Il dato

In 320 al pronto soccorso per il caldo, un decesso

Il bilancio dell'estate nella medicina d'urgenza dell'EOC: a finirci, forse per imprudenza, sono stati anche molti «giovani»
©Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
31.08.2025 06:00

Si è conclusa con le piogge dei giorni scorsi una delle estati più calde di sempre, salvo ritorni di fiamma nel mese di settembre. Intanto i pronto soccorso in Ticino tirano un sospiro di sollievo, ma anche le somme di una canicola che a più riprese ha messo alla prova il sistema sanitario.

Il Dipartimento della Sanità e della Socialità, tramite il Gruppo di osservazione salute e ambiente (GOSA), sta studiando soluzioni per la prossima estate e potenziando il monitoraggio di un problema che - in prospettiva futura - non è destinato a raffreddarsi. I dati elaborati dall’EOC a «bocce ferme» sono più precisi di quelli forniti in diretta nei mesi scorsi, che comunque anticipavano già a luglio un «aumento degli ingressi in pronto soccorso rispetto all’anno scorso e rispetto alla media degli ultimi anni».

Rispetto al dato complessivo, l’analisi nel dettaglio degli accessi alla medicina d’urgenza negli ospedali di Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio «permette di distinguere i casi di problematiche legate in modo univoco alla canicola» spiega la primaria Roberta Petrino. Questi ultimi sono stati in totale 320, e si sono concentrati nelle due ondate di calore registrate a fine giugno-inizio luglio e nella parte centrale di agosto, con un ultimo picco nei giorni di Ferragosto (35 pazienti divisi nei quattro pronto soccorso cantonali).

Si è trattato «in maggioranza di persone anziane con problemi di idratazione» sottolinea Petrino, ma non sono mancati gli accessi di under 50 (il 30 per cento) con sintomi di colpi di calore «dovuti quasi sempre all’attività sportiva o lavorativa sotto il sole». Anche i pazienti psichiatrici (10 per cento degli accessi) sono «una categoria che risente particolarmente di scompensi legati alle alte temperature» precisa il primario. È stato un paziente giovane invece, ma con gravi patologie pregresse, l’unica vittima accertata di «heat stroke» in Ticino quest’estate: ricoverato in cure intense al Civico per una «malattia multiorganica causata dall’esposizione al caldo» è in seguito deceduto. «È stato - precisa Petrino - l’unico caso in cui sono state escluse altre possibili cause».

A partire da quest’estate l’Ente Ospedaliero ha introdotto prassi più precise di monitoraggio di sintomi e diagnosi in relazione alle alte temperature («per questo motivo i dati non sono paragonabili con quelli degli anni scorsi») con l’obiettivo di elaborare possibili strategie d’intervento, in ambito ospedaliero e non solo. «La collaborazione con il Cantone è molto stretta e si concentra sull’individuazione delle zone più vulnerabili e di possibili sistemi di mitigazione» anticipa Petrino. Questi ultimi potranno includere, già a partire dalla prossima estate, attività sui pazienti anziani in collaborazione con l’ATTE ma anche la creazione di «cooling points» ossia di arre di raffreddamento, oltre alla mappatura delle cosiddette isole di calore. Con l’università di Berna, inoltre, è allo studio un sistema di predizione dei picchi di ricoveri, sulla base dei dati raccolti appunto quest’esta

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