I costi delle code sulle strade del Cantone

Chi non si lamenta per il traffico stradale in continuo aumento in Ticino? Le code per chi è alla guida di un’automobile aumentano, nonostante il continuo parallelo incremento dell’utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto: in primis la linea ferroviaria TILO, che è ormai diventata una sorta di metropolitana della Città Ticino. Principale imputato delle colonne sulle nostre strade è il transito dei frontalieri. Ma non è certamente la sola causa, come risulta dai dati che ci ha fornito l’Osservatorio dello sviluppo territoriale, un laboratorio dell’Accademia di architettura di Mendrisio. Gli impieghi in Ticino nel 2023 ammontavano a 252’486. Di questi, 172’730 erano occupati da lavoratori domiciliati nel Cantone, corrispondenti al 68 per cento. I rimanenti 79’756, cioè il 32 per cento erano coperti da manodopera che giunge ogni giorno dall’Italia. Un primo dato interessante ci rivela che nei comuni a sud di Lugano ci sono più posti di lavoro che abitanti. Per cui una buona parte dei lavoratori deve giungere da altre regioni. Chiasso, per esempio, ha una popolazione di 7’565 abitanti, ma offre 11’072 posti di lavoro. Un rapporto simile lo troviamo anche a Mendrisio (15’068 contro 19’675), a Stabio (4’485 contro 7’433), a Manno (1’340 contro 5’827). Queste cifre confermano quanto già sappiamo e cioè che in questa regione molte industrie sono state create pensando al personale frontaliero.
Ma non solo le strade situate sull’asse nord-sud sono intasate dal traffico, bensì la maggior parte delle arterie del Cantone, anche se in maniera meno drammatica. E questo traffico non è causato da frontalieri, bensì da coloro che vivono in un comune ticinese, ma lavorano in un altro. Alcuni dati a questo proposito sono davvero sorprendenti. Massagno, per esempio, ha una popolazione di 6’676 abitanti, ma offre solo 2’354 impieghi. Una situazione analoga la si nota anche in altri comuni come Canobbio (2’396 contro 1’074), Collina d’Oro (4’893 contro 2’486), Minusio (7’365 contro 1’869), Gordola (4’814 contro 1’675), Tenero (3’397 contro 1’592), Terre di Pedemonte (2’673 contro 746). Tutta gente che si sposta da casa per andare a lavorare altrove.
Vediamo ora quale è la situazione nei poli urbani della Città Ticino. Il saldo negativo, cioè meno posti di lavoro rispetto alla popolazione, che quindi spinge gli abitanti ad andare altrove a lavorare, lo troviamo soprattutto nel Bellinzonese. Nella capitale con 44’743 abitanti e 28’816 posti di lavoro e ad Arbedo Castione (5’108 contro 2’853). Questo rapporto si presenta in maniera meno pronunciata a Locarno città (16’394 contro 13’703), mentre a Lugano la situazione appare più equilibrata (63’495 contro 58’853). Queste cifre indicano un importante spostamento dal Sopra al Sottoceneri per recarsi al posto di lavoro. Da qui le estenuanti code sul Piano di Magadino. Ma queste cifre rivelano anche un altro dato preoccupante, specialmente in quelle regioni dove non è ancora avvenuta un’importante aggregazione, come nel Locarnese per esempio. Ci sono infatti comuni residenziali (o dormitorio), come Minusio, con oltre 7 mila abitanti e meno di 2 mila posti di lavoro, o come Massagno, con una situazione simile, che possono permettersi di mantenere un moltiplicatore di imposte più interessante rispetto alle città di riferimento, perché i loro abitanti usufruiscono di gran parte dei servizi presenti nelle città, che si sobbarcano naturalmente anche i relativi costi.

