italiana con quasi 300 presenze. Altre aziende hanno annunciato che entreranno a breve, alcune entro l’estate tra cui Esselunga. Complessivamente sono un centinaio le aziende che hanno manifestato il loro interesse a insediarsi a MIND».

I due grandi filoni di MIND sono Scienze della Vita e Città del Futuro

Tutti i distretti innovativi hanno dei filoni. Quali sono quelli del MIND?
«I due grandi filoni di MIND sono Scienze della Vita e Città del Futuro che sono molto di attualità e questo spiega il fatto che il COVID non abbia impattato sul progetto. Nessuna azienda privata che ha manifestato l’interesse ad insediarsi nell’area ha disdetto a causa del COVID».

Tra gli obiettivi del Parco dell’innovazione ticinese c’è anche quello di trasferire dopo il 2026 la sede del Parco nel nuovo quartire delle Officine di Bellinzona. Ne è al corrente?
«Certamente, infatti con la Fondazione AGIRE non stiamo riflettendo solo sugli accordi scientifici e sugli scambi di esperienze ma anche sul come può tornare utile l’esperienza del MIND nella rigenerazione urbana del comparto delle Officine di Bellinzona».

Un modello, quello della rigenerazione urbana del MIND, che sta facendo scuola.
«Il nostro progetto prevede una mobilità solo elettrica con l’obiettivo di emissioni zero in tempi brevi. Tutti i cantieri e i progetti hanno percentuali altissime di recupero materiali e grande attenzione alla sostenibilità. Complessivamente oltre la metà dell’area sarà a verde».

Quali sono le prossime sfide del MIND?
«Sono principalmente due. La prima è avviare il cantiere per la realizzazione del Campus dell’università Statale di Milano. Arexpo ha completato la fase di preparazione dell’area e l’università ha chiuso il bando per costruzione».

La seconda?
 «È quella di sviluppare ulteriormente il MIND Village, il quartiere dedicato alle imprese private che sta nascendo là dove nel 2015 c’erano i Padiglioni dei Paesi durante l’Esposizione universale. Siamo fiduciosi. Già più di 100 aziende hanno dimostrato interesse a insediarsi nell’area».