Il commento

Il successo arriva se si fa squadra

Il sindaco uscente di Locarno ha preparato il terreno per chi verrà dopo di lui. Qual è la sua eredità politica?
Giò Rezzonico
25.02.2024 06:00

Ritengo fondamentale in politica avere l’umiltà di prendersi il tempo necessario per confrontarsi con colleghi e cittadini, perché i tuoi progetti, mossi dall’entusiasmo, dimenticano talvolta aspetti importanti, che completi solo attraverso il coinvolgimento di altri. Otterrai così il consenso per portarli in porto con successo. Qualcuno mi dirà che ciò richiede molto tempo. È vero, ma sono convinto che il tempo perso lo si recupera in seguito».

È questo il messaggio politico che Alain Scherrer, sindaco di Locarno che non si ripresenta alle comunali di aprile, desidera lasciare a chi prenderà il suo posto.

«Non avrei mai pensato quanto maggiore coinvolgimento emotivo e di tempo il mestiere di sindaco richiedesse rispetto a quello di municipale. Mi ritengo un privilegiato per avere avuto la possibilità di ricoprire questa carica per 9 anni. E, sebbene lo consideri il mestiere più bello del mondo, penso sia il momento di cedere il testimone. È stata un’esperienza estremamente positiva, perché siamo sempre riusciti a fare squadra. Questa esperienza mi ha dimostrato che il sindaco senza il sostegno di tutti non riesce a realizzare i suoi progetti». A giudicare dalle numerose attestazioni di stima, Scherrer ha dimostrato di essere un sindaco popolare. Gli va anche dato atto di avere «preparato» un’ottima successione, con Nicola Pini, che, con ogni probabilità, sarà il nuovo sindaco di Locarno.

Il modo di fare politica di Scherrer ha profonde radici, sia personali, sia politiche. Iniziamo da quelle personali. Figlio di esercenti - sua mamma gestisce ancora il ristorante La Tegola sul lungolago di Muralto -, è stato abituato sin da piccolo a vivere a contatto con il pubblico. Anche il suo grande amore per la musica - da 19 anni è il cantante della Vasco Jam - tanto da procurargli il soprannome di sindaco rock, lo ha sempre messo a contatto con la gente. Quanto invece alle radici politiche non possiamo dimenticare che, da sindaco, era convinto di poter portare in porto l’aggregazione dei comuni del Locarnese. Ma trovò un ambiente ostile, perché ai suoi predecessori era mancata la capacità di rendere l’aggregazione un progetto comune dei sindaci: metodo che aveva funzionato con successo nel resto del Cantone. In pratica l’atteggiamento di Locarno fu interpretato come «venite a noi», invece di «costruiamo assieme». Scherrer è comunque convinto che se si saprà lavorare in team, i tempi siano maturi anche per una vasta aggregazione. Un altro grande cantiere, che lascia, è quello del Festival del cinema. «Sono ottimista - afferma Scherrer, membro del nuovo Consiglio di amministrazione della manifestazione - credo che la signora Hoffmann potrà offrire al Festival quello che nessuno di noi avrebbe potuto apportare».

Per terminare una domanda d’obbligo: quale ritiene sia l’apporto di Locarno nell’ambito della Città Ticino? «Il nostro è un polo turistico di eccellenza e bisognerà investire per migliorarne la qualità di vita. A questo proposito penso ai progetti di Largo Zorzi, di Piazza Grande, dell’Eco quartiere, della rotonda, del rilancio del Castello e della Città Vecchia, ma penso anche a uno sviluppo delle attività congressuali, senza però entrare in conflitto con Lugano, ma diversificando le nostre proposte, come è nell’ottica della Città Ticino. Con la presenza del Festival, del Cisa, della Film commission, dell’Accademia Dimitri, la nostra città deve anche consolidare la sua immagine di polo culturale dell’audiovisivo e delle arti sceniche. Un’iniziativa in perfetta consonanza con la nuova impostazione della rassegna cinematografica».

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