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Miracoli in serie

Sorprendenti coincidenze tra il Corpus Domini e i «prodigi» svizzeri
Andrea Stern
Andrea Stern
12.06.2022 14:03

Non tutti sanno che la festività del Corpus Domini - che quest’anno ricorre giovedì prossimo, 16 giugno – è stata istituita a seguito di un miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 a Bolsena, in provincia di Viterbo.

Quell’anno Pietro da Praga, un sacerdote boemo che si era recato a Roma nella speranza di dissipare i suoi dubbi sulla transustanziazione, si fermò a pernottare nella cittadina situata sull’omonimo lago, lungo la via Cassia.

Dopo essersi ritemprato chiese di celebrare messa. Fu l’esperienza più sconvolgente della sua vita. Aveva appena finito di consacrare l’ostia quando da essa iniziò a sgorgare sangue in abbondanza. Turbato, il sacerdote tentò di nascondere la fuoriuscita avvolgendo l’ostia in un telo. Ma ciò non bastò a evitare che le gocce si spargessero tra il corporale, i gradini dell’altare e le lastre di marmo della chiesa.

Il sacerdote corse subito ad avvisare papa Urbano IV che, dopo le opportune verifiche, riconobbe la prodigiosa conferma della presenza reale di Cristo nel pane eucaristico ed estese al mondo intero la solennità del Corpus Domini.

Le ostie rubate a Ettiswil

La Chiesa ritiene che il miracolo eucaristico si sia ripetuto più volte. Anche nel nostro Paese, per esempio a Ettiswil nel 1447, come ha ricordato lo storico ticinese Davide Adamoli nel corso di un convegno sui miracoli eucaristici tenutosi lo scorso fine settimana a Bolsena. «Una donna aveva rubato delle ostie consacrate ma poi queste erano diventate pesanti e lei le aveva gettate in un cespuglio di ortiche - racconta Adamoli -. Furono miracolosamente ritrovate grazie a un segno luminoso e allo strano comportamento di alcuni animali vi si stavano inchinando dinanzi».

Dalla Svizzera sono giunti a Bolsena diversi relatori, fra i quali Umberto Angeloni, rappresentante elvetico nel Forum Paneuropeo delle confraternite e il deputato Michele Guerra. Il nostro Paese ha presentato, oltre ad Ettiswil, anche l’incredibile esperienza di San Nicolao della Flüe, il quale secondo testimoni dell’epoca avrebbe vissuto per vent’anni senza alcun nutrimento, fatta salva un’ostia consacrata al mese. A onorare la memoria del patrono della Svizzera è stata Kathrin Morisoli, sua discendente in sedicesima generazione.

Miracoli diversi ma simili

«Ho invitato ospiti in rappresentanza di vari luoghi dove ci sono stati miracoli eucaristici - spiega Francesco Antonetti, organizzatore del convegno -. Sono miracoli spesso molto diversi tra loro ma che hanno in comune la manifestazione del Signore e il fatto che hanno contribuito a rafforzare la fede delle comunità».

Ancora oggi avvengono regolarmente miracoli eucaristici, «specialmente i n America Latina e in Polonia», precisa Adamoli. Chiaramente c’è chi osserva questi fenomeni con scetticismo. Ma come è vero che bisogna avere fede per credere nell’effettiva presenza del corpo di Cristo nell’eucaristia, è altrettanto vero che la scienza ha portato prove sorprendenti.

Il mistero del sangue e del DNA

«Al convegno ha parlato il cardiologo Carlo Serafini - riprende Antonetti -, i cui studi hanno evidenziato un affascinante filo comune tra i diversi miracoli eucaristici. Il dottor Serafini ha analizzato i frammenti di sangue e ha scoperto che tutti quanti avevano un DNA non classificabile ed erano del gruppo sanguigno AB, che è uno dei più rari». Non solo. «Inoltre - aggiunge Adamoli -, si è potuto stabilire che in tutti i casi si trattava di tessuti di un cuore sottoposto a un grandissimo stress».

Un’incredibile coincidenza. «Ognuno è libero di crederci o non crederci - prosegue Adamoli -. I miracoli sono dei segni che possono aiutare a confermare la fede e magari anche a entrare in contatto con chi non crede. Ma fondamentalmente i miracoli non aggiungono nulla di più a quello che ha annunciato Gesù, quello che ha vissuto e la salvezza che ci ha dato. È importante che vengano sempre riportati alla verità evangelica».

I miracoli non vanno a sostituirsi al Vangelo.A volte riescono però ad ampliarne il raggio di interesse.«Io sono dirigente di un’azienda farmaceutica - dice ancora Antonetti -, ho sempre vissuto con la scienza. Ma il miracolo è qualcosa che va oltre, che permette di andare verso il trascendente, di creare un legame diretto con Dio».