Finlandesi su ghiaccio
Dove vuole che andiamo?», chiese il tassista Sorjonen. «Avanti». Partirono». «La Finlandia vive di silenzi, di pochi gesti, di espressioni essenziali». Due citazioni, da Arto Paasilinna e Aki Kaurismäki, scrittore e regista di culto finlandesi, che fotografano alla perfezione Janne Juvonen e Mikko Koskinen, professione portieri di hockey. Sguardo «avanti», parole misurate, «pochi gesti» essenziali. Almeno fuori dal ghiaccio. In pista i due si scatenano, destra-sinistra, giù-su, gambe in spaccata e in stile «butterfly». Due baluardi delle rispettive squadre, Ambrì e Lugano. Due fortezze inespugnabili. Almeno è ciò che si augurano gli appassionati di hockey ticinesi.
Li abbiamo incontrati al castello Montebello a Bellinzona, a poche ore dall’inizio della stagione 2022/23.
Ragazzo di campagna, ragazzo di città
Vi conoscete? «No». I finnici Janne Juvonen e Mikko Koskinen incrociano per la prima volta i loro sguardi nel castello.
Janne, 27 anni, originario di Kiihtelysvaara, nella regione della Carelia settentrionale, 5,1 abitanti per km2. «Mi trovo molto bene nella nuova realtà di Ambrì, una dimensione a me nota», commenta il portiere “leventinese”. «Sono abituato a vivere dove ci sono un negozio, una chiesa e un albergo». Un luogo, quello suo d’origine, che dista 45 minuti di auto dal confine con la Russia. «La gente era solita varcare il confine per andare a comprare il gas», osserva Juvonen. «Adesso non saprei». Per tornare al Ticino, «qui mi sono subito trovato molto bene, per l’ambiente in pista e in squadra, e anche per il clima. In Finlandia in questo periodo le giornate sono già più corte e fresche».
Mikko, 34 anni, originario di Vantaa, nella regione dell'Uusimaa, 837 abitanti per km2. «Prima di giungere a Lugano ho guardato alcune immagini della città su Google, quando poi ci sono arrivato, ho trovato un paesaggio magnifico; vivere e giocare a hockey in un posto simile è fantastico», commenta il portiere “luganese”. Vantaa, la città di un certo Ville Peltonen, ci fa notare Koskinen. «Siamo cresciuti nello stesso club, l’ho quindi avuto come allenatore in Nazionale. Con Nummelin e Hentunen ha formato un trio di meraviglie a Lugano. Indossare oggi la loro stessa maglia non mi mette pressione, anzi, mi riempie d’orgoglio. Insieme ai miei connazionali spero che riusciremo a dare nuove soddisfazioni ai tifosi».
Perché l’Ambrì Piotta, perché l’HC Lugano
Quattro stagioni nel campionato finlandese, 3 in quello svedese e una nella KHL russa per Juvonen. All’insegna del numero 5 la carriera di Koskinen: 5 stagioni nel campionato finlandese e altrettante nella KHL russa e nella NHL nordamericana. E adesso siete qui. Perché tornare ad Ambrì? Perché scegliere l’HC Lugano?
«Sono tornato in Leventina per almeno due ragioni», osserva il portiere #30. «La regola dei 6 stranieri introdotta in Svizzera ha aperto nuove opportunità e comunque io non ero intenzionato a giocare nel campionato russo della KHL. L’esperienza vissuta nel finale di stagione ad Ambrì ha fatto il resto. Bravi compagni, voglia di lottare, pista rumorosa. Mi piace giocare dove c’è ‘casino’».
Per il portiere #19 la scelta è maturata «quando ho deciso di lasciare la NHL. Con due figli piccoli cercavo una realtà che mi permettesse di viaggiare meno, ma nello stesso tempo di giocare in un campionato competitivo come quello svizzero. Scegliere l’HC Lugano allora è stato facile».
Giocatori di ruolo
Sport nazionale in Finlandia è il pesäpallo (la forma finlandese del baseball statunitense). Perché siete diventati giocatori di hockey e portieri?
«A pesäpallo ci ho giocato a scuola – risponde Janne -. Da ragazzo ho praticato anche il calcio e nei mesi estivi la corsa. Nell’hockey sono diventato portiere a 10 anni, quando il mio coach mi ha detto di scegliere dove giocare». Una scelta azzeccata, se si considera che Juvonen è stato selezionato anche per la «Suomi», la nazionale finlandese, vincendo un oro ai Mondiali U20 e un argento a quelli dei «Grandi».
«Giocando con gli amici, essendo il più giovano mi mettevano sempre in porta - racconta invece Mikko -. Ricordo anche che la prima maglia di hockey che ho ricevuto in regalo è stata quella di Ari Sulander (portiere icona degli ZSC Lions dal 1998 al 2012 e incubo dei bianconeri, ndr)». «Avrei potuto seguire le orme di mia mamma, giocatrice di pallacanestro, ma poi ha prevalso l’hockey». Anche per Mikko mai scelta fu più azzeccata. Due medaglie d’argento ai Mondiali con la Finlandia, due titoli nel campionato russo di KHL.
Come interpretano il loro ruolo? Il cerbero leventinese si definisce un portiere «attivo, veloce nel controllo dei rimbalzi e tecnico». Il baluardo luganese ha nel «blocker (il guanto rettangolare, ndr), nella reattività tra i pali e nel mentale i suoi punti migliori».
«Paratone» e «papere»
Di parate, entrambi ne hanno effettuate tante. Ne ricordano qualcuna in particolare? E come la mettiamo con le cosiddette «papere».
Juvonen ha i ricordi chiari. «Nella stagione 2020-2021 ho vinto il premio Save of the Year del campionato svedese». Lo abbiamo visionato. Uno spettacolare intervento col guanto da presa a neutralizzare una staffilata da pochi metri. Sui goal da dimenticare… «ce ne sono, soprattutto uno continua a girarmi nella mente. Un disco in zona mediana che ho perso di vista e lo sto cercando ancora adesso… in rete».
Koskinen non ricorda parate particolare, quanto una vittoria o una grande partita. Le papere? «Ah - commenta - ne ho fatte!».
A parte voi, naturalmente, chi è il portiere finlandese più forte del mondo? Sorridono. «Juuse Saros», rispondono all’unisono. Il giocatore dei Nashville Predators, NHL, la squadra in cui militano anche gli elvetici Roman Josi e Nino Niederreiter.
E in attesa di un prossimo parere sugli attaccanti del campionato svizzero, quale giocatore di movimento vi ha maggiormente impressionato in carriera? «Filip Forsberg, anch’egli dei Nashville Predators - risponde Janne -. Quando ero al Leksands, in Svezia, si è allenato con noi a inizio stagione prima di tornare in Nordamerica. Fortissimo».
A impressionare Mikko invece è Auston Matthews dei Toronto Maple Leafs, ben noto alle nostre latitudini per aver giocato nel 2015-2016 a Zurigo. «Ha un tiro eccezionale!».
Derby, questo quasi sconosciuto
Derby? «Me ne hanno parlato come di una partita dura e difficile. Un top game, con le due tifoserie che non si piacciono reciprocamente», risponde il portiere biancoblù. “Yeah, un big game - sorride il portiere bianconero -. In città molti ne stanno già parlando. Una delle sfide più belle per un giocatore».
Le statistiche dei derby delle ultime due stagioni parlano di 11 vittorie su 12 per il Lugano. Ne siete al corrente e vi toccano? «No, non le conosco – osserva Juvonen -. In spogliatoio nessuno me ne ha parlato, nemmeno Luca Cereda». Koskinen: «Le statistiche sono divertenti per chi le fa e le legge, personalmente non mi dicono granché, le partite iniziano sempre dallo 0 a 0».
Sul fronte della preparazione a una partita, derby compreso, i due portieri sembrano utilizzare un approccio se non opposto, diverso. Studiate gli avversari. Janne Juvonen: «Non veramente. Le analisi video dei nostri coach prima delle partite consentono però di farmi un quadro dei movimenti dei giocatori avversari». «Sì, li studio – risponde il #19 bianconero -. Cerco di capire le caratteristiche di 6-7 giocatori per squadra, se sono left o right, se prediligono lo slap o il tiro di polso».
Che ambiente in pista!
L’estremo difensore biancoblù se n’è reso conto nelle 10 partite da lui vissute con l’Ambrì nella scorsa stagione. Il portiere bianconero ne ha avuto un assaggio in occasione delle due amichevoli giocate alla Cornèr Arena. Le due tifoserie sono belle «calde». Cosa ne pensano i due «freddi» finlandesi?
Janne Juvonen: «In Russia ho giocato davanti a 6- 8mila spettatori, per cui sono abituato a alle piste con molti spettatori. In Svezia i tifosi sono più rumorosi rispetto alla Finlandia. In nessuno dei tre campionati ho però visto un pubblico così appassionato come ad Ambrì».
Mikko Koskinen: «È molto semplice rispondere a questa domanda. In Russia i fan sono molto rumorosi, in Finlandia assai più tranquilli. In Nordamerica, dov’è il business a prevalere, l’ambiente è un po’ così… Qui a Lugano mi sono reso conto che vivrò un campionato pieno di canti e passione».
Diciamo allora qualcosa a queste vostre calorose tifoserie. «Spero che si ricrei la stessa atmosfera vissuta nel finale di stagione - dice Janne Juvonen -. Il calore che portate alla Gottardo Arena e in trasferta ci dà la carica».
Mikko Koskinen si augura invece che i fan prendano numerosi la via della Cornèr Arena. «Noi faremo di tutto per farvi tornare a casa contenti».
«Dove vuole che andiamo?», chiese il tassista Sorjonen. «Avanti». Partirono». Con una stretta di mano verso la stagione hockeistica 2022-2023. Janne Juvonen e Mikko Koskinen hanno le carte in regola per ergersi a protagonisti del campionato. I due finlandesi non dimenticano però di citare Benjamin Conz e Niklas Schlegel, i rispettivi ‘secondi’ portieri, che scalpitano quali validissime soluzioni per gli allenatori Luca Cereda e Chris McSorley.