La cultura aiuta l'Europa creativa

Le industrie culturali e creative impiegano nell’Unione europea 8,7 milioni di persone, pari al 3,8% della forza lavoro totale. È un’industria che si sta riprendendo, con nuovo slancio, dopo il duro colpo subito dal Covid-19. Sta infatti diventando più trasversale e sta contribuendo all’innovazione e allo sviluppo di vari settori: architettura, turismo, audiovisivo, design, moda e tessile.
Un’economia, quella creativa, che nell’Unione europea è ampiamente sostenuta dai fondi del Green Deal. Perché? La cultura è identità e la creatività è pensiero e immaginario. La sostenibilità ci impone di immaginare il nuovo, tutelando il più possibile le radici europee. Il Nuovo Bauhaus Europeo (NEB), cuore pulsante del Green Deal, riunisce ad esempio cittadini, esperti, imprese e istituzioni per immaginare un’esistenza in Europa, basata sulla sostenibilità, l’inclusività e la bellezza (stile ed estetica). Belle parole?
Nel 2023, la Commissione europea ha lanciato un sistema di valutazione dei progetti che possono favorire questo sviluppo (Bussola NEB) e che induce i professionisti ad interrogarsi sugli impatti che essi generano sull’ambiente e le persone: «Il progetto considera il comfort dei suoi utenti in termini di materiali, luce, aria, rumore? Il progetto considera le percezioni sensoriali (visive, uditive, tattili e olfattive)? Il progetto rafforza il senso di comunità? Il progetto genera un effetto trasformativo positivo sui partecipanti? È possibile ridurre l’impatto del progetto sull’ambiente, diminuendo l’utilizzo di energia, acqua, materiali, ecc.? Il progetto permette di riqualificare uno spazio, di ripristinare il paesaggio o la biodiversità? Il progetto è facilmente accessibile per tutte le persone? Il progetto promuove la convivenza e la coesione sociale?»
L’Europa, con un vasto patrimonio culturale da preservare, può cogliere l’opportunità di promuovere un’economia creativa e un turismo culturale sostenibile, che non sia in contraddizione con la tutela della qualità di vita delle comunità locali, e che eviti dunque di generare sovraffollamento e perdita di autenticità delle tradizioni locali (gastronomia e artigianato).
ll programma «Europa creativa 2021-2027» dispone di un bilancio di 2,4 miliardi di euro (quasi il doppio del programma precedente) e persegue l’obiettivo di rafforzare la competitività e il potenziale economico dei settori culturali e creativi (architettura, patrimonio culturale, design, letteratura e editoria, musica, arti dello spettacolo) e dell’audiovisivo (film, tv, radio, software e computer, ecc.). La Svizzera ha partecipato al programma precedente ma purtroppo è stata esclusa dal nuovo programma. I finanziamenti pubblici e privati (es. Fondazioni) saranno dunque fondamentali alfine di non perdere le opportunità di innovazione di un settore che in Svizzera conta 532’000 professionisti.