Scenari

Energia: chi si spegne per primo

In caso di penuria di elettricità si staccherebbe la spina a insegne, scale mobili, saune...
Andrea Stern
Andrea Stern
10.07.2022 07:00

Per prime salterebbero le saune e le piscine. Si fermerebbero le scale mobili e gli ascensori. Si spegnerebbero le vetrine e le insegne luminose. «Questa misura consente in realtà un risparmio esiguo – osserva l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) -, ma è di enorme importanza per informare la popolazione che il Paese sta vivendo una situazione eccezionale e prepararla psicologicamente a seguire le istruzioni impartite».

Prepararsi psicologicamente. Perché, per la prima volta da tempi immemori, l’inverno prossimo il Consiglio federale potrebbe trovarsi costretto a vietare l’utilizzo di certi apparecchi molto energivori, a contingentare il consumo di energia o addirittura a interrompere l’erogazione di corrente elettrica in certi momenti della giornata.

Tutti gli scenari sono al vaglio dell’Organizzazione per l’approvvigionamento elettrico in situazioni straordinarie (OSTRAL), incaricata dal Consiglio federale di intervenire in caso di penuria di energia elettrica.

La certezza di Doris Leuthard

Come sembrano lontani i tempi – cinque anni fa – in cui l’allora consigliera federale responsabile dell’energia, Doris Leuthard, assicurava che nonostante il progressivo abbandono del nucleare «fino al 2035 la Svizzera disporrà di energia elettrica a sufficienza». Per far crollare questa granitica certezza sono bastati un anno insolitamente avaro di precipitazioni, i lavori di manutenzione in alcune centrali nucleari francesi e la guerra in Ucraina.

Ad essere a rischio per il prossimo inverno sono ora in particolare le importazioni di gas naturale, combustibile fossile che copre circa un quinto di tutto il consumo energetico annuale in Svizzera. Considerato che il 40% delle importazioni elvetiche di gas arriva dalla Russia, si rende necessaria la ricerca di un’alternativa. Ma, come si è visto durante la pandemia da COVID-19, nei momenti di crisi ogni Paese pensa prioritariamente a se stesso.

Il problema non è tanto il prezzo del gas, quanto la difficoltà di garantirsi la fornitura
Antonio Bader

Il mercato incandescente del gas

«Il prezzo del gas è triplicato – spiega Antonio Bader, esperto di energia e direttore di Powergia –. Ma il problema non è tanto il prezzo, quanto la difficoltà di garantirsi la fornitura. In queste settimane la situazione è talmente incerta che alcuni distributori non riescono nemmeno ad avere delle offerte dai fornitori».

La Svizzera non dispone né di impianti di estrazione di gas, né di strutture di stoccaggio. Negli anni in Parlamento è stato più volte chiesto di ridurre la propria dipendenza dall’estero, in particolare tra i ranghi dell’UDC. Ma il Consiglio federale non ha mai ritenuto opportuno intervenire in un mercato che, fuori dai momenti di crisi, funzionava bene. Il risultato è che oggi la Svizzera deve affidarsi totalmente alla benevolenza dei Paesi limitrofi.

«La Confederazione ha imposto ai gestori delle reti di distribuzione di gas di garantirsi delle riserve all’estero – spiega Bader -. È un buon passo, ma non significa ancora che il prossimo inverno il gas arriverà veramente».

Le incognite sono tante. Una prima parziale rassicurazione potrebbe giungere il prossimo 21 luglio. «Allora si concluderanno i lavori di manutenzione delle condotte del Nord Stream – osserva Bader -. Se dopo la revisione il gasdotto potrà ripartire normalmente, è probabile che sul mercato ci sarà una distensione. Se invece dovessero emergere problemi o ritardi e Putin non farà ripartire il flusso di gas, il mercato energetico europeo dovrà affrontare una crisi senza precedenti. Per prepararsi al peggio, la Germania ha già innalzato il grado di emergenza e attivato lo stato di allarme per carenza di fornitura gas».

Dagli appelli allo stop

Simonetta Sommaruga, che tre anni e mezzo fa ha ripreso il dipartimento che fu di Doris Leuthard, non esclude una penuria di gas in inverno. A suo avviso invece lo scenario di una penuria di elettricità sarebbe più remoto, sebbene i due mercati siano strettamente legati.

Ad ogni modo l’OSTRAL ha già elaborato un piano di misure. Si partirebbe dagli appelli alla popolazione a risparmiare energia su base volontaria, per poi passare se necessario alle misure vere e proprie. In primo luogo le già citate limitazioni di consumo, quindi la proibizione di utilizzare certi apparecchi energivori. In seconda battuta si imporrebbero dei contingenti a tutti i grandi consumatori, ovvero le aziende che consumano più di 100.000 kWh all’anno. Se anche ciò non dovesse bastare, sarà necessario interrompere l’erogazione di energia elettrica per diverse ore, a rotazione tra i diversi comprensori. Come la definisce l’OSTRAL, sarebbe l’ultima ratio.