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I ticinesi al rientro dalle vacanze si ritrovano una giungla di cantieri stradali

Sono 18 quelli che attendono i vacanzieri al rientro da Airolo a Chiasso, solo sulle strade cantonali
© CdT/Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
25.08.2024 11:00

Pare sia un fenomeno estivo. Camper, roulotte e auto che si infilano per sbaglio nei cantieri stradali. Il record a Bellinzona Nord: quattro veicoli «inghiottiti» in pochi giorni dalla corsia in manutenzione, l’estate scorsa.

È un’immagine tragicomica (a oggi non si registrano feriti) della difficile convivenza tra lavori stradali e traffico, turistico ma non solo. È invece tragica e basta la notizia dell’incidente sul lavoro avvenuto martedì sera sempre a Bellinzona: un’agente di sicurezza è stata travolta e uccisa da un camion in manovra, mentre sorvegliava un cantiere in via Galbisio.

Una giungla di cantieri

L’allerta sicurezza sui lavori in corso è così tornata d’attualità - un altro addetto alla sorveglianza era stato ucciso da uno scooter a Lugano, in via Zurigo, a febbraio scorso - mentre la mobilità ticinese rientra velocemente alla normalità. Ossia, alla lotta quotidiana con decine di cantieri. Sono 18 quelli che attendono i vacanzieri al rientro da Airolo a Chiasso, solo sulle strade cantonali. Un’altra quindicina sono aperti o stanno per aprire su quelle nazionali, dal secondo tubo del Gottardo alla dogana commerciale di Brogeda (inizio previsto 2025). A questi si aggiungono i cantieri comunali e di privati: il Cantone ne autorizza 1500 all’anno, di nuovo, solo sulle strade di sua competenza. Il Sottoceneri è la zona più martoriata.

«La fretta non aiuta»

Sicurezza e disagi al traffico. Sono due pesi su una bilancia che, in realtà, ha anche molti altri bracci. «Contratti, mandati, tempi di esecuzione, costi, sicurezza, traffico, sono tutti fattori da tenere in considerazione nella gestione di un cantiere stradale» spiega Luca Turra, esperto in sicurezza e membro di comitato della Società svizzera di sicurezza sul lavoro (Sssl). «È un gioco d’equilibrio in cui il rischio di sbagliare, da una parte o dall’altra, esiste».

L’esempio delle roulottes - non è uno scherzo - fa capire quanto imprevedibili siano le variabili in gioco. «Capita anche in autostrada. Gli autisti privati seguono i mezzi pesanti diretti ai lavori e si ritrovano bloccati nei cantieri. Tirarli fuori, poi, non è mai semplice» esemplifica Turra. La compresenza di elementi contrastanti - e la disattenzione di molti automobilisti - è anche il motivo per cui la sorveglianza umana è spesso indispensabile. Ma a sua volta è un fattore di rischio, come dimostrano i due recenti incidenti mortali.

«La fretta nei lavori è generalmente nemica della sicurezza, ma è anche vero che più un cantiere si protrae nel tempo più aumenta la possibilità di incidenti» prosegue Turra, che per lavoro collabora costantemente con i cantieri stradali in cerca di correttivi e campanelli d’allarme. I controlli sono costanti, dunque, e anche le senalazioni di possibili migliorie. «Capitano, certamente, e vengono puntualmente tenute in conto. Posso dire che nel complesso i cantieri ticinesi sono sicuri al pari di quelli del resto della Svizzera, come confermano anche le statistiche degli incidenti».

Troppi rattoppi?

Una cosa è, anzi sembra sicura: la percezione diffusa che i cantieri in Ticino siano in aumento negli ultimi anni. Corroborato da evidenze sul terreno e conti economici - lo stanziamento straordinario nel 2022-23 di fondi federali per la posa di asfalto fonoassorbente - il sospetto è stato riportato al Consiglio di Stato da un’interrogazione presentata un anno fa dai deputati del PLR. Il governo ha risposto che i cantieri cantonali sono 150-200 all’anno (grossomodo stabili) e sono necessari per risanare una rete stradale piuttosto vecchia.

«La manutenzione è nell’interesse di tutti ed è anzitutto una questione di sicurezza» approva l’avvocato Rossano Guggiari, presidente dell’Unione automobilisti. «Una strada piena di buche è molto più pericolosa di un cantiere. Chiaro che stare in colonna non piace a nessuno, ma bisogna guardare le cose in prospettiva». Senza dimenticare che parlando di sicurezza, una buona parte di responsabilità è a carico proprio degli automobilisti. L’associazione su questo concorda con il Cantone - «l’attenzione deve essere massima, quando ci sono persone che lavorano» - e in prossimità dei cantieri approva anche i controlli radar, con cui è critica per tradizione («purché i lavori siano effettivamente in corso»).

Il problema, chiosa Guggiari, è che il moltiplicarsi dei cantieri è frutto di un consumo delle strade che «negli ultimi decenni è cresciuto esponenzialmente» non solo per il traffico locale ma anche per quello di transito. Le famose roulottes, insomma, che in questi giorni il Ticino lo attraversano da sud a nord, e prima lo avevano attraversato per scendere al mare. «Sono transiti che andrebbero tassati e frutterebbero un sacco di soldi» stima l’Unione automobilisti. Soldi che, magari, potrebbero essere usati proprio per pagare i cantieri.

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