Società

L'unica Master of Wine in Svizzera

Dagli Stati Uniti sino a Morcote, ecco la storia di Robin Kick
Giorgia Cimma Sommaruga
03.07.2022 16:00

«Lei è una sommelier?», le chiedono spesso incuriositi. Risposta: «No». Seconda domanda: «Allora è una enologa?». Seconda risposta: «No». Terza domanda: «E quindi che lavoro fa?». Robin Kick sorride e spiega che in effetti la sua professione è un po’ strana. Lei è una delle 419 persone al mondo ad aver ottenuto il Master of Wine, il più alto riconoscimento accademico internazionale nel settore del vino. «Ci ho messo quasi 10 anni per realizzare questo sogno», racconta in un italiano con una simpatica inflessione americana. Originaria dell’area di Chicago, Robin ha trascorso la maggior parte della sua vita fuori dagli States. Ha lasciato il suo Paese all’età di 18 anni, e ha vissuto a Parigi, poi a Nizza, Londra, Lugano, Beverly Hills, e ancora in Ticino. Questa volta a Vico Morcote, dove risiede da tempo. «Ma vivo con la valigia pronta e da oltre 20 anni ho la fortuna di poter chiamare il mondo del vino la mia vera casa», confida a La Domenica.

Cambio di rotta

Lavorava all’Università di Nizza come docente di inglese quando il suo percorso professionale ha preso una virata inattesa. «Non ero così contenta del mio lavoro, mi confrontavo ogni giorno con studenti un po’ svogliati, ai quali non importava granché studiare la lingua inglese». E poi, all’improvviso tutto cambia: «Amo molto le culture, i cibi e i modi di vivere diversi. Avevo addirittura pensato di diventare antropologa», ma la curiosità di Robin per assaggiare, annusare, degustare, ha vinto su tutto: «Alla fine lavorare con il vino - confessa - è comunque un modo per avere una connessione positiva con persone di altre culture e avvicinarsi al loro modo di pensare e di essere». Anche se, «i miei genitori - racconta -, bevevano pessimi vini in cartone in America, dunque fino a quando non sono andata a Parigi, pensavo che il vero vino fosse quello: il primo che ho bevuto era un Pinot Grigio italiano, il suo sapore era neutro e quindi molto facile da apprezzare». E poi quel viaggio. «Per puro caso mi sono fermata in Borgogna» e ha iniziato a partecipare a corsi di degustazione presso il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (BIVB) . «È stata questa esperienza a portarmi a frequentare un corso professionale a tempo pieno di 4 mesi alla rinomata Université du Vin de Suze-la-Rousse, nella Valle del Rodano, ottenendo il diploma di «Sommelier Conseil».

Master of Wine

E siamo al Master of Wine (MW). «È stato un percorso di studi lungo e faticoso - spiega Robin-. Alla fine bisogna superare un rigoroso esame di una settimana, articolato in due parti, che comprende domande di degustazione, l’assaggio di 36 vini alla cieca (batterie di 12), teoria e un elaborato di ricerca». Alla fine vengono promossi in media solo il 10% dei partecipanti. E tra i 419 MW al mondo al momento 5 vivono in Svizzera, «ma io sono l’unica donna».

Il fuoco della passione

Chissà quante volte le hanno chiesto: «Qual è il tuo vino preferito?». Non si sbilancia, ma confida, «il più delle volte rispondo: il buon vino». Negli ultimi 15 anni ha acquistato etichette esclusive da produttori di tutte le categorie, ma «la mia regione preferita è senza dubbio la Borgogna, è stato il mio primo grande amore, e poi direi il Piemonte in Italia, forse perché è un territorio molto affine a quello francese. Anche in Ticino ci sono ottimi vini. In generale tendo ad essere attratta dalle varietà autoctone locali, indipendentemente dal Paese, poiché queste hanno una storia legata alla terra».

Spesso mi chiedono quale è la migliore etichetta che ho provato ma io preferisco i vitigni autoctoni

Come una Madeleine di Proust

Alcuni chef dicono che il vero valore di un ingrediente, è irrimediabilmente legato al suo luogo d’origine. Cioè che un gambero rosso di Mazzara avrà un sapore diverso se mangiato Mazzara o a Zurigo. È così anche per il vino? «Sicuramente può succedere. Tuttavia i vini pregiati, quelli che nel tempo hanno trovato un equilibrio, non perdono le loro caratteristiche, anche se lontani dal luogo di produzione». Ma tante volte, ad entrare in gioco, sono i ricordi. «Quando studiavo all’Université du Vin - sorride-, un compagno di studi chiese ad un famoso docente francese quale fosse il suo vino preferito o il più memorabile. Lui dopo aver riflettuto 2 secondi rispose senza indugio: «Cinque Terre». Siamo rimasti tutti un po’ sorpresi perché ci aspettavamo un Montrachet, un Romanée-Conti, uno Château Lafite o magari un Clos de Mesnil di Krug, e invece no. Molti esperti definiscono i vigneti delle Cinque Terre un’incredibile area di «viticoltura eroica». Questo perché le viti sono coltivate su terrazze a gradoni in Liguria che si affacciano sul mare. È praticamente impossibile usare i trattori, tutto deve essere curato a mano. Si tratta di un vino sorprendente per certi versi. Tuttavia, sebbene possa essere delizioso, non ha l’intensità, la complessità o la fama di vigneti più famosi». Quindi, probabilmente, un po’ come una madeleine di Proust, quando il professore assaporava quel vino rammentava un momento memorabile della sua vita - sogghigna Robin-, «c’era una battuta che girava tra gli studenti sul fatto che forse aveva questo ricordo perché stava cenando con una bella donna in riva al mare. Per questo era il suo preferito».

Girare il mondo

Robin Kick ha girato il mondo. «Le conoscenze e l’esperienza acquisite mi hanno permesso di lavorare presso la casa d’aste Christie’s di Beverly Hills, in California. Quello è stato un periodo molto intenso della mia vita, ho trascorso quattro anni a procurare, negoziare, stimare, autenticare, lavorare sulle strategie di collezione e degustare alcune delle più rinomate collezioni di vini».

E poi il Ticino. «Una volta ho letto un’intervista al famoso cantante britannico Robert Palmer, forse 25 anni fa - racconta-. Accennava al fatto che viveva fuori Lugano e l’articolo mostrava immagini di palme e montagne innevate sul lago. Ero incuriosita dal fatto che la Svizzera potesse essere così! Mi ero ripromessa di conoscerla». E quando è arrivata l’offerta di lavoro e la possibilità di trasferirsi in Ticino, «ho accettato volentieri. Peccato che Robert Palmer sia morto 10 anni prima che io arrivassi a Lugano. Ho sentito dire che aveva una cantina impressionante!», ride.

Per ottenere il titolo devi superare un esame che dura una settimana, i promossi sono il 10% al mondo solo in 419

Ticino vista lago

Oggi Robin lavora in proprio come consulente, e collabora con alcune aziende importatrici di vini pregiati. Ma la sua passione per il vino assorbe anche il suo tempo libero. Tanto che al di fuori dei progetti commerciali, «alla fine mi ritrovo a parlare di grappoli, vigne, terreni, tecniche di vinificazione».

Nel corso degli anni ha «organizzato e ospitato degustazioni, cene, viaggi in regioni vinicole, corsi di formazione. Inoltre quando il tempo me lo permette, partecipo come giudice a concorsi come Decanter World Wine Awards (Londra, Regno Unito), Bacchus International Wine Competition (Madrid, Spagna), The Balkans International Wine Competition (Sofia, Bulgaria), Mondial des Pinots (Sierre, Svizzera) e Vinitaly’s 5 Star Wines (Verona, Italia)».